25 ~ Soffocanti delusioni

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Ci fermiamo solamente quando Stefano si accascia contro il muro di un viale stretto e buio, dentro una pizzetta lontana dall'hotel. Abbiamo corso per circa cinquecento metri, un po' urlando e un po' ridendo, e non c'è stata persona per la strada che non si è voltata stralunata al nostro passaggio furioso. Elena ha perso un infradito, Diego ha urtato un omaccione e gli ha urlato le sue scuse mentre cercavo di trascinarlo ancora più lontano. Quando finalmente siamo al "sicuro", siamo Chris ed io a chiedere spiegazioni.

<<Cosa diavolo è successo?>>

Tutti prendiamo grande boccate d'aria, i nostri petti si alzano veloci e sono sudati. Elena e Lavinia si lanciano un'occhiata mentre si accasciano sul pavimento di pietra e io le guardo dall'alto, tenendomi salda al lampione che costeggia il viale. Ho il cuore che batte a mille, la pelle sudata e su di giri, ma i muscoli delle gambe mi fanno malissimo. In più, la corsetta è servita ad asciugarmi un po' di più i vestiti umidi anche se i capelli sono ancora un disastro.

<<Chiedilo al gatto e alla volpe.>> Andrew indica con la mano le due a terra e fa un versetto roco, quasi fosse infastidito da qualcosa.

<<Ci stavamo solamente divertendo.>> ribatte Lavinia, asciugandosi dalla fronte de sudore. Elena guarda me e la sua espressione tende a volermi suggerire che non è successo nulla di grave; gli affanni di tutti gli altri però non mentono. <<Stavamo ballando e due ragazzi si sono avvicinati. Non li avevamo visti, ovviamente, altrimenti avremmo smesso di ballare. Andrew è stato abbastanza intelligente da avvicinarsi a Lavinia per primo e prenderla da parte così sono rimasta sola e indifesa e quando un tizio ha allungato la mano, ho urlato.>> I suoi occhi non sono più rivolti a me ma sono girati verso Stefano che la sta guardando di rimando, la bandana scompigliata tra i suoi ricci e le mani sulle ginocchia. <<Il genio ha pensato di fare una scenata proprio in quel momento e qualcuno ha chiamato la sicurezza. Il tempo per Stefano di chiamare tutti per andare via e ci hanno beccati.>>

<<Adesso sarebbe colpa mia?>> chiede borbottando mio fratello, indicandosi il petto ancora tremante con la mano.

<<E di chi, scusa? Se non ti fossi comportato come un troglodita primitivo adesso staremmo ancora alla festa.>>

Stefano si mette dritto, tutti intorno a loro stanno in silenzio osservando la scena. <<Se tu non avessi ballato a quel modo, nessuno si sarebbe avvicinato e io non sarei dovuto intervenire. Ti ha messo le mani addosso, cosa pretendevi che facessi?>>

A quel punto Elena si alza facendo leva sul muro grigio dietro di lei e incrociando più le braccia al petto; eccola, è pronta a combattere.

<<In che modo stavo ballando, di grazia?>>

<<Tutti sanno come balli.>>

L'occhiata che riceve Stefano da Elena non è l'unica con cui deve fare i conti; io e Lavinia lo stiamo trafiggendo anche con i nostri occhi e lui se ne accorge. Distoglie presto lo sguardo e scuote il capo, facendo retromarcia. <<Comunque, non importa più. Ha allungato le mani e io l'ho spintonato via. Prego, non c'è di che, farei questo e altro per te, amore.>>

Elena tira fuori la lingua alla parola "amore" in un chiaro segno disgustato e quando sta per prendere parola allungando un dito verso di lui, Stefano stringe una mano sul suo polso e l'attira al petto, facendola boccheggiare. <<Basta rispondere, sappiamo tutti che ti piace quando rivendico i miei diritti su di te tanto quanto sappiamo che ti saresti saputa difendere da sola. Vuoi continuare a renderci ridicoli e puoi lasciarti baciare da me? Non vedo l'ora di farlo da quando sei entrata in pista.>>

A quelle parole, la reazione di Elena è istintiva, si scioglie tra le sue braccia. Quasi letteralmente, in realtà. Le spalle si abbassano, l'indice viene accompagnato dalle altre dita che si posano delicate sul petto di Stefano e le sue gambe fanno un passo avanti, avvicinandosi a lui. <<Come dicevo... troglodita.>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora