0.5 ~ La ragazzina bruttina

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«Grazie Caterina per aver capito e per avermi informato. Guido non farà più una cosa del genere. Saluta Maria Grazia da parte sua e mia, ovviamente. A scuola Guido le chiederà scusa e le farà un regalo... Va bene, sì. Buona serata.»

Appena Maggie mise giù il telefono, Luca alzò gli occhi su di lei.

«Che cosa ha fatto questa volta?»

Maggie si accorse che la cucina era completamente in ombra perché il volto di suo figlio era illuminato solo dalla luce bianca dello schermo del computer davanti a loro. Luca aveva ancora un pennarello tra le dita, il suo album da colorare sotto al naso, ma aveva ascoltato pazientemente tutto il dialogo della madre.

«A tuo fratello non piacciono le lettere. Tu ne sapevi qualcosa?»

Il bambino di appena nove anni scrollò le spalle e tornò al suo album. Maggie scattò in piedi per accendere la luce. Era abituata a lavorare nella penombra ma non poteva permettere alla vista del figlio di danneggiarsi per una sua abitudine sbagliata. Era immersa nel lavoro quando la madre di una compagna di classe di Guido aveva chiamato e non si era accorta che nel frattempo Luca le si era messo vicino, con i suoi fogli e il suo sguardo languido.

«Guido?» chiamò Maggie per farsi sentire dall'altra parte della casa. Nessuna risposta.

«Guido!»

Si sentì una porta aprirsi e dei passi felpati attraversare il corridoio. Guido si affacciò al soggiorno e poi in cucina. La madre lo stava aspettando con le mani sui fianchi. Il bambino di dieci anni notò che aveva la bocca increspata in una smorfia, il labbro inferiore era leggermente sporto in avanti nella stessa posizione in cui Nina metteva il suo quando faceva i capricci, e nel bel mezzo della fronte c'era una ruga che naturalmente non si sarebbe formata.

La mamma era arrabbiata.

«Guido» disse, la voce che vacillava un po'. «Indovina chi mi ha appena chiamato?»

«Lo zio?»

«No»

«La nonna?»

«No»

«L'altro zio?»

«No. La mamma di Maria Grazia.»

Appena Guido sentì quel nome, tirò fuori la lingua e contorse le mani. Luca si trattenne dal ridere, con gli occhi che saettavano dal fratello alla madre davanti a lui.

«Non fare quella faccia. Mi ha detto che cosa hai fatto oggi a scuola.»

Guido mise il broncio come sua madre, incrociò le braccia al petto e raddrizzò le spalle. Fissava la donna con sfida, come se avesse tutto il coraggio di battersi con lei.

«Non mi ha lasciato scelta! Non volevo la sua lettera! È la quarta che mi da questa settimana e non accetta il mio rifiuto.»

Sentendo le parole del figlio, la rabbia di Maggie vacillò fino a spegnersi. Infondo aveva solo dieci anni, e poi la sua espressione di sfida era esilarante. Si portò una mano alla guancia e la sfregò un po', lanciando un'occhiata a Luca, il suo eterno consigliere.

«Lo sai perché ti invia le lettere?»

Guido sciolse le braccia avvicinandosi un po' come se avesse percepito che il pericolo era passato. «Perché vuole rompermi?»

«No. Perché tu le piaci.»

«Eh?»

Era stato Luca a fare quella domanda, lasciando da una parte i colori e mettendosi seduto sul bordo del tavolo in modo che le gambe penzolassero verso il basso. Maggie chiuse il portatile come gesto istintivo, nel caso l'ingenua maldestrezza del bambino creasse un disastro.

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora