21 ~ Sognare ad occhi aperti

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<<Perché hai spento la luce?>>

<<Mi sembrava il momento adatto. È stato un colpo di genio, ammettilo.>>

Non siamo completamente al buio, i lampioni sulla strada illuminano abbastanza l'aria e la luce giallognola entra dal parabrezza, permettendoci di vederci a vicenda completamente.

Stringo ancora la lettera tra le mani senza accartocciarla, sarebbe un peccato rovinare la prova tanto tangibile di qualcuno che scrive di me e della mia presenza sentita anche a distanza di chilometri. Le sue parole mi hanno scaldato, dentro di me sento un moto di commozione verso tutti i gesti che so essere stati compiuti da Chris, un Chris lontano, ma che inevitabilmente erano collegati a me.

Solo adesso capisco che la nostra complicità, durante l'anno di separazione, è rimasta l'unico filo conduttore che ci ha permesso, una volta ritrovati, di non lasciarci andare subito o di non subire danni permanenti.

Il dodici marzo ricordo cosa stava succedendo nella mia vita e pensare che in quel periodo io stessi costringendo la mia memoria e i miei sentimenti ad andare avanti mentre, lontano da me, lui stava per mollare e tornare indietro, stranamente mi emoziona. Mi domando cosa sarebbe successo se fosse tornato prima, se avesse mollato la tanto agognata ricerca verso qualcosa che devo ancora capire e semplicemente fosse rimasto con me, chiedendomi scusa, cercando di ricominciare.

Cosa c'è sempre stato tra di noi

Quindi lui sapeva, se n'è reso conto, finalmente. Quello che lui ha capito solamente a marzo, io lo sapevo da tempo e ci convivevo da ben più di qualche settimana. Ma ho paura di cadere troppo speditamente verso un gioco che mi distruggerà.

È allora che distendo le labbra e faccio per scostarmi, rimettermi dritta, allontanarmi da lui. Perché in questa posizione, il bacio è inevitabile.

Chris mi afferra un braccio, così delicatamente che per un momento credo di essermi immaginata il suo tocco e mi domando perché desiderassi essere toccata, o fermata, da lui. Così mi fermo, non mi ritraggo più, e la sua mano è sul mio braccio.

<<Stai pensando quello che sto pensando io?>>

La sua domanda ambigua e alludente un po' mi spaventa perché entrambi, purtroppo o per fortuna, sappiamo leggerci e tradurci. È spaventoso riconoscere che una persona ti è tanto vicina e tanto dentro da conoscere i tuoi pensieri prima ancora che questi possano anche solo minimante avvicinarsi alla tua coscienza.

<<Io so a cosa stai penando tu, ma dubito coincida con i miei pensieri.>>

<<Quindi nemmeno tu pensavi che dovrei dare una pulita qui dentro? Sai, è un po' di tempo che non do un'occhiata al cassone, potrebbe necessitare di una spolveratina.>>

Mi lascio andare a un sospiro divertito, contenta che stia giocando con i suoi stessi pensieri, forse per tenere lontana la frustrazione.

La sua mano è ancora sul mio braccio quando le sue dita cominciano a tamburellare, lentamente, il ritmo di una canzone.

<<Dando uno sguardo ai tappetini, potrei darti ragione.>>

Assume un'espressione quasi costipata, facendomi intuire la sua recita. <<I tappetini, ma certo! Spolveriamo anche loro.>>

<<I vetri, sono appannati.>>

<<I sedili troppo scomodi?>>

<<No, i sedili possono andar bene. Forse quello che davvero manca alla piccolina è una donna.>>

Il suo volto si fa accigliato, ma inclina la testa d'un lato, incuriosito dalla mia frase. <<Spiegati.>>

Alzo le spalle, segno che non dovrebbe prendere troppo sul serio quello che sto per dire. <<Sai, una di quelle donnine di platica con la testa e il corpo dondolanti. Spesso sono hawaiane.>> indico distrattamente il punto in cui le donne dondolanti vengono posizionate nelle macchine e Chris vi lancia uno sguardo intuendo a cosa mi riferisco.

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora