37 ~ Ho imparato ad amarti

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Mi sveglio con il buio pesto attorno a me. La stanza è silenziosa, dalla finestra aperta sul lato opposto a dove si trova il letto, non arriva nessun rumore. Né una macchina che parcheggia, né una bicicletta che corre per le strade.

Il materasso è infossato lì dove un corpo vi è poggiato sopra. Chris ha gli occhi chiusi, sta dormendo, il respiro regolare e leggermente più forte di quanto lo sia mai stato. È girato su un fianco, verso di me, con le braccia abbandonate nella mia direzione. Non mi sono svegliata per un brutto sogno o per uno strano rumore, ma per un potente calcio tirato ai miei stinchi. Chris è stravaccato verso il centro, piuttosto che restare nel suo lato di letto, e ha su solamente un paio di boxer. È praticamente nudo, mentre io ho ancora la canottiera che ho indossato dopo la doccia e i pantaloncini, i capelli sono un groviglio alle mie spalle e hanno umidito il cuscino. È tardi e devo aver dormito tutto il giorno.

Chris sarebbe voluto andare a fare un giro, ma si è ritrovato un ghiro nel letto e deve essersi annoiato moltissimo per vegliare su di me. Scosto le lenzuola calde che mi sono state accucciate fin sopra le spalle e scendo dal letto piano, sentendomi completamente riposata. Decido di raggiungere la finestra, per chiuderla ed evitare che il venticello della notte domani ci provochi la gola secca ma rimango qualche minuto a fissare la città sotto di me.
Le case basse sono immerse in uno sfondo blu, non nero, che riflette la luce del mare evanescente a pochi metri di distanza dal centro attivo della cittadella. Le fiaccole sparse di qua e di là per le strade producono quel leggero tepore che galleggia sui tetti regalando una dolce sinfonia di riposo.

Sono davvero a Creta, in Grecia, lontana chilometri di mare da casa mia. Insieme a Chris.

Un grugnito mi fa girare, Chris ha disteso le braccia verso la mia parte di letto e immagino il mio corpo, avvinghiato a lui, che si riscalda. Mi riavvicino e m'infilo di nuovo sotto le lenzuola calde per stargli accanto. Mi accoccolo sul cuscino e subito una sua gamba finisce tra le mie, aggrovigliandosi a me come fossi un pupazzo. Lo guardo dormire e anche se mi sento una guardona, rimango così finché i miei occhi non distolgono l'immagine che ho di lui. Presto i contorni del suo volto cominciano a sfumare, le sue ciglia che sbattono alla pelle chiara sfocano sullo sfondo, le tempie si allargano, il mento di allunga. È come se stessi vedendo un altro Chris, forse il vero lui, quello che ha dentro. Poi capisco che ho solo sonno, che l'ho fissato così a lungo e così attentamente, che i miei occhi e la mia mente fanno i capricci. È come ripetere una stessa parola fino a che perde, per momentanei secondi, il suo significato.

Chris, Chris, Chris, Chris, Chris, Chris, Chris, Chris... no, lui non perde mai significato.

Mi addormento con il suo nome tra le labbra.

Dopo un'abbondante colazione con Ariston ed Eudokia, Chris mi convince ad andare ad affittare delle biciclette per girare la città come fossimo giovani indigeni che si fanno un giretto.

<<Stammi dietro>> grida da sopra una spalla mentre alza il sedere dal sellino e comincia a pedalare a perdifiato per le strade del porto. Io vado più piano, ho paura di investire qualcuno o di fare un bel capitombolo. Ripeto una miriade di "Scusi", oppure degli "Attenzione!" ma solo dopo aver intravisto degli sguardi corrucciati rivolti alla mia persona ho capito che non mi potevano capire, per loro stavo solo farfugliando per strada mentre pedalavo al seguito di un pazzo.

<<Aspetta>> esclamo io più di una volta e Chris è costretto ad aspettarmi, fermarsi e posare un piede a terra, poi quando sono più vicina ricomincia a correre. Quando arriviamo sul lungo mare, passiamo attraverso una pista ciclabile, e solo lì possiamo accostarci l'uno all'altra. Chris va più piano e ci godiamo il paesaggio nel pieno della giornata, con il sole che ci riscalda le braccia.

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora