What if...?

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Rincasò prima che facesse buio e il tramonto aveva appena lanciato sull'orizzonte sfumature rosee. Tra le mani aveva un mazzo di rose, quattro in tutto, da regalarne un paio ciascuno alle due bambine. Appena si chiuse la porta alle spalle, Guido fece capolino dalla cucina con le mani imbrattate di sugo e i capelli neri troppo lunghi che gli calavano sugli occhi. Le guance erano un po' infossate, le labbra rosse e gli occhi verdi, uguali a quelli della madre, lo stavano scrutando con intensità.

«Sei a casa.»

Chris posò le rose e le chiavi sulla panca dell'ingesso e si tolse la giacca, sorridendo al figlio maggiore. «Scusate il ritardo, ho trovato del traffico tornando indietro.»

Quindi si avvicinò al figlio e gli afferrò i polsi, alzando un sopracciglio.

«Che cosa state combinando in cucina?»

Guido nascose un secondo sorriso, questa volta pirata, e scappò via. Chris entrò nella sala. Il tavolo era colmo di bottiglie, contenitori e mestoli, le sedie erano a tratti bianche, ricoperte dalla farina, degli stracci erano ammassati sotto al lavello.

Guido era corso ai fornelli, continuando a mescolare in un pentolone del sugo profumato. Chris rimase immobile sulla porta a fissare i figli sbalordito.

Emma stava tagliando le patate con un coltello a punta tonda, indossava i guantoni da forno per la paura di tagliarsi e aveva difficoltà a creare delle fettine sottili e adeguate per il forno. Nina, con i capelli neri legati in una trecciolina storta dalla quale spuntavano ciuffi arruffati, correva dietro a Guido che le impartiva piccoli ordini.

«Nina, il sale. Mi passi il cucchiaio? Vuoi assaggiare? Attenta ai fornelli. Non toccare il forno!»

Chris fece un passo nella cucina e gli occhi delle figlie guizzarono su di lui.

«Papà!» esclamò sorpresa Emma, saltando giù dal tavolo.

Aveva i capelli in disordine, a tratti lunghi fino alle spalle e a tratti corti e spettinati che arrivavano al mento, segno che la crisi subita dopo il Natale stava lentamente scomparendo. Chris ricordava ancora vivacemente le urla di Nina quando aveva visto la sorella maggiore acciuffare un paio di forbisci e fissare il suo riflesso sbalordito nello specchio del bagno mentre con un pugno si acciuffava a ciocche i capelli e li tagliava. Chris era accorso come una furia, strappando di mano le forbisci dalla figlia e poi abbracciandola fortissimo.

«Sono uguali ai suoi» aveva sussurrato Emma poco dopo, mentre abbracciava il suo papà nel letto.

Adesso Emma stava lentamente recuperando e non si vergognava più di andare in giro con dei berretti per nascondere i capelli orribili. Aveva le guance sporche di olio, le labbra sporche di sugo e i vestiti completamente imbrattati.

Nina corse da Chris e gli abbracciò le gambe, come quando era una bambina.

«Ti piace la sorpresa?»

Chris era ancora sorpreso dall'immagine dei suoi figli indaffarati nella cucina, intenti a preparare la cena e dentro il suo petto il cuore si strinse in una morsa fatale. Si chinò su Nina, le lasciò un bacio tra i capelli e poi andò verso gli altri, salutandoli adeguatamente. Mise da parte quel lato del suo lavoro di papà nel quale aveva l'obbligo di raccomandarsi di stare attenti, infondo Guido aveva allontanato le sorelle dai fornelli ed Emma aveva su i guanti da forno.

Sapeva che non avevano bisogno di essere rimproverati ma piuttosto di essere lodati, per quanto erano forti e per quanto volevano bene al loro papà. Quindi assaggiò il sugo che stava preparando Guido e si complimentò con il maggiore che gonfiò il petto d'orgoglio e continuò a impartire ordini alla sorellina.

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora