Capitolo 25

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Sono le 3.30 di mattina e io ancora non dormo...
Sono stata fino all'una a leggere ma quando mi sono addormentata sono arrivati gli incubi.
Come ogni notte.
Questa volta però era peggio. Sembrava reale.
Scoppio a piangere senza motivo e decido di prendere una boccata d'aria.
A dicembre ovviamente.
In pigiama ovviamente.
Con le ciabatte di stoffa ovviamente.
Appena esco mi sento meglio e senza accorgermene inizio a camminare per le vie assolutamente a caso.
Sarà passato un quarto d'ora e mi ritrovo in una via abbastanza vicino a casa mia.
Lo so perché qui di giorno c'è una hamburgeria molto buona.
A un certo punto una figura si muove nell'ombra.
Caccio un urlo terribile.
È ha petto nudo e ha delle strisce in faccia...
E una bandana.
Aspetta una bandana?
"T-t-Taylor?"
"Chi sei?"
"Grace"
Silenzio.
"Davvero? Mi sa che ho bevuto troppo...pensavo di essere lucido ora ma evidentemente no."
"Non so se sei lucido o meno ma io ci sono sul serio...Sto in pigiama e ciabatte alle 3.30 di mattina e sò che è strano ma è così"
"Sei sincera?"
"Sono sincera"
"Allora siediti qui accanto a me"
"Ma non so ancora chi sei tu"
"Taylor Caniff"
Riluttante mi sedei.
Prudente mi dicono.
"Perché sei qui a quest'ora Grace?"
Questo non è Taylor. Lui non mi chiamerebbe Grace addirittura due volte di fila.
"Ho fatto l'incubo"
"Perché diamine glielo hai detto?"
"Non lo so coscienza tanto peggio di così..."
"In effetti"
"Non sapevo facessi degli incubi...Grace col pigiama degli unicorni"
"Qui nessuno lo sa...Taylor con la faccia dipinta."
"Se vuoi puoi raccontarmi sai? Avrò tutti i difetti del mondo ma mai dirò a nessuno quello che mi acconti e se vuoi me lo dimenticherò"
Sentivo che era sincero.
"Taylor...Non ho mai detto a nessuno di tutto questo. Perché dovrei dirlo a te? Te che mi hai fatto soffrire tanto, ingannandomi e prendendomi in giro?"
"Hai ragione. Sai sono qui per te ora. Non riuscivo a stare alla festa perché mi ricordavo dell'altra sera e di quello che ti ho fatto."
Annuii
"Ti siedi di fianco a me perfavore?"

Ovviamente il mio fantastico cervello mi diceva che non era la cosa più intelligente da fare.
Alle 4 di notte sedersi di fianco ad un ragazzo ubriaco in parte, in pigiama con gli unicorni.
Ma lo ignorai ovviamente.
E incominciai a parlare.

Marzo. Di quello stesso anno.
Mamma e papà ci chiamano dalla cucina e io e Hilary li raggiungiamo.
Sono tesi e si tengono per mano.
Spero che non partiranno di nuovo perché sono tornati da poco e hanno promesso che fino a giugno sarebbero rimasti con noi.
I miei lavoravano assieme e viaggiavano spesso. Circa una volta ogni due o tre mesi partivano per due settimane in capo al mondo.
Noi stavamo con una nostra vicina odiosa che non sopportavamo anche se spesso eravamo sole.
Quando li ho visti così il sorriso mi si spense sulle labbra.
"Io e la mamma abbiamo ricevuto una chiamata di emergenza da Ivan. Il loro capo. C'è una nave da crociera che parte dopodomani per la prima volta verso Sidney.
Staremo via solo 10 giorni...torniamo con l'aereo per fare più veloce.
I miei lavoravano come organizzatori sulle crociere che partivano per il loro primo viaggio.
Mi ricordo che sono scoppiata a piangere e gli avevo detto che erano dei bugiardi. Che avevano promesso che sarebbero restati.
Ma non sò restare tanto arrabbiata.
Quella sera ero già ad avevobbracciarli lasciando il posto alla tristezza rispetto alla rabbia.
Il giorno dopo facemmo un picnic al parco mangiando i tramezzini col tonno. Me li ricorderò sempre.
Con la maionese e l'insalata.
Alle 5 di pomeriggio del giorno dopo li accompagnammo al porto.
Mia mamma mi abbracciò e mi baciò dicendomi che sarebbero tornati prima che venisse a piovere.
Diceva sempre così lei.
Sii sempre gentile Grace. Vai sempre quello che è più giusto anche se devi perderci qualcosa. Ti voglio bene》
Abbracciati mio padre e li vedi sparire.
Per sempre.
Ci fu un temporale terribile e il mare si alzò così tanto da far allegare la nave. Non morirono in tanti ma i miei genitori non erano passeggeri.
Loro erano controllori e organizzatori e per questo sono dovuti rimanere sul ponte ad aiutare a loro rischio e pericolo.
Non tutti lo hanno fatto ma loro prendevano sul serio il loro lavoro.
Troppo.
Mi diedero la notizia a scuola quando la polizia entro in classe e mi portò via.
C'era mia sorella che urlava e piangeva e io ero allibita.
Quando me lo dissero rimasi immobile. Pensavano stessi avendo un colpo al cuore ma per fortuna non fu così.
Piansi per al prima volta solo quella sera da sola. Tutta la notte.
Non erano i genitori perfetti. Spesso assenti e non troppo curanti dei figli.
Ma erano la mia mamma e il mio papà.
In un secondo non esistevano più.
Io e Hilary non ci parlammo più tanto dopo quel giorno. Sò che la mamma ne sarebbe rimasta triste ma non avevamo nulla da dirci che non finisse con l'argomento naufragio.
Il centro sociale mi voleva mandare in orfanotrofio ma per fortuna mia sorella maggiorenne mi tenne con .
Non potevamo più vivere lì. Troppi ricordi.
Ci trasferimmo qui. Il primo posto disponibile.
Ogni notte sogno che la mamma e il papà mi diano la colpa. Dicono che la loro morte è colpa mia.
Ed ecco la mia storia.

Taylor non dice nulla. Mi abbraccia.
L'unica cosa di cui avevo bisogno.
Solo ora mi rendo conto di aver confidato il mio più grande segreto a Taylor Caniff.
Ma ormai è tardi.
Resto tra le sue braccia e non posso chiedere di meglio.
Mi addormento lì.

Buona sera everybody.😚
Il capitolo è un po triste😢ma dovevo raccontare il suo passato prima o poi...Se poi lo possiamo raccontare sedusedute accanto ad un Taylor senza maglia ancora meglio😏
Comunque....commentate e votate💙

-miss bandana❤

Taylor Caniff|| The King Of BandanasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora