Capitolo 1

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"NO... Ti prego non sparare, io non ho detto niente, non ho idea di come i federali lo siano venuti a sapere...", sento l'uomo implorare.

"Non mi interessano le tue scuse, ormai è troppo tardi!", replica la donna con voce fredda e distante. Pochi secondi dopo si sente uno sparo e il tonfo del corpo che cade a terra.

In questi pochi mesi gli eventi si sono evoluti troppo in fretta e nessuno di noi se ne è accorto. Assistere all'esecuzione di quel poveraccio è stato impressionante ma forse è il caso di fare un passo indietro e partire dall'inizio di questa storia....

Circa quattro mesi prima...

[Clarke POV]

Questa mattina, quando mi sono svegliata, non avrei mai immaginato che sarebbe stato il giorno che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Ma cominciamo dall'inizio.

Sono l'agente speciale dell'FBI Clarke Griffin della divisione Crimini Organizzati, lavoro negli uffici federali di New York dove sono nata e cresciuta. Ormai è da 5 anni che ho lasciato Quantico, e grazie ai miei sforzi ho conseguito diversi traguardi: miglior combattente a corpo libero e miglior tiratore scelto. Essendo terribilmente ambiziosa e determinata, attualmente, sono a capo della mia squadra. Non siamo in molti a dire la verità ma siamo tutti preziosi ed essenziali. Sono veramente fiera ed orgogliosissima del nostro gruppo. E lo è anche il nostro direttore, Marcus Kane, soprattutto per tutti i casi che riusciamo a risolvere.

La mia squadra è composta da tre validi elementi, oltre a me naturalmente: Octavia Blake, molto brava a capire le persone (forse per il suo master in psicologia), esperto artificiere e ottimo tiratore scelto, Raven Rayes esperta informatica, ingegnere meccanico e da non sottovalutare neanche nel combattimento corpo a corpo, ed ultimo, ma non di importanza, abbiamo Wells Jaha, ottimo combattente e bravissimo cecchino.

Ora che ho finito le presentazioni, posso raccontarvi della mia giornata catartica.

Come tutti giorni, arrivo in ufficio alle 9 di mattina. Stringo il bicchiere di caffè, vitale per svegliarmi, in una mano mentre mi dirigo a grandi passi nel mio ufficio. Non faccio in tempo a posare la borsa e la bevanda sulla scrivania che suona il telefono.

"Griffin... Buongiorno signore... Ok, arrivo subito", sospiro riagganciando.

Beh chi ben comincia... non sono neanche arrivata e subito mi tocca andare a rapporto dal direttore... La mia speranza di una giornata tranquilla va letteralmente in fumo.

Arrivo alla porta di Marcus Kane e busso.

"Avanti!".

"Buongiorno signore!", esclamo entrando.

"Clarke, chiudi la porta e siediti per favore", mi dice con tono ansioso. Faccio come dice e comincio ad innervosirmi. Odio avere sorprese il lunedì mattina.

"Ho appena ricevuto una chiamata da Washington, sono decisamente preoccupati di come stiamo seguendo il caso del clan Grounders. Il cerchio dei loro traffici si sta allargando: le città coinvolte stanno aumentando, oltre New York naturalmente, si sono aggiunte Boston, Chicago, San Diego, Los Angeles, Philadelphia e Washington... Dobbiamo assolutamente fermarli!".

"Ha ragione signore, ma sono dannatamente bravi a coprire le loro tracce, sono sempre un passo davanti a noi, le nostre retate sono state tutte dei buchi nell'acqua. Non fanno mai un passo falso... tutto quello che abbiamo sono ipotesi e prove circostanziali e non bastano per degli arresti. Stiamo indagando ancora sulla Woods Corporate, ma non abbiamo trovato niente di niente, sono terribilmente furbi... credo che Lexa Woods sia una persona molto astuta ed intelligente!", replico frustata.

In the Arms of the EnemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora