Capitolo 29

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[Lexa POV]

Neanche il tempo di chiamare Lyncol e Nyko che ce li troviamo davanti. Io ed Anya li aggiorniamo sulla situazione, omettiamo qualche dettaglio per non dilungarci troppo, ma il quadro generale risulta chiaro a tutti: Titus è fuori di testa ed ha rapito Clarke, un'agente dell'FBI.

"Commander, sempre ai tuoi ordini", rispondono all'unisono.

Così ora ci troviamo al piano interrato, nelle sale blindate.

Secondo la piantina che stiamo consultando, in una delle due sale per gli interrogatori, dovrebbe esserci un passaggio, probabilmente nascosto da un finto muro, che porta ai sotterranei.

Controlliamo centimetro per centimetro la stanza finché io non noto dell'aria provenire da una parete.

"Ehi ragazzi, credo di esserci... sentite qua", dico indicando una fessura.

"Sì, credo che tu abbia ragione Lex. Questo mi sembra cartongesso... è una finta parete... dobbiamo trovare il modo per aprirla".

"Lasciate fare a me e Nyko", interviene Lyncol facendoci spostare.

I ragazzi sfondano la parete e quello che vediamo ci lascia senza parole... ci sono delle scale che portano ad un sotterraneo.

Percorriamo il lungo corridoio e notiamo delle celle ai lati... mi affaccio e noto degli strumenti di tortura.

Non avrei mai creduto che mio zio potesse essere così efferato... malvagio e despota sì, ma mai avrei pensato che in lui ci potesse essere il male allo stato puro.

Continuiamo ad avanzare, quando sentiamo la voce di mio zio.

"Ci siamo Lex, ragazzi tenetevi pronti!", esclama Anya prendendo la pistola. I ragazzi imbracciano i mitra mentre io impugno la mia magnum.

Ad ogni passo le grida si fanno sempre più vicine, poi la sento... la voce di Clarke. Il cuore quasi mi si ferma.

"Tu, stronzo! Figlio di puttana! Non sai niente di lei, non la conosci. Lei è speciale, e non meritava, nel modo più assoluto, la vita a cui l'hai costretta. Lexa è la persona più buona che abbia mai incontrato... è dolce e gentile, e merita tutto l'amore che questo mondo ha da dare. Forse hai ragione, non riuscirà mai a perdonarmi, ma io non smetterò mai di amarla, di difenderla come posso, e questo finché avrò fiato in corpo. E tu puoi star tranquillo che la pagherai cara per tutto quello che le hai fatto".

Clarke, ti prego resisti, sto arrivando!

"Sì, sì, questo lo hai già detto. Comincio ad annoiarmi dottoressa... voi due... cercate di farla ragionare!".

Sento dei gemiti di dolore finché le sento urlare il mio nome.

"Presto, dobbiamo entrare", dico ancora sconvolta da quello che ho sentito.

Dopo qualche tentativo ci riusciamo e quello che vedo, mi gela. Il corpo di Clarke è ricoperto di sangue ed è appeso al soffitto, legato con delle catene. Appena entrati credo di averla sentita mormorare il mio nome, e poi, subito dopo, l'ho vista perdere i sensi.

La rabbia comincia a salirmi in corpo e, con essa, anche l'adrenalina.

"Brutto figlio di puttana! Che cosa le hai fatto?".

Mi avvento contro Titus e lo sbatto violentemente contro il muro. Comincio a picchiarlo con tutta la rabbia che ho in corpo. L guardie cercano di bloccarmi ma Anya e i ragazzi li sistemano in un secondo. Non riesco a fermarmi, continuo a riempirlo di botte, ormai è una maschera di sangue.

In the Arms of the EnemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora