Capitolo 5

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[Clarke POV]

È notte fonda, ho controllato più volte Lexa e la sua flebo. Poi, stanca, ho provato a riposare un po' ma niente... i miei occhi sono sempre fissi su di lei... sembrano attratti come da una calamita. Questi traditori, insieme alle mie emozioni, formano un team micidiale a cui resisto a fatica. Penso e ripenso alle parole che ho sentito poco fa, e non riesco ancora a comprenderle a pieno... Com'è possibile che la boss della più potente organizzazione malavitosa di tutti gli Stati Uniti d'America abbia dei rimorsi? Che si faccia degli scrupoli? Che abbia dei sensi di colpa? Che voglia morire per lenire il suo dolore interno? Com'è possibile?

Mi avvicino al suo letto per l'ennesimo controllo. Dorme profondamente. È più forte di me, le accarezzo dolcemente la mano... ho bisogno di un contatto fisico, non so neanche io il motivo. A quel tocco un brivido mi pervade il corpo. Continuo a guardarla con intensità, come se volessi imprimermi nella mente ogni suo lineamento, ogni suo tratto. Dio quanto è bella! La vedo muovere la testa nel sonno ed una ciocca di capelli non autorizzata le copre il viso. La mia mano, senza neanche chiedermi il permesso, agisce d'impulso, la rimuove delicatamente, portandogliela dietro l'orecchio. Quel gesto mi spinge ad avvicinarmi sempre di più a lei. Ora il mio viso è a pochi centimetri dal suo. Fisso con insistenza le sue labbra di un rosa delicato. Ho una voglia matta di baciarla... di sentire il suo sapore... Clarke, ma che ti prende? Lexa è il nemico! Ma come può essere il nemico se, quando sono vicina a lei, il mio cuore comincia a battere all'impazzata e provo dell'emozioni mai sentite prima? Come può esserlo? Sono ad un passo dall'azzerare la distanza tra di noi e baciarla quando un suo movimento mi ridesta e mi allontano repentinamente.

"Che succede?", mi chiede allarmata.

"Niente... Non succede niente... stavo controllando il tubo della flebo... Capita a volte che il paziente mentre dorme lo schiacci... e questo non è per niente salutare", rispondo cercando di celare il mio più completo imbarazzo.

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[Lexa POV]

Sto dormendo o sono sveglia? Non so rispondere a questa domanda. Sento che qualcuno mi accarezza dolcemente la mano. La sua delicatezza mi scatena dei brividi lungo tutto il corpo, mi provoca un benessere mai provato, mi rilassa, mi fa sentire in pace con me stessa. Sì, sto decisamente dormendo e questo è un bellissimo sogno. Percepisco un altro tocco, questa volta sul viso... alcuni capelli vengono spostati dietro l'orecchio con la stessa premura e delicatezza della carezza di prima. Mi sento come se fossi in un limbo. Sono forse in paradiso? È stranissimo continuo a sentire questo benessere che mi dà la pace più assoluta... ad un certo punto sento un respiro caldo sul mio viso, un sospiro, ma non è il mio... e poi lo percepisco... il suo profumo, lo riconoscerei tra mille, mi inebria la mente... Ci metto un po' a capire cosa sta succedendo... E malgrado io abbia un bisogno immenso di essere baciata da lei, non posso assolutamente permetterglielo... così, in modo decisamente goffo, fingo di svegliarmi.

"Che succede?", chiedo simulando la voce impastata.

Lei, imbarazzata, abbozza una scusa. Ovviamente non credo ad una sola parola. Continuo a fissarle il volto, scivolando sulle sue labbra più volte.

Perché stavi per baciarmi, Clarke? E perché non te l'ho permesso? Dio solo sa quanto avrei voluto che tu lo facessi, e quanto io ne avessi avuto bisogno.

Le domande continuano a formarsi numerose, facendomi quasi esplodere la testa. Devo assolutamente fare qualcosa per uscire da questo buco nero che mi sta risucchiando.

Butto l'occhio sul comodino e trovo la scusa perfetta.

"Clarke, mi daresti un bicchiere d'acqua per favore?".

In the Arms of the EnemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora