[Clarke POV]
Sono già passati un paio di giorni dalla sparatoria, e le tue condizioni non sono per niente migliorate. Io ed Anya ci siamo stabilite nella tua camera, non volendoti abbandonare neanche per un secondo. Non mi ricordo l'ultima volta che ho dormito... non ci riesco. Appena chiudo gli occhi, rivivo la scena di quella sera, di te che mi proteggi con il tuo corpo e che subito dopo ti accasci, tenendoti stretta lo stomaco... di me che cerco di tamponarti la ferita... e poi... tutto quel sangue... il tuo sangue.
Così non dormo da almeno due giorni, sto andando avanti a suon di caffè, ne avrò bevuti almeno una trentina. Ho paura ad addormentarmi e, non solo per i ricordi che mi assalgono la mente, ma anche per il fatto che ti potresti svegliare ed io non sarei lì, pronta al tuo fianco... e questa sarebbe una delle cose che non riuscirei mai a perdonarmi.
Mi giro verso Anya e la vedo distesa sul divano della tua camera che dorme. Finalmente è riuscita ad addormentarsi.
Penso al bene che ti vuole e che tu vuoi a lei... a quanto la vita sia stata crudele con voi, e a tutto quello che avete dovuto passare... e un sorriso amaro compare sul mio volto.
Un tocco delicato sulla mia spalla mi fa sobbalzare, ridestandomi dai mie pensieri. D'istinto mi volto e vedo il viso di Indra sorridermi.
"Clarke, rimango io con Lexa. Tu ed Anya siete qui da giorni avete bisogno di riposare... perché non tornate a Polis? Anche solo per un paio d'ore ...", il suo tono è talmente dolce e supplichevole che non me la sento di dirle di no...
Così sveglio Anya e, anche se, obietta la trascino alla villa.
Lyncol è stato dimesso quasi subito, e non ci ha pensato neanche per un secondo a rispettare il riposo che gli avevano prescritto i medici... così ora, io ed Anya siamo in macchina con lui diretti verso la tenuta. Anya continua a lamentarsi del fatto che non voleva lasciare l'ospedale, ma io e Lyncol cerchiamo di non darle troppo peso, finché, all'ennesima protesta, non ci vedo più.
"Anya, adesso piantala! Anche io non la volevo lasciare, cosa credi? Ma siamo stanche morte, non chiudiamo occhio da giorni e abbiamo bisogno di riposo, se non vogliamo finire in quel letto anche noi, quindi chiudi il becco e cerca di rilassarti!", sbotto alzando la voce.
Lei e Lyncol mi guardano stupiti della mia reazione. Fa per ribattere, ma distoglie subito lo sguardo rifugiandosi nei suoi pensieri.
Quando arriviamo alla villa, saluto velocemente tutti ma, invece di andare alla dependance, corro nella stanza di Lexa, chiudendomi dentro. Mi raggomitolo sul letto stringendo intensamente il suo cuscino che profuma ancora di lei, e, senza neanche accorgermene, mi addormento.
///
Mi sveglio di soprassalto, piangendo, mentre grido il tuo nome. Quasi non riesco più a pronunciarlo senza versare una lacrima.
Guardo l'ora: sono le cinque del pomeriggio.
Ho dormito circa sei ore.
Solo quando mi alzo, mi accorgo di stringere ancora il tuo cuscino. Prima di metterlo a posto, mi inebrio un'ultima volta del tuo profumo, pensando a quanto la tua mancanza mi faccia sentire vuota.
Cerco di ricompormi velocemente ed esco dalla tua camera.
Giù in salotto trovo Anya intenta a leggere dei
documenti.
"Ehi, sei riuscita a riposare un po'?", le chiedo speranzosa.
"Ciao Clarke. Beh, credo di aver dormito un paio d'ore. E tu?".
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In the Arms of the Enemy
FanfictionLa storia è ambientata nel 2028 in una New York futura ma non tanto diversa da quella attuale. Lexa Woods è il CEO dell'azienda più prestigiosa di New York, la Woods Corporate, ma questa è solo una facciata... infatti, in realtà, è il Commander de...