[Clarke POV]
Sono ormai passate un paio di settimane da quella sfuriata nell'ufficio di Titus. Ogni sera io e Lexa stiamo insieme, il più delle volte viene lei nella dependance per evitare di discutere di nuovo con suo zio. Anche se cerca di non darlo a vedere, si vede che è preoccupata. Io cerco di fare del mio meglio per starle vicino, nonostante ciò mi sento abbastanza inutile. La spada di Damocle che mi pende sulla testa è un ottimo promemoria... il fatto di non riuscire a dirle la verità, mi fa sentire sempre più uno schifo. Tutte le volte che la guardo, mi sento in colpa... ma se la voglio salvare ho bisogno di più prove e, ora come ora, non ho niente in mano.
Ogni giorno continuo a fare rapporto... anche su quel fronte non ci sono molte novità. I tizi della Triade sono riusciti ad uscire grazie a dei cavilli legali, e Raven continua a ricevere delle informazioni su piccoli traffici e pedine minori da quel contatto anonimo. Sto cercando di individuare questo informatore, ma nonostante io sia all'interno dell'organizzazione, non ho la più pallida idea di chi possa essere. È diverso tempo che mi sto guardando intorno, sempre con occhi ed orecchie aperte, ma niente.
Stamattina Anya mi ha detto che il mandante dell'attentato a Lexa è Yamamoto: la squadra di Niko ha trovato prove schiaccianti che lo confermano.
Naturalmente ho finto di essere indignata e sorpresa, congratulandomi mentalmente con Raven e le sue false tracce.
Ora sono qui, nella 'mia casetta' che non faccio altro che pensare. Penso a lei naturalmente, e penso al piano per boicottare il carico di cocaina previsto per stasera. Dagli ultimi accordi dovrebbero essere Niko e la sua squadra ad occuparsene. Potrebbe essere un'ottima occasione per far intervenire l'FBI, così potremmo incastrare anche elementi della Triade ed avrei un po' di respiro per cercare delle prove schiaccianti su Titus.
Afferro il cellulare e, con la solita procedura, chiamo Octavia.
"Ciao boss. Come vanno le cose?".
"Ehi O... Sto facendo dei progressi, o almeno credo... comunque ho una traccia...".
"Fantastico, sono tutta orecchi!".
"Ci sarà del movimento stasera intorno a mezzanotte ad Hunters Point. I Grounders attaccheranno il carico di cocaina della Triade in arrivo dalla Cina... so che il dispiegamento di uomini del clan non sarà eccessivo, infatti non ci saranno i pezzi grossi, ma magari sarà l'occasione per arrestare qualche pedina che ci potrà aiutare a smascherarli", dico tutta di un fiato per paura di non riuscire a finire la frase.
"Grandioso, stasera ci faremo trovare pronti. Ottimo lavoro capo!".
"Grazie Octavia, ma è solo un inizio... mi sto conquistando la fiducia di tutti. Il più restio ovviamente è il capo assoluto, Titus Woods. Io credo che lui non si fidi di nessuno, nemmeno di sua figlia".
"Pazienza Clarke, vedrai che riuscirai a conquistare anche lui".
"Sì, ci spero. Ora devo andare. Ciao Octavia".
"Ciao bionda!".
Chiudendo la chiamata mi sento sempre peggio; facendo il mio dovere, implicitamente, tradisco la donna che amo, e questa cosa mi logora dentro. So di fare la cosa giusta facendo rapporto ad Octavia, e so anche che sarà abbastanza indolore per gli affari di Lexa, ma, nonostante ciò, questa situazione mi fa sentire male. Sospiro pesantemente cercando di concentrarmi su altro, ma improvvisamente i suoi occhi verdi si fanno largo tra i miei pensieri. Devo trovare il modo di entrare nelle sale off limits, non posso andare avanti così, mentendole ancora, devo assolutamente riuscirci. Avanti Clarke, puoi farcela!
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In the Arms of the Enemy
FanfictionLa storia è ambientata nel 2028 in una New York futura ma non tanto diversa da quella attuale. Lexa Woods è il CEO dell'azienda più prestigiosa di New York, la Woods Corporate, ma questa è solo una facciata... infatti, in realtà, è il Commander de...