[Clarke POV]
Un raggio di sole entra prepotentemente nella camera e mi abbaglia, sento il suo calore sul mio viso. Tento di aprire un occhio ma la luce è accecante, provo a spostarmi ma non ci riesco. Sono su un fianco, due braccia mi tengono strette, sulla mia schiena percepisco il calore di un corpo che mi sta abbracciando... poi sento il suo profumo inebriarmi le narici, e di colpo mi tornano in mente i flashback della notte scorsa. Sgrano gli occhi. Lexa! Oddio, sono andata a letto con il nemico! È assurdo: non sono neanche due giorni che mi sono infiltrata! Ma come posso essere stata così stupida?!
Facendo attenzione a non svegliarla cerco di svincolarmi dal suo abbraccio. Afferro la prima maglietta che trovo e l'indosso velocemente... Cerco disperatamente i miei slip, che fortunatamente trovo subito, prendo il cellulare e mi rifugio in bagno.
Chiudo la porta, scivolando a sedere contro di essa.
Mi afferro la testa tra le mani. Come posso aver ceduto così alle mie emozioni? Ora come farò a portare a termine la missione? Come? Non dovevo lasciarmi coinvolgere per nessun motivo... E invece quello sguardo, quel sorriso, la sua dannatissima bellezza mischiata ad una gentilezza improvvisa mi sono stati fatali. Ed ora cosa devo fare? Come posso continuare?
Scuoto la testa ma le domande continuano ad affollare la mia mente. Sospiro cercando di regolarizzare il respiro... non mi ero neanche accorta di essere in apnea.
Guardo il display del cellulare intensamente finché non mi decido e faccio la solita procedura per contattare Octavia.
"Ehi, buongiorno CG. Come va da quelle parti?".
"Ciao Octavia...", sussurro per non farmi sentire.
"Perché bisbigli boss? Sei nei guai?".
"Sì, e anche belli grossi O... ieri notte ho bevuto qualche birra di troppo e...".
"E... cosa?".
"E... sono andata a letto con Lexa...".
"TU COSA?".
"Hai sentito bene Octavia! E ora ho paura di aver compromesso l'intera missione... Non so come risolvere il gran casino che ho combinato...", replico con voce spezzata.
I miei occhi si inumidiscono e faccio fatica a trattenere le lacrime.
"Clarke, per prima cosa calmati e respira profondamente... per seconda... le hai detto qualcosa di compromettente che ti possa far smascherare?", mi chiede sempre più preoccupata.
"Le ho raccontato di quello che è successo in marina dopo la morte di mio padre, dell'insabbiamento e del congedo...".
"Nient'altro?".
"No O, nient'altro! Ma mi sembra già più che sufficiente, non credi?", affermo sarcasticamente.
"È tutto a posto boss. Sistemiamo tutto io e Raven. Vedrai che la tua copertura sarà solida come una roccia... Per il resto... tu come stai?".
"Non lo so Octavia, proprio non lo so... Mi ha mostrato un lato di lei che non avrei mai immaginato. È dolce, gentile, è stata messa a dura prova dalla vita e dalle scelte che ha dovuto compiere. Ho percepito un dolore immenso e moltissimi sensi di colpa, che cozzano molto con la figura che conosciamo noi di donna spietata e senza un briciolo di coscienza e morale".
"Oh oh, mi sa che qualcuno si sta innamorando...".
"Octavia, ma che dici? Non lo dire neanche per scherzo! Non può accadere di nuovo, non con lei... Lei è il nemico...".
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In the Arms of the Enemy
FanfictionLa storia è ambientata nel 2028 in una New York futura ma non tanto diversa da quella attuale. Lexa Woods è il CEO dell'azienda più prestigiosa di New York, la Woods Corporate, ma questa è solo una facciata... infatti, in realtà, è il Commander de...