[Lexa POV]
La serata prosegue molto lentamente, non faccio altro che stringere mani e intrattenere conversazioni noiose e, a volte, prive di senso. Meno male che c'è Anya al mio fianco, con lei e le sue battutine riesco a sopravvivere a questo supplizio. Io non so proprio come faccia, ma mia cugina è sempre a suo agio in questo tipo di serate, io invece mi sento come un pesce fuor d'acqua. Beh, diciamo che tutto il trambusto che ho scatenato con il mio annuncio non mi ha di certo aiutata, ma è una cosa che sentivo di dover fare, e sono felice di averla fatta. Dall'incontro con mio zio non sono più riuscita a scambiare neanche due parole con Clarke ed è questo il principale motivo della mia insofferenza. I nostri sguardi si cercano continuamente e quando si trovano, un sorriso fugace compare sulle nostre labbra, restituendomi per un attimo la serenità.
Una gomitata improvvisa di Anya mi riporta sulla terra.
"Ehi, ma che ti prende?", le chiedo guardandola storta.
"A me niente, è solo che volevo evitare di farti fare altre figuracce... stai sbavando di nuovo!", esclama mia cugina cominciando a ridere.
"Anya, smettila di dire cavolate! Io non sto sbavando...".
"Sì, sì, ed io sono il papa!", replica sarcasticamente.
"Fai pure la spiritosa! Tu piuttosto non hai niente da dirmi in merito ad un'avvenente agente dell'FBI dai tratti ispanici?", affermo cercando di provocarla.
"Mah...Fammi pensare... No... direi che non ho proprio nulla da dirti. Ho chiacchierato un po' con Rav... l'agente Reyes. È assai intelligente, e conversare con lei è molto stimolante...".
"Uhm, siamo già al nome di battesimo... È inutile che cerchi di negare mia cara cugina, tu conosci me, ma io conosco te... e so che ti interessa e anche molto!".
"Ok, hai vinto! Raven è una bellissima donna, molto intelligente e piena di talenti, poi c'è qualcosa nel suo sguardo che mi intriga da matti... è esattamente il mio tipo. Ma, Lexa, parliamoci chiaro... è dell'FBI, e non potrà mai succedere niente tra di noi".
"Anya questa è solo una scusa e tu lo sai".
"Forse... ma adesso non è il momento giusto", ribatte puntando lo sguardo su Raven.
"Promettimi che almeno ci penserai e non chiuderai subito la porta".
"Promesso!".
Mentre sono intenta a parlare con Anya, sento il profumo di Clarke inebriarmi e, subito dopo, un leggero tocco sfiorarmi la schiena. Un brivido attraversa il mio corpo, ed il cuore comincia a battermi forte nel petto.
"Scusa Anya, posso rubartela per qualche minuto?", domanda Clarke, palesando la sua presenza.
"Ma certo! Stava diventando un po' troppo insofferente per i miei gusti", risponde con un sorrisetto complice mia cugina.
Io non dico una parola e mi lascio trascinare da questa magnifica donna sul balcone per una boccata d'aria.
///
[Clarke POV]
L'istante dopo aver lasciato le labbra di Lexa ne sento già la mancanza... ma lei deve assolutamente affrontare questa cosa con suo zio, e, malgrado voglia stare al suo fianco, preferisco non imporre la mia presenza. Così me ne sto qui, quasi imbambolata, a guardarla, mentre, con Anya al suo fianco, lascia la sala.
Mi guardo in giro e, senza dare troppo nell'occhio, ne approfitto per fare due chiacchiere con il direttore Kane.
"Prima che tu dica qualsiasi cosa... tutto questo è stato necessario per non fare saltare la copertura", affermo cercando di difendere la mia posizione ai suoi occhi.
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In the Arms of the Enemy
FanfictionLa storia è ambientata nel 2028 in una New York futura ma non tanto diversa da quella attuale. Lexa Woods è il CEO dell'azienda più prestigiosa di New York, la Woods Corporate, ma questa è solo una facciata... infatti, in realtà, è il Commander de...