Capitolo 17

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[Clarke POV]

Le ultime due settimane mi sono scivolate tra le dita, sono stata molto impegnata sia con il lavoro ufficiale come dottoressa e agente operativo Grounders, sia con quello ufficioso, come infiltrata dell'FBI. Così ho avuto pochi momenti per riflettere sugli ultimi eventi successi, ma uno su tutti continua ad insinuarsi nella mia mente, non dandomi tregua. È curioso, mi sarei aspettata delle ripercussioni da parte di Titus, in merito alla retata dei federali al carico di Yamamoto, ma stranamente non ce ne sono state. Lui ha ascoltato il rapporto di Lexa ed è rimasto lì, in silenzio, ad ascoltare, non ha né sbraitato, né inveito, niente di niente. La cosa sospetta è che non sembrava nemmeno arrabbiato e sinceramente questo suo comportamento non fa che innervosirmi. Che cosa avrà in mente? È impossibile che l'intervento dei miei colleghi non lo abbia minimamente infastidito. Starà sicuramente tramando qualcosa, ma cosa?

Cerco di liberarmi la testa, ma da un pensiero passo subito ad un altro. In questo periodo io e Lyncol ci siamo dati un bel da fare per aiutare Lexa ed Anya con i preparativi dell'evento di domani sera: il galà di beneficenza Woods, e, ad essere onesta, sono un po' agitata. Alla serata saranno presenti sia il sindaco di New York, che il procuratore generale, persone che mi conoscono molto bene. E poi, quello che mi rende notevolmente ansiosa, è che prenderanno parte all'evento anche il direttore Kane, Octavia e Raven. Beh, a dire la verità, l'idea di trascinare alla serata Raven è stata mia. Ho pensato che lei potesse fare altre due chiacchiere con Anya, e lavorarsela un po' ai fianchi... del resto l'ultima volta che le ho viste insieme sembravano molto prese l'una dall'altra... e sapere qualcosa in più sulla figlia di Titus Woods non può che giocare a nostro favore.

Il problema più grosso è che in tutti i miei rapporti non ho mai fatto parola con Octavia della mia relazione con Lexa... se saltasse fuori non saprei come giustificarmi, anche se dubito fortemente possa accadere una cosa del genere. Visto che sono la sua guardia del corpo, dovrò comportarmi come tale.

Sospiro pesantemente. Continuo a rimuginare sull'intera faccenda, cercando di capire come fare. Forse dovrei dire tutto ad Octavia, trascurando ovviamente il fatto che amo davvero Lexa e che vorrei passare ogni singolo istante con lei.

Scuoto la testa ripetutamente per scacciare via tutti questi assurdi pensieri che non mi danno respiro, mentre cerco di prepararmi velocemente da mangiare.

Un'ora più tardi sento bussare alla porta e sussulto non aspettando nessuno. Non può essere Lexa, ultimamente è sempre così stanca, penso tra me e me. Curiosa, vado ad aprire, e quando la vedo un sorriso compare immediatamente sul mio volto.

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[Lexa POV]

Queste ultime due settimane sono letteralmente volate. Tra l'organizzazione della serata di beneficenza e l'acquisizione della Quinn Consolidated, non ho avuto un attimo per rilassarmi. La cosa peggiore, però, è che non sono riuscita a passare del tempo insieme a Clarke, e, per quanto la veda costantemente ogni giorno, continua a mancarmi da morire il poterla sfiorare, baciare ed abbracciare.

Domani sera ci sarà il galà e, ironia della sorte, sarà un mese esatto dal nostro primo appuntamento. Ad essere sincera, non riesco ancora a definire la nostra relazione, non ne abbiamo mai parlato. Quando possiamo, stiamo insieme, ridiamo, scherziamo, facciamo l'amore... sento che le potrei affidare la mia vita. La cosa che mi frena è la paura di fantasticare troppo, di illudermi di poter avere una vita felice insieme. Continuo a pensare che lei sia un bellissimo sogno e che, da un momento all'altro, io mi possa svegliare e ripiombare nella mia vita di prima, terribilmente triste e buia... ma poi incrocio il suo sguardo, vedo il sorriso che riserva solo a me, ed ogni mio dubbio scompare. Io la amo. È per questa ragione che voglio chiederle di accompagnarmi al ricevimento... non come mia guardia del corpo ma come mia compagna ufficiale. Mi rendo conto che il mio tempismo non è dei migliori, all'evento ci saranno persone ostili e non sarà per niente una serata allegra e rilassante, ma, egoisticamente, ho bisogno di sentirla al mio fianco, di poterle toccare la mano, di abbracciarla, di ballare con lei. Sicuramente lo zio Titus non approverà, anzi si incazzerà parecchio, ma non mi interessa. Per una volta nella mia vita voglio seguire il cuore e non la testa. Un paio d'ore fa ho cercato di parlare delle mie intenzioni ad Anya, ma non ci sono riuscita... cercava continuamente di mettermi di buonumore, e, per farmi ridere, ancora un po' si strozza bevendo il suo caffè. Abbiamo riso insieme come non succedeva da molto tempo, poi mi ha abbracciato forte, come se sapesse già ogni cosa.

In the Arms of the EnemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora