Capitolo 33

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[Lexa POV]

La vedo chiudere gli occhi e perdere i sensi.

Cerco di capire cosa sia successo. Mi accorgo che un proiettile le ha perforato lo stomaco e uno la spalla. Respiro cercando di non farmi prendere dal panico e comincio a tamponare le ferite.

Mentre premo sul suo stomaco, le lacrime inondano i miei occhi e, disperata, cerco di farla rinvenire.

"Clarke... ti prego, resta con me... non mi lasciare un'altra volta... ti prego...", la mia voce è rotta dai singhiozzi.

Sobbalzo quando sento qualcuno toccarmi la spalla.

Mi volto e vedo Anya.

Mi avvolge in un abbraccio, stringendomi forte.

"Tranquilla Lex, l'ambulanza sarà qui a momenti. Clarke è forte... andrà tutto bene...", mi sussurra al orecchio.

"Anya, non posso perderla, non di nuovo. Quei colpi dovevano colpire me, non lei...".

Il cuore comincia a battermi forte, inizio a sudare freddo, non riesco a respirare, e comincio ad avere la vista annebbiata.

"Adesso ascoltami Lex, devi respirare e cercare di calmarti... o ti verrà un attacco di panico... forza respira, respira insieme a me".

Seguo la voce di mia cugina, e, piano piano, riesco a regolarizzare il respiro, e, lentamente, sento il cuore calmarsi.

"Ecco, così brava... continua a respirare profondamente!".

In lontananza sento la sirena dell'ambulanza.

Resisti amore mio, devi resistere e tornare da me, Clarke.

I paramedici ci allontanano per poter fare il loro lavoro.

Li sento parlare e trafficare sul tuo corpo, cercando di salvarti.

Dopo qualche minuto ti caricano sulla barella e scompari dentro l'ambulanza.

Anya mi trascina con lei, facendomi salire sul mezzo di soccorso.

In pochissimo tempo arriviamo all'ospedale e sono costretta a lasciarti andare. Scompari dietro una porta scorrevole e io non riesco a far altro che pregare.

Anya mi accompagna nella sala d'attesa e mi fa sedere.

Mi accoccolo sulla sua spalla cercando di calmare il mio cuore impazzito e le mie lacrime incontrollabili.

Se solo non mi fossi comportata come una pazza, ora lei non starebbe lottando contro la morte. Stupida, sono una stupida. Lei mi voleva solo proteggere e io le ho rinfacciato cose che non c'entravano assolutamente niente, solo perché il rancore aveva avuto il sopravvento.

Io ti amo Clarke, sei la ragione della mia vita, solo ora ho capito che non posso vivere senza di te. Ti prego, torna da me.

///

Le ore passano a rilento in questo dannatissimo posto e non abbiamo ancora tue notizie. Comincio a girare avanti e indietro per la stanza cercando di placare la mia angoscia.

Anya si è allontanata un attimo per avvertire dell'accaduto Raven e Octavia. In meno di mezz'ora sono qui, insieme a noi.

Aspettiamo con impazienza tue notizie. Sono ormai diverse ore che ti hanno portato via da me, e nessuno ci ha ancora detto niente. Mi sento impotente. Non posso fare altro che pregare, e non sono nemmeno credente.

"Ehi Lex, perché non provi a riposare un po'?", mi dice Anya preoccupata per la mia salute.

"Anya, non riuscirei mai a riposare sapendo che Clarke è là dentro che lotta tra la vita e la morte!", replico cercando di stare calma... ma non mi riesce molto bene.

In the Arms of the EnemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora