«Chi diamine sei tu, come hai fatto ad entrare in camera mia?»
Era sempre la stessa reazione, ci avevi fatto l'abitudine ormai, e tu sapevi sempre come rispondere.
«Sono il fantasma di me stessa.»
E, sai, il tuo tono talmente è deciso che il ragazzo pare intimorirsi, ma tu osi la successiva frase, soffocando una risata.
«Sono Violet, la vicina di casa.»
E dopo aver controllato quà e là tra gli scatoloni del ragazzo, porgi la mano, che lui strinse, sussultando al contatto: eri ghiacciata, come un morto.
«Io sono Jeffrey..»
Era uno di quei ragazzi che di sicuro sono o sarebbero diventati i più conosciuti della scuola, semplicemente dal loro aspetto autoritario all'apparenza: i capelli castani erano corti ed un piccolo ciuffo ricadeva a coprir lo sguardo di un colore grigio, ed era alto, tanto, troppo alto.
«Ehi, mi sembri spaventato, tranquillo, non mordo mica! Mi piace il tuo stile, sai? Ho notato molte magliette dei Nirvana e di altre band varie, sono affascinanti.»
«Già, è la mia musica, quando la giornata inizia male posso sempre migliorarla con essa, è l'unico condotto ad un mondo tutto mio.»
Era piacevole azzardare una conversazione con un vivo, si poteva considerare intrigante come cosa, anche perché tu avevi proprio bisogno di distrarti, ma il moro prese alla lettera i tuoi pensieri, aveva gli occhi fissi dietro di te, e, girandoti, pur non scorgendo nulla, percepisci qualcosa, una presenza tormentata, piena di rancori e rimorsi: Tate. Nel momento in cui ti voltasti nuovamente verso Jeffrey, sentisti un sospiro sfiorarti i capelli, era per caso un avviso? Con il capo cercasti spiegazioni, ottenendo solamente un cenno negativo con la mano.
«Niente, mi sembrava di aver visto un ragazzo..»
«Sarà stato lo spirito di uno dei tanti che son morti qui, sai, questa è una casa infestata..»
Ma è più forte di te, come se non volessi che la verità uscisse allo scoperto in quel modo tanto ovvio, allora ridi, facendo ancora una volta rassicurar il fifone che non sapeva se prender per serie o meno le tue parole.
«Sei simpatica, mi piace.»
E poi dovevi aspettartelo, un messaggio: il libro caduto a terra dalla scrivania del ragazzo fece sussultare entrambi, eppure tu te lo sapevi in qualche modo, Tate infondo è imprevedibile, o forse prevedibile? E allora capisci di dover levare il disturbo, di dileguarti come una normale ragazza a casa sua.
«Devo andare ora, Jeffrey, ci rivedremo, sicuramente..»
E mentre lui era così immerso nei pensieri, cercava di convincersi che un motivo c'era se il libro posto a centro scrivania era caduto, così impegnato che quasi non sentì nenanche la tua voce, che solo facendo per andar attirasti la sua attenzione.
«Puoi passare anche domani, se per te va bene!»
«Va bene, allora, a domani, Jeffrey.»
E solcata la soglia della stanza, vieni riempita dei mille pensieri che prima si eran fatti da parte, ma ora dovevi solo preoccuparti di una cosa: Tate.
STAI LEGGENDO
Tainted Love || Tate And Violet
Fanfiction[...] Per un momento lui parve incupirsi, sorvolare i ricordi con rammarico e rabbia, quando colta alla sprovvista ti ritrovasti bloccata al muro col polso stretto dalla morsa del biondo, e solo un impercettibile sussulto ti lambì le labbra: non hai...