|Tate|
"Prima di te era tutto buio. Violet, sei l'unica luce che io abbia mai visto."
Ero ancora la causa della sua sofferenza, non potevo permettere si facesse ancora del male, non doveva pensare minimamente a ciò che sapevo stesse bramando, probabilmente non sapeva nemmeno quanto fosse importante per me, lei, che, dal primo momento in cui la vidi in quello stesso bagno, con le stesse intenzioni, era ed è sempre stata l'unica via di scampo, l'unica cosa giusta in tutta la mia miserabile e folle vita, una rosa così bella non poteva appassirsi, non me lo sarei mai perdonato.
«Violet..»
Qualcosa però scattò in me, capii che era il momento di metter fine a quella stupida sceneggiata, sapevo che pensieri aveva la fanciulla, e sapevo che non sarei riuscito a fermarla comunque, ma ciò che mi si presentò davanti appena sbloccata la porta con un fitto e forte colpo con la spalla, mi entrò dentro come veleno iniettato da un ago arruginito e dalla punta infinita: dolore lancinante al cuore, avrei voluto piuttosto svenire che rimanere ancora lì ad ammirar impietrito quella scena.
«VIO-VIOLET!»
Era successo, ciò che temevo di più: la ritrovai accasciata a terra, in una pozza di sangue, grondante dal collo e dai polsi, in questi ultimi incisi quattro tagli orizzontali ed uno verticale, e poco sopra la giugulare una lunga e profonda incisione: se non poteva morire materialmente, a star tranquilli, stava morendo interiormente. Mi fiondai subito su di lei, l'aria rotta dai miei singhiozzi e dai respiri affannati della ragazza che ora stringevo forte tra le braccia.
«Violet, perché..»
«Tate, i-io..»
Tossì, semplice, eppure fu la cosa più angosciante che vidi, su di lei, ovviamente: tossì, sangue però. Mi affrettai dal sussurrarle di stare in silenzio, cullandola tremolante a me, pur macchiandomi del suo stesso sangue, che, decisamente, stava perdendo troppo. La appoggiai delicatamente al muro, ancora accovacciata com'era, zoppicando inerme verso il mobiletto che conteneva, fortunatamente, cerotti e bende varie, rifilai un sospiro quando l'occhio mi cadde su una bottiglia di acqua ossigenata, vuota: ahimè, avrei dovuto usare ciò che trovavo sotto mano. Velocemente scesi in cucina, prendendo una bottiglia di vodka sopra mobili e mensole, invecchiata di chissà quanto, basta saper che era lì da quando..mia madre si trasferì alla csa accanto. Ma, insomma, mi serviva solo dell'alcool, niente di più. Risalii verso il bagno, Violet contorta in una morsa di dolore, teneva gli occhi socchiusi, non si lamentava neanche più.
«Violet, resta sveglia. Brucerà un po'..»
Beh, neanche l'avessi detto: tamponai con un fazzoletto l'alcool sulla ferita principale della ragazza, che subito lanciò un urlo soffocato, digrignando successivamente i denti. Morivo anch'io, al vederla così, ma il mio lavoro sembrò funzionare, il sangue si fermò, ma non avevo la più pallida idea di come chiudere la ferita, che ora che ci facevo caso era più profonda che larga. Optai per un semplice e strano cerotto, di quelli che usano i dottori professionisti, e le fasce, con gli altri cerottini ripulii i tagli sui polsi, scuotendo il capo e trattedendomi ogni volta dall'urlarle che tutto quello era sbagliato, e anche se non riuscivo, o meglio, non volevo accorgermene, per la seconda volta, ho temuto di poterla perdere stabilmente.
«Resta sveglia.»
Le continuavo a ripeterle, perché, dannazione, non volevo si lasciasse prendere dalla stanchezza e poi non svegliarsi più: un sonno di morte non sarebbe stato, ma un sonno di instabilità si. La presi in braccio delicatamente, dato che non riusciva a mugugnare, immaginiamoci a camminare, e stranamente, nella camera in cui ero diretto, non trovai nessuna bionda: meglio per lei, perché appena messa a letto e rassicurata Violet, non avrei esitato dal prendere la lametta che causò tutto quel disatro e a infilarla dritta dritta nella gola di quella troietta priva di attenzioni, mi convinsi fosse letteralmente scappata dalla casa, ma ora ciò di cui dovevo pensare era Violet, solo lei, che ora, aveva bisogno di me più di quanto ne avessi io di lei.
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Tainted Love || Tate And Violet
Fanfiction[...] Per un momento lui parve incupirsi, sorvolare i ricordi con rammarico e rabbia, quando colta alla sprovvista ti ritrovasti bloccata al muro col polso stretto dalla morsa del biondo, e solo un impercettibile sussulto ti lambì le labbra: non hai...