Capitolo 19

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«Posso entrare?»

La cosa che più mi faceva innervosire in tutto quel casino in cui ci eravamo cacciati? Il fatto di dover bussare per entrare nella mia stessa camera. Insomma, porca puttana, come mi è venuto in mente di tenere una viva in casa neanche fosse uno stupido cagnolino tascabile? Però c'è da ricordarsi che sto trattenendo i miei istinti per Violet, solo per lei, si, sto cercando di farle capire che di me si può fidare ciecamente, è l'unico modo che ho di farglielo notare: anche se è una specie di tortura stare con questa troietta mezza giornata.

«Ti ho portato da mangiare.»

Le avevo preparato dei toast ed una tazza di thè, nulla di ché, quello che ci voleva per rimetterla in forma, di certo non potevo drogarla, però comunque ne approfittai: prima guariva e prima se ne andava. Spero solamente non avrebbe reagito male alle pasticche che prendevo durante il periodo di depressione, ti danno una carica pazzesca, forse anche troppa..beh, se morirà saprò comunque il perché.

«Grazie..»

Eppure a me, dalla voce, sembrava star perfettamente. Certo, se io ero al suo posto, me ne sarei voluta andare subito, come merda fai a star tranquillo con degli spiriti che ti preparano da mangiare e ti rimboccano le coperte?! Comunque non mi piaceva quella ragazza, per nulla, avevo continuamente i suoi occhi addosso, anche sostenendo lo sguardo non sembrava minimamente intimorirsi. Pft, solite femminnucce dagli ormoni esuberanti.

«Non mi hai detto ancora come ti chiami, sai?»

E perché mai dovrei dirtelo, stronzetta? Finì in un attimo i due toast, e prima di iniziare a sorseggiare /molto rumorosamente/ la bevanda, mi squadrò in modo ambiguo: quella ragazza aveva qualcosa che non andava, e guarda l'ironia! Capitata in questa gabbia di pazzi.

«Tate, mi chiamo Tate.»

La voglia di conversare l'avevo nel sangue, sempre avuta infondo. Ero ancora in piedi accanto al letto, e strano caso volle che la sedia che ero solito usare per vegliare sul sonno di quella talpa fosse praticamente sparita, si, mi stavo sedendo a terra e l'avrei fatto! Se solo lei non mi prese un polso e mi fece zoppicare fino al bordo del materasso. Giuro, avrei potuto taglierle la mano in quell'istante.

«Io Jasmine!»

E chi cazzo te l'ha chiesto? Sorrisi comunque, un sorriso palesemente ironico, mi divertivo a sbeffeggiare, sempre se ciò non comprometteva risultati alquanto negativi, ma con una ragazza ferita, cosa potevo aspettarmi. Comunque lei non si accorse del gesto falso fattole, non saprei dire se fortunatamente o sfortunatamente. Aveva poggiato la tazza sul comodino e aveva ripreso a guardarmi. Quanto minchia poteva essere disturbata?!

«Tu e lei state insieme, vero?»

Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni, lo sapevi? Anuii sbadatamente. Aspetta, cosa? Io e Violet stavamo assieme? Ah, bah, ormai era la domanda esistenziale, però tra di noi tutto sembrava essersi risolto, e menomale. Ma quando sentii un calore diverso lambirmi la mano, mi resi conto che il mondo mi voleva proprio male: ero sempre io il preso di mira, appunto.

«Sei carino, sai?»

E vaffanculo.

Tainted Love || Tate And VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora