Capitolo 14

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Piccola nota: a descrivere i fatti non sarà Violet per questo capitolo, ma bensì, sarà la Casa.

«Mattina, ore 07:16, ci troviamo fuori dal cancello della Murder House. Il mio nome è Jasmine Powell, sono in compagnia di un ragazzo, nonché fratello, Spike Powell, ma questo non ha importanza.»

«Mi spieghi perché dobbiamo entrare lì dentro?! Non mi piace, e poi il nome della struttura dovrebbe già metterti in guardia, pensaci, Casa degli Omicidi..e se mentre camminiamo col nostro registratore viene un uomo e ci ammazza a tutti e due?! No, no, io lì non ci entro.»

«Spike, sei un fifone del cazzo! Va bene, vado io, mi puoi aspettare almeno all'interno, nel giardino?»

Piccoli adolescenti alla ricerca del paranormale, erano i soliti ficcanaso che non sapevano mai starsene al loro posto, lasciar stare i Morti e pensare ai Vivi. Violet li osservava dalla finestra di camera sua, assieme a Tate, che aveva una smorfia sul volto per nulla rassicurante: stavolta però non avrebbe fatto niente, gli altri spiriti erano sempre i primi ad arrivar quando in gioco c'era un succulento pasto mattutino.

«Avanti Spike, non è altissimo, lasciati, non ti fai nulla! Oh, al diavolo, un fratello così rincoglionito proprio a me doveva capitare. Mh, bene, sono entrata nella fatidica Murder House, la porta d'ingresso era socchiusa, forse altri prima di me hanno fatto visita a questa affascinante pozza di Morte. L'aria è respirabile, lo sbalzo della temperatura c'è eccome, da quasi l'idea che la Casa, nonostante vuota, continui a vivere. Fuori non c'è sole, il ché rende l'abitazione praticamente in penombra, ma, fortunatamente, ho portato una torcia. È..davvero enorme. Le pareti sono tappezzate, è una struttura di epoca Vittoriana, si capisce al solo sguardo. Ho fatto un giretto per la cucina, è messa più che bene, così come la grande sala che ho attraversato all'entrata, sembra che qui ci vivavo in senso letterale tutte le povere anime ammazzate, ho letto che se un corpo muore in uno specifico posto, il suo spirito rimane intrappolato lì, che sia una sedia a dondolo, un divano, oppure questa casa. Okay, sto salendo le scale per andare al piano di sopra, non so se si sente, ma gli scricchiolii sono continui, eppure la rampa è stabile. Sono dentro una stanza, credo che precedentemente questa era la camera di un giovane, ci sono dei poster strappati alle pareti di varie band.»

Dannati ragazzini, e dannati i loro cervelli curiosi e offuscati dagli ormoni, dannati tutti quanti, fortuna che stavolta la malcapitata non stava distruggendo nulla, a differenza dei twins. Oh, si, al proposito dei gemelli, elli si facevano vivi quando più era necessario, fortunatamente, stavolta gli spiriti buoni dovevano lasciar fare tutto a quelli cattivi.

«Ho sceso le scale, mi trovo davanti la porta della cantina.»
-Bisbigli incomprensibili.-
«Questo era il laboratorio di Charles Montgomery, un dottore..pazzo. L'odore qui è davvero nauseante, sa di cadavere, ew..»
-Rumore metallico estraneo.-
«Che cazzo?! Oh, un furgoncino giocattolo, mh.»

La casa si sta risvegliando, fanciulla, ti conviene andare.

«Ho preso il furgoncino, sono china a terra: è un semplice giocattolo di plastica, che presenta..graffi e solchi profondi scagliati ai lati. Credo lo porterò su, quando uscirò da qui.»
-Grugnito improvviso, poi un urlo.-
«Merda!»
-Respiri affannati, passi pesanti, uno sbattere di porta, gemiti soffocati.-
«Spike, Spike, via, usciamo, andiamocene! Spike!»

La casa ti si rivolta contro, bambina, non è sicuro.

«Spike..»
-Singhiozzi ben definiti, sussurri non conprensibili, versi animaleschi e, infine, un tonfo, seguito da un lungo urlo man mano ovattato, uno sbattere di porta, e il silenzio.-

Eravate stati avvisati..

Tainted Love || Tate And VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora