Capitolo 37

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|Violet|

«Tu, sta lontano dalla mia ragazza!»

Tate stava sbraitando, era completamente fuori di senno! Certo, come te non si aspettava di certo di ricevere tale visita.

«Ehi, calmo amico, io e Violet non siamo nulla più che amici..-»

«Neanche quello dovreste essere! Ti osservavo sai, quando ancora stavi alloggiato in questa casa. Ti ho sempre tenuto sotto controllo, sapevo che avevi un debole per Violet. Quando stavate insieme, come la guardavi. La guardavi! Ehi! Non osare guardarla più.»

«Io veramente ero venuto a riprendere i miei fumetti lasciati in camera..»

«Non ci credo. Dopo lo spavento che vi ha fatto abbandonare il quartiere, sei tornato, tu, solo per alcuni fumetti? Ma dico, ti ricordi, si, che stai parlando con uno spirito? Un morto

«Si, ma..-»

«Non ti vogliamo qui!»

«Fammi almeno entrare per prendere lo scatolone dei fumetti!»

«Non ci sono più, cazzo!»

«In soffitta?»

«Vuoi andare a vedere in soffitta?»

«Mhmh.»

«Non se ne parla!»

Per la prima volta eri stata tu a prendere parola: il battibecco tra i due era stato talmente concentrato e intenso che probabilmente si dimenticarono della tua presenza, totalmente.

«In soffitta, Tate? È troppo pericoloso..»

«Se vuole andare in soffitta, Violet, andrà in soffitta.»

«Va bene, però lo accompagnerò io.»

«Ma-!»

«No, Tate, andrò io con lui.»

Sentisti il biondo grugnire.

«Grazie, Violet..»

«Tu, verme schifoso, se trovo le tue mani sul corpo di Violet, ti stacco le viscere a mani nude.»

Tate si prese per il braccio "l'intruso", a parer suo, mugugnando in ebollizione--badando bene che tu fosti già entrata per non udir nulla, in un puro attacco di rabbia perfortuna contenuto.

«Va bene, si, ho capito..»

Finalmente lo lasciò andare con un per niente amichevole strattone, lasciandolo seguirti: giunti in soffitta, dopo non molti minuti che per te comunque sembrarono interminabili, qualcuno finalmente si decise a romper quell'imbarazzante silenzio creato, smosso solamente dai rumori metallici e deboli della botola della soffitta che scattava per farvi salire.

«Allora, siete tornati insieme, tu e..lui..»

«Si.»

«Beh, mi fa piacere..»

Un sospiro.

«Jeffrey.»

«No, davvero, son felice per voi!»

«Ehi.»

«Sono d'accordo sul fatto che tu stia bene..»

«Jeffrey, ascoltami!»

Ti portasti una mano a sfiorarti il volto stanco, probabilmente, di tutti quei chiacchierii.

«Devi lasciar stare, tutto: devi vivere la tua vita, nel tuo mondo, con i tuoi coetanei, non puoi cercare di entrare a far parte di un universo che non ti appartiene, io sono morta, tu sei vivo. Devi lasciarmi andare, lasciar uscire dai tuoi pensieri questa casa e questa esperienza. Devi farlo, o non sarai più capace di approcciarti da persona..normale

Silenzio, di nuovo. Per quanto diretta e cruda potesse essere, quella era la verità, accettarla era la miglior cosa.

«Si, hai ragione. Ma lascia che..lascia, allora, lascia farti dimenticare, per favore.»

Cosa avesse in mente, era un mistero; che venne svelato nel mentre realizzasti di avere le sue labbra sulle tue. Ed incubo vissuto personalmente passò da corpo in corpo, perché ora era Tate a star osservare: eravate maledetti letteralmente.






Tainted Love || Tate And VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora