|Violet|
❝Baby can you see through the tears?
Love you more,
Than those bitches before,
Say you'll remember, oh baby, say you'll remember,
I will love you till the end of time.❞Le ore passano velocemente quando si è innamorati, eri arrivata a questa conclusione, perché, davvero, avevi perso la cognizione del tempo. In un varco, non era di certo colpa tua se cinque minuti prima eri felice, e poi col mondo addosso: Tate questo lo capiva, sembrò influenzarlo sul fatto di rimanere giorno e notte affianco a te, perché, ineffetti, dove altro poteva stare? Ma c'era un dubbio, un sussurro che ti diceva, che ti consigliava, di non rimanere lì a non fare nulla, di nascondere, nascondere ciò che tu sapevi sarebbe saltaro fuori, prima o poi lo avrebbe fatto, un malinconico peso sulle spalle, non c'era modo di alleviare questo eterno pianto, sei debole, e ne sei consapevole. Sovrappensiero iniziasti compulsivamente a sfregare le dita sui polsi, colmi di tagli mai chiusi, colmi di rabbia da portar via, ma ti bloccasti di colpo quado, notato il biondo entrar in stanza con una tazza in mano ed un volto serio, ti perforò l'anima con lo sguardo: il cuore perse un battito, così come il tuo respiro, sapevi che eri stata smarscherata, e sapevi che stavolta non avresti avuto altra scusa.
«Ti ho portato una cioccolata calda..»
«Ti ringrazio..»
«E ti ho portato anche questa.»
Ci sono coloro dipendenti dall'alcool, dal fumo, da ogni tipo di droga, beh, tu eri dipendente dalla lametta. Tate, posata la tazza sul comodino, tirò fuori salla tasca la tua lametta: arrugginita per via del poco sangue che era rimasto secco, cercasti, per un momento, di sprofondare tra le lenzuola, desiderando di correre innocente in un campo di grano, ti mancava l'essere libera.
«Violet, mi spieghi quali sono i tuoi problemi? Ti son stato vicino, ti consolavo durante le notti insonni, credevo avessi smesso! Perché lo fai?»
E come poter peoferir parole, se neanche tu conoscevi la risposta? Abbassasti subito gli occhi, non riuscendo a mantenere lo sguardo serpentino del ragazzo, che teneva ancora in mano la lametta.
«Lo faccio perché mi piace.»
«Qui non si parla si vizi, Violet. Qui si parla di martoriarsi. Tagliarsi non è come fumare, capisci? Mi avevi promesso che non ti-..»
«Che cosa, Tate? Che non avrei più provato ad uccidermi? Fu tempo fa, devo ricordartelo? Che diritto hai, tu, di dirmi cosa non devo fare? Mi aiuta a far uscire la negatività che c'è in me, okay? Mi piace tagliarmi, che problema c'è?! Non puoi dirmi solo per egoismo od esperienza che ciò che faccio mi ucciderebbe, poiché sei stato tu ad uccidermi, anche quando ero in vita! E qui si parla moralmente, eri come una di quelle rose così belle, ma piene di spine, ti pungi per forza. Non so spiegare come mi sentissi, anche se, si, stavo bene, perché finalmente avevo qualcuno con me che sapeva di che sostanza erano fatti i miei pensieri. Ma, Tate, lo sai anche tu: non posso più morire. Lascia almeno il desiderio continuare a persistere.»
Tutto ti aspettasti dopo il tuo discorso, tremendamente deprimente ma vero, tutto, tranne il gesto del biondo: spezzò la lametta, con un senplice movimento delle dita, premette, spezzando la causa della tua instabilità. Ti mettesti seduta, senza distogliere lo sguardo dalla lama rotta in due parti seghettate, fino a quando non ti arrivò all'udito un singhiozzo, obbligata dunque ad alzar gli occhi, puntandoli dopo, in quelli lucidi del ragazzo davanti a te.
«Non puoi continuare a stare così.»
E, tremante, si alzò, si avvicinò alla finestra, la aprì, e buttò al vento l'arma, assieme, effettivamente, al mio dolore.
«Devo proteggerti, come non ho saputo fare quando eri viva.»
Nuovamente tornò a sedersi, lasciando però che il freddo invernale entrasse nella stanza e accarezzasse la vostra pelle, i vostri capelli, modestamente, lo ringraziasti mentalmente per quella scelta: amavi l'inverno, e con lui, ovviamente, il gelo, il vento pungente, ti faceva rifletter. Il ragazzo si sedette al bordo del letto, affianco a te che eri rimasta seduta, mentre, prendendoti le mani, avvolgendole tra le sue calde, fremesti un secondo. Come faceva ad esser così dannatamente affascinante?
«Non ti chiedo niente, Violet, ma stavolta..»
Ancora una volta abbassasti il volto, non per timore di ciò che lui aveva da dire, ma al contrario, interrompesti il contatto visivo proprio perché sapevi cosa doveva dirti. Comunque fu un tentativo del tutto inutile, lui ti alzò il viso, facilitandosi con l'indice e il pollice che tirarono su, delicatamente, il mento.
«..stavolta, deve esser un gesto da te, mh? Decidi tu, io ti lascerò stare, se vuoi, ma, per favore, fallo per me. Mi prometti, Violet, che qualcunque cosa farai, la farai per me?»
«Ti prometto, Tate, che per te, cercherò di non farmi più del male..»
«E che quando il mondo ti sembrerà troppo confusionario, verrai e ti sfogerai su di me?»
«Si, te lo prometto.»
«Prometti anche..di non lasciarmi, da solo, mai?»
«Non ti lascerò mai solo, mai, prometto.»
Il suo sorriso è contagioso, e dannatamente bello. Avvicinò le sue labbra alle tue, socchiuse e pallide, pallore che arrossó leggermente, mordendo delicatamente e tirando, sfiorando con la punta della lingua ogni punto baciato, amava quei baci preliminari, lo sapevi bene, tu, ti faceva sempre cadere nella sua tentazione, facendoti sempre ritrovar persa tra le sue braccia.
«Ti amo..»
Si, era la cosa più bella che ti fosse capitata.
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Tainted Love || Tate And Violet
Fanfiction[...] Per un momento lui parve incupirsi, sorvolare i ricordi con rammarico e rabbia, quando colta alla sprovvista ti ritrovasti bloccata al muro col polso stretto dalla morsa del biondo, e solo un impercettibile sussulto ti lambì le labbra: non hai...