Capitolo 27

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|Violet|

"I used to think you were like me. You were attracted to the darkness. But, Tate, you are the darkness."

È come quando, nel bel mezzo di un brutto sogno, ti svegli di soprassalto, sudi freddo, hai il respiro affannato e cerchi di collegare i fatti alla realtà: la sensazione di vuoto che ti si presenta all'interno, non se ne va neanche quando realizzi di esser sveglia, solo in quei momenti delle braccia confortevoli e delle braccia amate possono ripercuoterti, e solo con i mormorii dolci puoi sentirti davvero al sicuro, quando sai che sei caduto ma ad alzarti c'è sempre lui, il tuo desiderio, la tua voglia più grande, in questi momenti però capisci anche di quanto tu possa essere debole ed insignificante senza quella luce debole che c'era e rimarrà sempre, solo che se ne sta coperta e soffocata in un angolo ad osservarti soffrir, come un muro creato dalla tua sana volontà che respingi ogni tipo di cura, e per cura non si intende, stavolta, pillole o quant'altro: una semplice carezza, o, anche, un bacio. Ma quando quello stesso muro ti crolla addosso, frantumando i tuoi sogni più profondi e desiderati, a quel punto si, vorresti non esser mai esistita. Era una giornata iniziata bene, per poi concludersi nei modi più atroci esistenti, erano appena due giorni che Tate non si faceva vedere, per l'obbligo della smorfiosetta e, già, stavi cominciando ad odiarla anche tu: quando, interdetta, rimanesti ad osservare una mossa del biondo davanti a quella penitenza assurda, speravi con tutta tè stessa che non avrebbe minimamente pensato di sfiorare anche solo le labbra della stronzetta. E così fece, infatti, l'amore che provava verso te era troppo per vederti sfuggir un'altra volta, però scelse, probabilmente, l'opzione più indignosa per i suoi confronti, Tate non era tipo da farsi metter i piedi in testa, per nulla. Sapevi che qualunque cosa Jas gli chiedesse, lui avrebbe fatto, semplicemente, per parola, che infatti mantiene sempre. Ma quando, aperta quella dannata porta di quella dannata stanza, per richiesta proprio dell'interessata, quest'ultima la ritrovasti a baciar il tuo ragazzo, non ci vedesti più, dalla gelosia, dal dolore, dalla delusione, che quasi ti dimenticasti che Tate non c'entrava nulla in tutto quello, era solo una stupida idea di una stupida ragazzina. E dunque non ci volle molto che i demoni del passato si impossessassero di nuovo di te. Potesti sentire Tate urlare il tuo nome, mentre correvi e ti rinchiudevi in bagno, poi, però, boccheggiando, faticasti davvero a rimanere cosciente.








Tainted Love || Tate And VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora