Il ritiro quella settimana sembrava non finire mai. La partita era alle porte, ma nonostante questo, sembrava che il tempo non scorresse abbastanza velocemente.
Iker era nella sua stanza d'albergo, immobile di fronte alla finestra e guardava fuori da questa il meraviglioso centro storico di Siviglia.
L'albergo che sempre li ospitava per le partite in trasferta era uno dei migliori della città e aveva una vista meravigliosa sulla piazza principale.
Dalla finestra socchiusa arrivava un po' di vento freddo d'autunno e Iker lo sentì lungo le ossa. Non era l'unica sensazione che in quei giorni aveva sentito. Da che era partito per il ritiro non aveva praticamente parlato con nessuno, rimanendo chiuso nei suoi pensieri, solo con se stesso.
La difficoltà più grande per lui era dimenticarsi delle parole cariche di nervosismo che lui e Penélope si erano scambiati durante quella festa, due giorni prima.
All'improvviso sentì qualcuno bussare alla porta.
"Sì?" disse voltandosi.
La porta si aprì e Sergio fece il suo ingresso.
"Disturbo?"
"No." fece Iker tornando a guardare la finestra. "E' successo qualcosa?"
"No, volevamo solo... facciamo il torneo di biliardo, il solito...e mi hanno mandato a cercarti."
"Non ne ho molta voglia."
Sergio sospirò, lo guardò un momento e decise di sedersi sul letto.
Iker poco dopo se ne accorse e, sorpreso, si voltò a guardarlo. "Beh? Il biliardo?"
"Iker che ti prende?" domandò, diretto come sempre.
Il portiere si morse un labbro. "Nulla. Ho voglia di stare qui a riposarmi bene prima della partita. Non preoccuparti. Su, vai a.."
"Non funziona con me. Può funzionare con Sara, con tua madre, con chiunque ma non con me. Cosa c'è?" chiese guardandolo negli occhi.
Iker lo fissò un momento: di certo non poteva raccontargli cosa stesse succedendo e il vero motivo per cui fosse così confuso.
"Io e Penny." disse.
"Che c'è?"
"Abbiamo litigato."
"Quando?"
"Alla festa, sabato."
Sergio ci pensò: che fosse quello il motivo per cui Penélope era così arrabbiata? Forse anche quel bacio plateale che gli aveva dato era dovuto al litigio tra i due, al suo nervosismo.
"Ma..perché? Come?? Voi due non eravate amici..."
"Forse ho fatto male i conti. Forse non è la persona che pensavo fosse."
"Hai ragione." soggiunse Sergio.
Iker lo guardò perplesso. "Ho ragione?"
"E' molto di più." annuì il sivigliano.
Il portiere lo guardò negli occhi, senza capire.
"Penélope è una persona normale, una che noi due facendo questo lavoro da anni non abbiamo più incontrato. L'ho capito quando l'ho vista così arrabbiata,lei non riesce a vivere nel mondo di copertina in cui viviamo noi con il nostro lavoro, reagisce esattamente come ogni persona di questa terra."
Iker lo ascoltò, affascinato dalle sue parole che non poteva essere più veritiere.
"L'ho capito quando mi ha baciato lì di fronte a tutti, era una reazione normale, una che in tanti anni non ho mai visto da parte di una ragazza arrabbiata. Sono tutte attente ai dettagli, alle telecamere, alla gente, ai gossip. Lei no, lei è..normale."
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Trudly, Madly, Deeply || Ramos, Casillas
FanfictionNon sapeva come si chiamava né chi fosse di preciso, ma sapeva che quando l'avrebbe raccontato al signor Romiro, probabilmente gli sarebbe venuto un principio di infarto per l'emozione. "Iker Casillas" si presentò lui "Capitano del Real Madrid, ecco...