Era al quinto caffé nel giro di mezz'ora.
Era seduta nella hall del reparto di Medicina intensiva da almeno due ore. Nessuno aveva voluto parlare con lei, aveva incrociato lo sguardo provato della moglie del signor Romiro rimasta accanto al letto del marito per tutto l'intervento. Gli avevano applicato un bypass cardiaco, ma il cuore era debole e sembrava non reagire. Erano ormai più di due ore che era in stato comatoso senza rispondere a nessuno stimolo.
All'improvviso la porta scorrevole della stanza dove l'avevano messo dopo l'intervento si aprì e uscì la signora Gonzàlez. Aveva sentito parlare di lei per tre anni, il signor Romiro la amava più della sua stessa vita, l'aveva vista in foto ma dal vivo era semplicemente una donna bellissima.
Era elegante, con i capelli scuri raccolti in un perfetto chignon, il trucco leggero, una collana di perle al collo. Anche se aveva la stessa età del signor Romiro dimostrava molto di meno.
Si sedette esausta vicino a Penélope che era stata con lo sguardo perso nel vuoto e il caffé in mano per interminabili ore di sofferenza.
Non poteva credere che il signor Romiro fosse appeso ad un filo, non poteva credere che le fosse apparso in quel modo come a preannunciare la sua morte. Non poteva lasciarla, non lui, non il suo angelo custode che da che era arrivata da Aranjuez l'aveva protetta e le aveva insegnato a vivere senza avere paura di niente. Era il nonno che non aveva mai avuto e forse anche un secondo padre.
Aveva paura, era scossa, voleva piangere ma non aveva nemmeno la forza di farlo.
"Come sta? Ci sono novità?" domandò alla signora Gonzàlez.
"No" disse lei massaggiandosi le tempie dalla stanchezza. "E' lì, respira collegato alle macchine e.." la voce le si ruppe dall'emozione.
Penélope la guardò. "Come è successo?"
"Eravamo nella sua libreria, lui sistemava i suoi libri come al solito ed io ero lì ad aiutarlo..e poi ad un certo punto si è fermato ha detto che non si sentiva bene e poi è svenuto...meno male che un passante ha visto la scena e ha chiamato l'ambulanza..e poi...ho visto lei nel libretto e mi ricordavo che parlava sempre di lei..."
"Non si preoccupi ha fatto benissimo a chiamarmi."
"Non volevo disturbarla per.."
"Sarei venuta comunque. Romiro è...è come un padre per me."
La signora la guardò con gli occhi lucidi. "Non voglio che muoia, non voglio perderlo io..."
"Non lo perderà signora! Non lo perderà!" disse abbracciandola.
"E come fai ad esserne sicuro?"
"Perchè non è il suo tempo, perché..perché la ama, la ama troppo per lasciarla."
La signora sorrise asciugandosi le lacrime. "E come fa a saperlo?"
"Me ne ha parlato, me ne parla sempre...e continuerà a farlo. E' innamorato di lei, come il primo giorno."
"Lo so, è per questo che ho paura."
"Anche io ho paura, non voglio perderlo nemmeno io però non possiamo fare niente, dobbiamo rimanere qui e sperare."
La signora Gonzàlez sorrise. Le prese la mano e la strinse forse nella sua. "Mi aveva detto che eri una ragazza fantastica ma non pensavo fino a questo punto."
"Oh, si figuri io non sono niente più e niente meno degli altri..."
"No, lui la..la adora, come se fossi una sua nipote."
"E io adoro lui, signora. Davvero. E la nostra forza lo guarirà, vedrà."
La donna sospirò asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. "Sai come l'ho conosciuto?" domandò dopo una pausa di silenzio.
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Trudly, Madly, Deeply || Ramos, Casillas
FanfictionNon sapeva come si chiamava né chi fosse di preciso, ma sapeva che quando l'avrebbe raccontato al signor Romiro, probabilmente gli sarebbe venuto un principio di infarto per l'emozione. "Iker Casillas" si presentò lui "Capitano del Real Madrid, ecco...