"Non posso continuare con questa cosa. Mi dispiace. Mi dispiace per tutti quelli che sono qui oggi, per quelli che stavano seguendo la cerimonia, per quelli che erano davvero felici. Non posso fare questo a Sara, non posso fare questo a nessuno dei presenti. Sarebbe...una bugia. Ed io non voglio vivere in una bugia. Non voglio far soffrire nessuno più di quanto non soffrirà già. So che avrei potuto interrompere questa cosa molto prima, so che avrei potuto evitare questa umiliazione ma...la verità è che l'amore fa paura. Fa paura perché è un'emozione che ti paralizza, un qualcosa che non puoi controllare. E l'uomo odia le cose che non si possono gestire, io odio queste cose. Non posso continuare questa cerimonia proprio per il carattere incontrollabile dell'amore. Non riesco più a reprimerlo, né controllarlo, né gestirlo, né soffocarlo. Ci ho provato, pensavo che il matrimonio ci sarebbe riuscito ma nemmeno quello è stato in grado di fermarmi. Chiedo di interrompere questa cerimonia perché....perché io ti amo, Penélope. Ti amo e non ho intenzione di fingere un minuto di più. Ti amo perché sei qui, a fare la damigella d'onore a quella che poteva diventare mia moglie in meno di mezz'ora, ti amo perché nonostante che tu stia morendo dentro di te a stare qui a fare finta che questa cosa ti entusiasmi, sei immobile con un sorriso e il tuo mazzo di fiori in mano. Ti amo perché anche tu come me hai paura di questa cosa che ti ha preso all'improvviso e io scommetto che ricordo anche il momento in cui tutto è cambiato. E' cambiato quando tu stavi per chiudere il negozio, ed io volevo salutare Romiro. Quando alla fine ho comprato una guida di Madrid anche se sono di Mòstoles e conosco Madrid come le mie tasche, l'ho comprata e ce l'ho ancora nel cassetto perché ogni tanto in tutti questi mesi l'ho presa e di nascosto l'ho letta, ho letto e riletto quelle pagine perché mi sembrava che avessero catturato il tuo sguardo, il tuo sorriso e i ricordi di quell'incontro magico. E' così, li ha catturati, li ho tenuti nel mio cuore e adesso sono troppo grandi per contenerli, devono uscire io...io sono pazzo ma devo farlo. Devo interrompere questa cerimonia, devo interrompere questa festa mortificato per i presenti e per Sara, sono pazzo lo so ma ti amo e questa è l'unica cosa di cui sono certo. Sara, non è colpa tua. Né di nessun altro qui dentro, è solo colpa mia ma se posso dirvi una cosa, una cosa che ho imparato e questa ragazza qui di fronte a me mi ha insegnato è che non bisogna mai avere paura dei propri sentimenti, mai. Nemmeno se sei davanti a una folla inferocita di invitati che mi odiano perché sto lasciando la mia sposa all'altare. Io sono innamorato di Penélope, perché lei mi ha aspettato per tutto questo tempo e mi avrebbe messo da parte se io avessi deciso di sposare un'altra. Ha accettato il mio matrimonio, ha soffocato il suo amore per me e l'ha fatto perché mi ama. Io lo so che tu mi ami, almeno quanto io amo te. Almeno quanto ti ho sempre amato. Tu mi hai aspettato ed io sono arrivato, sono qui adesso. Sono qui."
Iker prese fiato. Non sapeva nemmeno lui da dove gli fossero uscite quelle parole ma gli erano uscite nella maniera più naturale. Sembrava un discorso preparato da secoli ma in realtà era soltanto la decisione finale presa quando, dentro la stanza di Sara, aveva visto Penélope con il vestito da damigella d'onore per il suo matrimonio.
Il suo cuore aveva quasi smesso di battere mentre stava lì, di fronte alla ragazza che era sbiancata lentamente in volto e che da lì a poco sarebbe svenuta.
Sara, immobile come se una freccia avvelenata l'avesse colpita in pieno petto, non faceva trasparire nemmeno un'emozione. Era lì, ferma di fronte al prete, ferma di fronte alla folla sgomenta.
L'unica che allargava un sorriso e piangeva era Kay che non poteva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. Forse la tempistica era sbagliata, forse sarebbe stato un disastro annunciato,ma era bellissimo. Ciò che aveva detto, ciò che aveva fatto, aveva provato di amare Penélope come nessuno mai.
Penélope era lì, di fronte a lui, il mazzo di fiori che aveva in mano era caduto per terra quando la presa delle sue mani era venuta meno. Aveva perso le parole, come se qualcuno gli avesse tagliato le corde vocali. Guardava Iker con lo sguardo perso, terrorizzato, incredulo, sbigottito. Una scossa elettrica la pervase e fu l'unica cosa che la teneva in piedi e le impediva di svenire.
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Trudly, Madly, Deeply || Ramos, Casillas
FanfictionNon sapeva come si chiamava né chi fosse di preciso, ma sapeva che quando l'avrebbe raccontato al signor Romiro, probabilmente gli sarebbe venuto un principio di infarto per l'emozione. "Iker Casillas" si presentò lui "Capitano del Real Madrid, ecco...