Capitolo 5

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"Verrà! Verrà! Verrà!!" esclamò Sergio travolgendo Iker appena arrivato in spogliatoio di prima mattina.

"Ma chi?!" domandò il portiere sbadigliando ancora assonnato.

Vedeva il suo amico saltellare entusiasta, sembrava avesse vinto alla lotteria.

"Come chi!?" esclamò Sergio ancora su di giri "Penélope! Verrà! Mi ha mandato un messaggio guarda!" gli mostrò il suo Iphone e Iker lesse rapidamente il breve sms che Penélope gli aveva inviato.

"Sei riuscito ad avere il suo numero?"

"Sì e con neanche tanto sforzo! Sono andato lì, sembrava litigassimo come sempre e invece...lei mi è sembrata più calma! Forse parlare con te le ha fatto bene fratellino!!" sorrise dandogli una pacca sulla spalla.

Iker, ancora scombussolato dall'ora insolita alla quale Mourinho aveva convocato i giocatori per iniziare l'allenamento, non ebbe il tempo di realizzare che ai Premi Alma di quello stesso sabato Sergio Ramos si sarebbe presentato con Penélope. Era come se il sole e la luna andassero in giro assieme – incredibile, ma a quanto pare più che vero.

"Beh congratulazioni hai vinto la scommessa. Però non fare il cretino come al solito chiaro? Ricordati che non è una modella vuota delle tue, è una persona con dei sentimenti." rispose lui infilandosi la maglietta e i pantaloni della tuta da riscaldamento.

Sergio fece lo stesso sistemandosi i capelli allo specchio.

"Lo so, infatti le ho giurato che le mie intenzioni sono più che nobili."

"Immagino."

Sergio corrugò la fronte. "Ok, non sono credibile ma non preoccuparti, non la ferirò. Ti ho detto perché l'ho voluta invitare, era una sfida con me stesso per tenermi..in allenamento, sai com'è."

Iker lo guardò con un sopracciglio inarcato: scosse il capo. "Sei irrecuperabile Sergio."

"Lo so ma tu mi vuoi bene comunque, vero?!" disse saltandogli in braccio.

Iker allargò le braccia costretto dalla presa forte dell'amico e sospirò. "Perché ogni volta finiamo sempre così?!"

"Perché sono carino e coccoloso e tu mi vuoi abbracciare per dirmi che mi vuoi tanto bene!!" scherzò Sergio con voce melensa.

Iker si staccò preoccupato. "La troppa adrenalina ti da alla testa lo sai?" rise uscendo dallo spogliatoio.

I due capitani raggiunsero gli altri sul campo verde di Valdebebas. Era una mattinata molto più fredda rispetto alle solite, qualche giorno prima una tempesta si era abbattuta su Madrid e quando era rispuntato l'arcobaleno aveva portato con sé un'aria gelida da sembrare Dicembre inoltrato.

Mourinho si stagliava in mezzo al campo con la sua tuta blu e già il fischietto che vibrava in bocca.

La cartellina con i suoi appunti, i tecnici dietro di lui, i preparatori atletici e, stranamente, Florentino.

"Che ci fa il Boss qui?!" domandò Cristiano. "Il Boss" era il nome che la squadra dava a Florentino Pérez, presidente del Real Madrid, colonna istituzionale della società.

Era accanto a Mourinho, sembravano tranquilli a chiacchierare nonostante tra i due ogni tanto non scorresse buon sangue.

"Secondo me adesso Mou gli pianta la penna nella giugulare" sussurrò Marcelo vicino all'amico portoghese.

I ragazzi vicino a loro si misero a ridere.

"Che sia questo il motivo per cui siamo qui a gelarci alle otto!?" protestò Sergio.

Trudly, Madly, Deeply || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora