Capitolo 35

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Nessuno sembrava essersi accorto della notte appena passata.

Penélope era sveglia da una buona mezz'ora e guardava verso la porta come se sapesse che prima o poi qualcuno sarebbe entrato. Da che si era svegliata, aveva pensato a tutte le scuse possibili e immaginabili da dire ai suoi genitori quando – sorprendendola a dormire con Iker e osservando i vestiti ai piedi del letto – avrebbero fatto un infarto miocardico minacciando il suo ragazzo di morte.

Il suo ragazzo - questa frase rimbombò nella sua testa finché non decise di voltarsi nell'abbraccio di Iker e guardarlo. Sembrava stesse dormendo anche se qualcosa le diceva che fosse sveglio anche lui nonostante tenesse gli occhi chiusi: era bello – pensò Penélope guardandolo. Sembrava sorridere, sereno, mentre appoggiava la testa sul cuscino e stringeva con una presa quasi cosciente la ragazza a sé. Sembrava non volesse lasciarla andare, come se Penny potesse svanire da un momento all'altro.

La ragazza sorrise: i brividi la avvolgevano ogni volta pensava a cosa fosse successo la notte prima. Non sapeva che cosa le stesse accadendo: litigare con lui e finire per fare l'amore come se nulla fosse, guidati solamente dal proprio sentimento.

Si strinse nelle spalle e sospirò. Come affrontare ciò che era stato? Come filtrare attraverso la ragione quelle sensazioni ed emozioni vissute fino a qualche ora prima? Era come se l'avessero fatto per la prima volta, come se fosse tutto nuovo per lei.

Ad un tratto Iker mormorò qualcosa, tenendo sempre gli occhi chiusi, e Penélope si voltò a guardarlo.

"Sei sveglio?" gli chiese.

Il ragazzo non disse nulla, si avvicinò con il viso alla sua spalla e iniziò a baciarla. La ragazza sorrise sia per la sensazione che le aveva provocato, sia per il solletico dato dalla barba incolta del ragazzo.

"Ikeeer" lo riprese Penélope sospirando.

"Che c'è?" mormorò lui continuando nella sua delicata opera, salendo con le labbra verso il collo e l'orecchio della ragazza.

"Fermo! Dai!" disse a bassa voce, cercando di respingerlo.

"Non sto facendo nulla di strano..."

"Non è strano è che...non ti è bastato stanotte??" domandò cercando di fermarlo, invano.

Iker la strinse di più a sé, sorridendo. Si fermò a giocare con il suo orecchio, lasciandole una scia di baci lungo tutto il collo. Le diede un bacio all'altezza del tatuaggio nascosto dietro l'orecchio della ragazza, quella I che aveva inciso su di sé a Londra. Penny sapeva perché lo stava facendo e sorrise.

"Devo recuperare il tempo perso." la provocò il ragazzo facendola rotolare verso di lui e portandola sopra di sé.

La ragazza lo lasciò fare, senza opporre particolare resistenza – tanto era inutile lottare contro una massa di muscoli del genere.

"Il tempo perso?? Non farti strane idee...! Di queste cose bisogna parlare.."

"Non adesso ok?" disse mettendosi a sedere meglio sul letto per poterla baciare.

Incontrò le sue labbra nell'ennesimo bacio e sorrise, spostandole una ciocca di capelli sulla spalla.

Penélope fece una cosa che non faceva da tempo e che aveva sempre desiderato fare: gli passò una mano tra i capelli fino ad arrivare dietro al collo. Iker chiuse un momento gli occhi: adorava quando faceva così.

"Dio quanto mi sei mancata" sussurrò baciandola ancora.

Penélope rabbrividì e il suo cuore ripartì veloce, di corsa. "Dici così solo perché eri in astinenza!" lo provocò ironica.

Trudly, Madly, Deeply || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora