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Se la sua storia fosse stata un film horror, lo spettatore avrebbe notato alcune analogie con i cliché tipici del genere, tra cui la classica protagonista femminile, una scream queen - lontana però dal carattere mite e casto delle eroine del grande schermo - che aveva compiuto una sciocchezza dopo l'altro, violando tutte quelle regole che possono garantire la salvezza e che puntualmente, in ogni slasher che si rispettasse, non venivano mai seguite.

Di certo Monica non era presa da questo genere di questioni, preoccupata di cercare una via di fuga. Cercò con le dita l'interruttore della luce, ma non lo trovò e lo stesso valse per le chiavi di casa. Se avesse avuto un pizzico in più di lucidità forse avrebbe trovato il modo di scappare, ma in quel momento si sentiva in trappola, vittima di una creatura invincibile che stava per compiere l'ultimo atto di quella tragedia.

Guardò alla sua sinistra dove, in fondo alla stanza, c'era una finestra dalle persiane serrate. Se avesse fatto uno scatto per raggiungerla, ne era certa, l'avrebbe trovata bloccata e anche se fosse riuscita ad aprirla, sarebbe stato troppo tardi. Difatti lui stava attraversando il salotto. Poteva sentirlo, nonostante il passo felpato. Cercò ancora l'interruttore della luce, invano. La sua lotta sarebbe avvenuta nelle tenebre.

Eppure, per qualche istante, un filo di luce sembro filtrare da una fonte sconosciuta e a Monica parve di vedere per la prima volta il suo stalker. Non era molto alto, come aveva avuto modo di vedere dai filmati e il volto era tondo e gli occhi brillavano, ma sembravano riflettere luce tramite due lenti. Quindi Scoiattolo porta gli occhiali. Avrebbe dato tutto ciò che aveva per un po' di luce; sembrava di avere a che fare con un fantasma.

Si sentiva una completa idiota; avrebbe potuto telefonare ai detective, dicendo loro di aver scoperto qualcosa, anzi, di essere caduta nella trappola tesa dal suo incubo. Ma lui sapeva che lei avrebbe commesso la sciocchezza di presentarsi da sola; la conosceva meglio di quanto conoscesse sé stessa. E ora Scoiattolo era lì, davanti a lei. Monica poteva sentire il suo respiro caldo e tranquillo. La stava fissando, fermo di fronte alla porta.

Per Monica quel momento sembrò eterno, un purgatorio infinito dal quale non sapeva se sarebbe mai uscita. Ma poi, una mano toccò il suo viso, accarezzandole  la guancia per poi salire lungo i capelli, con le dita che passarono in mezzo alla chioma. La giovane rimase pietrificata e strane sensazioni aleggiarono in lei. Non era orribile o viscido, ma la mano che la stava toccando si muoveva in modo dolce e sinuoso.

Quando si staccò da lei tornò il nulla e il silenzio rimase tale, senza eccezioni. Monica era terrorizzata, incapace di raffigurarsi un esito positivo. Per questo fu una sorpresa accorgersi che qualcosa stava sfiorando le sue labbra. Quando capì cosa stava accadendo, non fu in grado di reagire. La lingua dello stalker si fece la largo nella bocca di Monica, massaggiandole la sua, contorcendosi in essa. La stava baciando.

Chiunque al posto suo si sarebbe scansato, avrebbe protestato o inveito, ma lei non ebbe questa reazione. Sulle prima rimase passiva, ma poi qualcosa scatto in lei e le impose di partecipare a quel macabro momento di intimità, chiudendo gli occhi e muovendo a sua volta la lingua. Stava baciando un Serial Killer sadico e spietato, il quale a sua volta aveva ripreso ad accarezzarla, mostrando una tenerezza sorprendente.

Monica imputò tutto alla propria scarsa lucidità o forse a un insperato tentativo di saltarsi, ma paura ed eccitazione si erano mescolati, creando un momento surreale, facendo accadere ciò che mai avrebbe creduto. Non seppe quando durò quel bacio, ma quando Scoiattolo si ritrasse, tirò un sospiro di sollievo. Il Killer seguitò ad accarezzarla e, nonostante non potesse vederlo in volto, era sicura stesse sorridendo. "Non sai quanto ho atteso questo momento."

Era una voce forte, quasi nasale e parecchie volte l'aveva udita. Se mai poteva avere avuto dubbi, ora era cerca che si trattasse di lui. Quelle parole la riportarono alla realtà, ricordandole tutta lo sofferenza che quell'uomo le aveva provocato. Mi ucciderà? Mi lascerà andare? Non conosceva la risposta, ma prima di saperla, il suo istinto le suggerì la prima cosa saggia da molto tempo a quelle parte e con una forte ginocchiata colpì Scoiattolo allo stomaco.

Il Killer subì il colpo e mugolò di dolore, portandosi le mani nel punto dolorante e Monica ne approfittò per staccare la schiena dalla porta e fuggire. Passerò dalla cantina, si disse mentre lo superava, ma ancora una volta lo aveva sottovalutato. Dopo pochi secondi Scoiattolo si riprese e con uno scattò si voltò, afferrando Monica per la giacca e, quando l'ebbe bloccata, cinse la vita con entrambe le braccia, spingendola a sé.

Monica, sorpresa, cercò di divincolarsi ma, a dispetto della statura, Scoiattolo era molto forte, mentre lei era solo una ragazzina esile e con una muscolatura scarsa e non avrebbe mai potuto sconfiggerlo ad armi pari. Tuttavia non si arrese e se il suo stalker la spingeva a sé, lei tentò di sciogliere la presa, aiutandosi con le mani e facendo leva con le gambe. Lo sforzo venne ripagato e, quando le mani di Scoiattolo si staccarono, la giovane cadde in avanti.

Ma Scoiattolo tornò alla carica e l'afferrò per entrambe le gambe, cercando nuovamente di portarla a sé. Monica fece scivolare le mani sul pavimento alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, ma a parte piastrelle lisce non trovò nulla. A quel punto, alle strette, cercò di liberare una gamba dalla presa e con molta fatica riuscì a staccare il piede destro dalla morsa e con esso rifilò un pedata al torace del suo aguzzino.

Nonostante la presa sull'altro piede fosse rimasta intatta, Scoiattolo indietreggiò e Monica capì che doveva battere su quella strada. Colpì con tutta la forza che aveva una volta, due e tre, fino a quando la suola della scarpa andò a impattare direttamente con il volto del killer, colpendo gli occhiali. Quella botta fu sufficientemente forte da far si che Monica riuscisse a divincolarsi e senza perdere tempo si alzò e tentò nuovamente la fuga.

Attraversò il salotto, nonostante non riuscisse a vedere quasi nulla. Si aiutò tenendo la mani avanti, sentendosi una completa stupida, ma non c'era altro modo. Poi i suoi occhi, aiutati da una fioca illuminazione, videro un rettangolo aperto e vi entrò, catapultandola nella cucina. La finestra era parzialmente chiusa, creando una fessura dalla quale poteva entrare quel minimo di luce che poteva consentirle di aggirarsi nel locale senza sbattere contro spigolo o mobilia.

Nel frattempo, lungi dal credere che il suo nemico fosse stato messo fuori gioco, un rumore di passi echeggiò a pochi metri di distanza. Vide la sua sagoma apparire sulla soglia, per poi avanzare di qualche passo. Non riusciva ancora a vederne il volto, ma solo le lenti degli occhiali, che sembravano vuote, proprio come lui. "Monica, Monica. Non cambi mai. E io che pensavo fossi venuta qui perché non potevi più starmi lontana."

Monica indietreggiò. Sapeva che lui l'aveva vista. Non sapeva se tra i suoi numerosi poteri ci fosse anche la possibilità di vedere al buio, ma che fosse casa sua o meno, conosceva quel luogo a menadito, mentre per lei quello era un labirinto senza uscita. "Non scappare." disse Scoiattolo. "Non voglio farti del male, davvero. Vorrei passare ancora quello che abbiamo fatto prima. E' stato bello, non trovi?".

Monica non rispose e si accucciò dietro il tavolo della cucina, laddove l'illuminazione era più scarsa, ma tanto sarebbe stato inutile, anche perché la sua giacca pesante, strusciandosi contro i mobili, provocava un forte rumore. Avrebbe voluto togliersela, ma non c'era tempo. Nel frattempo Scoiattolo avanzava lentamente, giocando con lei, facendole credere di essere al sicuro. "Non farmi arrabbiare. Sono ancora disposto a perdonarti."

Vai al diavolo, pensò. Girò gli occhi alla sua destra e vide, sul ripiano della cucina vicino ai fornelli, qualcosa che aveva attirato la sua attenzione quando era entrata lì per la prima volta. I coltelli. Senza pensarci si alzò e afferrò quello più grande, stringendolo nella mano destra quasi volesse fondere il palmo con l'impugnatura. Sicuramente lui la stava vedendo e stava ridendo di lei, come aveva sempre fatto.

"Eccomi." disse Scoiattolo, a una manciata di centimetri. "Sono qui."

"Vieni, bastardo." sibilò Monica. "Ti sto aspettando."


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