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Uno shock simile avrebbe devastato chiunque, ma Monica rimase in piedi a fissare colui che solo fino a qualche secondo prima aveva considerato come l'amore della sua vita; colui per il quale non era più riuscita a guardare negli occhi un altro ragazzo, convincendosi di non potersi più innamorare. Colui al quale aveva posto un mazzo di fiori sulla tomba ogni settimana era di fronte a lei e sapeva che non si trattava di un sogno.

Teneva ancora la pistola puntata verso il basso, incapace di indirizzarla verso Andrea, che restava immobile a gustarsi la sua faccia, come aveva detto poco prima. Sharon non sapeva cosa dire, ma il suo silenzio era esplicativo più di mille parole. In pochi istanti tutto ciò in cui aveva creduto era svanito in una nuvola di incredulità, creata dall'inattesa apparizione. "Dunque sei stato tu."

Andrea si esibì in un inchino. "Sono stato io."

"Sei morto." affermò Monica, con gli occhi spenti. "Sono stata al tuo funerale. Ho visto il tuo corpo calato in una fossa."

"Evidentemente non mi avete seppellito così a fondo."

"Non sei un fantasma. I fantasmi non esistono."

"Certo che esistono. Io sono stato nella tua mente per tutto questo tempo. Non me ne sono mai andato. Come definisci qualcosa del genere?".

Monica scosse la testa. "Non puoi essere qui. Non ci credo... non puoi essere stato sempre tu fin dall'inizio."

"Ho recitato bene, no?" domandò Andrea. "Solo una volta hai sospettato di me a causa di uno stupido errore, ma ti ho ripresa subito e tu mi hai creduto, senza nessuna esitazione."

"Eri morto..."

"Sai, sono morto parecchie volte." disse lui, avanzando di un passo. Monica, di contro, indietreggiò, alzando timidamente la pistola, imitata da Sharon. "Ma sono sempre tornato al punto di partenza, per compiere la mia missione. Con te è stato più lungo e c'è stato un grave imprevisto lungo la strada, ma sono qui per rimediare anche a questo. Presto tutto sarà finito e l'ordine naturale delle cose verrà ristabilito."

"Hai ragione, reciti molto bene." commentò Monica. "Perché per tutto il tempo in cui siamo stati insieme non mi sono mai resa conto di quanto tu fossi psicopatico."

"Ora non mi dirai che scoperto ciò non mi ami più e all'improvviso ogni sentimento per è svanito nel nulla, vero? Ciò che provi per me è forte e non può scomparire in pochi secondi. Al momento sei solo molto confusa."

Poi, Monica notò qualcosa di cui non si era mai resa conto in tutti quei mesi, ma che ora appariva più chiaro che mai. Guardò il volto di quello che un tempo era stato il suo compagno, ne scrutò gli occhi, i lineamenti, il sorriso. La somiglianza era evidente e in quel momento realizzò che nulla era stato lasciato al caso. Non poteva crederci, ma la soluzione era lì, di fronte a lei. "Tu... sei suo fratello."

"Suo fratello?" domandò Sharon, basita. "Intendi dire il fratello di Luca Quaranta?".

"Ta-dah!!" esclamò Andrea ironicamente. "Mi hai scoperto, complimenti. Allora non sei così stupida come credi."

"Sui referti c'era scritto che eri morto." affermò Monica.

"Come ti ho già detto, sono morto parecchie volte."

"Allora sei stato tu a baciarmi quella notte."

Sharon la guardò di sbieco. "Bacio? Quale bacio."

"Non sono stato io, ma Luca." precisò Andrea. "Lui stravedeva per te, sai? Ti amava davvero e ciò che ha fatto era l'unico modo che aveva per dimostrartelo."

"E allora perché ha cercato di uccidermi?".

"Conosci la verità quanto me. Lui non voleva ucciderti. Avrebbe dovuto, ma sapevo che non lo avrebbe fatto. Lui piangeva ogni notte, perché desiderava solo stare con te, renderti felice, ma sapeva che ai tuoi occhi non era altro che uno psicopatico." affermò Andrea, che si fece improvvisamente serio e alzò la pistola verso di loro. "Per questo ha preferito farsi ammazzare come un cane, perché non poteva vivere senza di te! E' colpa tua se è stato ucciso!".

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