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"Dicono che la vendetta è un piatto che va servito freddo." disse il maniaco, che accarezzò Chiara, la quale tradì una smorfia di disgusto. "Beh, non ne sono molto convinto. Avrei voluto agire subito e farvela pagare per quello che avete fatto, ma mancava poco tempo alla fine dell'Inverno e la rabbia mi avrebbe fatto commettere delle sciocchezze. Per cui sono rimasto nascosto, covando il mio piano e ora, in questo luogo, avrò parte della mia rivincita..."

"Quanti dovranno morire ancora prima che tu ti renda conto che sei un pazzo?!" esclamò Monica, impietrita.

"Tutti quelli che saranno necessari. Prima uno di loro, poi toccherà a tutti quelli che ami e solo quando vedrò nel tuo volto la vera sofferenza allora porrò fine alle tue pene. E credimi, sarà un sollievo per te."

Si trovavano lì per colpa sua, esattamente come Andrea, nello stesso luogo in cui aveva perso in modo orribile l'amore della sua vita. Non poteva averne le certezza, ma sapeva che il folle aveva scelto quel maledetto capannone per i suoi orrendi crimini, che questa volta avrebbero toccato Piero e Chiara. Era lei ad averli portati a Milano, servendoglieli in un piatto d'argento. E, ancora una volta, le toccava assistere.

"Come già detto, questa è la prima delle nostre sfide, prima del rush finale."

"Rush finale? Non è un gioco, è la vita vera!".

"Oh, lo so bene. E mi piace viverla così, divertendomi e gustandomi l'espressione di terrore sul tuo volto. Questa volta non ti lascerò il tempo di riprenderti. Non ti darò tregua, tutto avverrà così velocemente che non avrai il tempo di rendertene conto."

"Non sarà il tuo burattino in questo sadico gioco!" sbraitò Monica.

"E invece lo sarai." replicò lui. "Altrimenti eliminerò entrambi e allora ti struggerai per non essere riuscita a salvare nemmeno uno dei due."

"Non mi fido di te! Anche se facessi come dici, non rispetteresti i patti."

"Sono un uomo di parola. Su questo devi fidarti."

"Non posso farlo! Non puoi chiedermi una cosa del genere!".

"E invece dovrai, altrimenti li sgozzerò entrambi di fronte a te. Sai che bella scenetta." azzardò il killer.

Monica guardò i due detective, che la guardarono in modo compassionevole, comprensivo, quasi volendo rassicurarla sul fatto che poteva fare una scelta. "E va bene."

"Benissimo! Sono contenta che tu abbia voglia di giocare. Bene, la regola è molto semplice. Basta che tu mi dica chi preferisci salvare o, nel caso tu abbia paura a scegliere - e sei una vigliacca, quindi propendo per questa soluzione - allora basta che tu faccia un cenno, un verso, qualsiasi cosa che mi faccia capire che hai preso una decisione. Ma fai in fretta, non sarò molto paziente."

Nonostante avesse deposto in tal senso, Monica non si sentiva in grado di scegliere per davvero. Anche se avesse avuto una preferenza, non avrebbe mai potuto decidere per l'uno o per l'altro, condannando chi non avesse avuto questa fortuna. Guardò fissa in avanti, con lo sguardo sul pazzo che teneva in ostaggio Chiara e Piero, senza dare punti di riferimento che potessero lasciar supporre una sua scelta.

Poi, accadde qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere, ma che diede una decisa svolta a quel tragico evento. Udì un mugolio, proveniente dalla parte sinistra dello schermo, laddove sedeva Chiara. Monica, istintivamente girò gli occhi verso di lei e vide il suo volto colmo di orrore, testimoniante la consapevolezza di aver dato il via a un conto alla rovescia che nessuno poteva fermare.

"Ottimo!" esclamò il pazzo. "Hai fatto la tua scelta."

"No!" strillò Monica, ma era troppo tardi. Scoiattolo Invernale (o chi per lui), afferrò un coltellaccio e si parò dietro Chiara, la quale azzardò un ultimo tentativo di salvezza, ma sullo schermo comparvero in primo piano i suoi occhi,  che si spalancarono a dismisura nel momento in cui si udì un suono metallico, quello di una lama che si infilava nella carne viva, all'altezza del cuore.

Monica volle gridare, ma le urla si trasformarono in un rantolo strozzato, come se le corde vocali le fossero state recise. Gli occhi di Chiara resistettero, poi si chiusero lentamente, per l'ultima volta, mentre l'assassino si godeva il momento, nascosto dietro la sua maschera nera. Piero si disperò e riprese a dimenarsi, per cercare di soccorrere l'amica, la quale chinò il capo, salutando per sempre la sua vita.

Il killer tornò al centro dello schermo, riprendendo il ruolo di protagonista di quel macabro video. "Mi mancava questa sensazione. Ma questa volta non l'ho fatto per puro piacere, ma era un dovere d'onore per Luca."

"Sei un bastardo!" sibilò Monica, sull'orlo delle lacrime. "Non puoi essere un essere umano. Non si può uccidere con questa freddezza."

"Hai davvero molta fiducia nel genere umano. Ma ti ho dato prova del contrario." commentò il Killer, puntando la lama sulla gola di Piero. "E ammazzerei anche lui senza nessun problema, ma ti ho fatto una promessa."

"Quindi lo lascerai andare per davvero?

"No, ti darò la possibilità di salvarlo."

"Cosa?! Che significa?".

"Quello che ho detto." si limitò a rispondere lui.

"Avevi detto che l'avresti salvato!" replicò Monica, inferocita.

"Non mettermi in bocca parole che non ho detto! Si è parlato di darti la possibilità di salvarlo. Se la cosa non ti va bene, posso ucciderlo ora."

Monica incrociò lo sguardo di Piero il quale, sebbene distrutto per la morte di Chiara, non voleva essere il prossimo a perire e sembrava chiederle di accettare quella folle sfida. "Come vuoi. Accetto."

"Molto bene. Vedi, io ho tante passioni, ma se posso sceglierne una tra tutte... sono i giochi on-line."

"I giochi on-line?!".

"Proprio così. Avrai già sfidato qualcuno a qualche gioco carino, come dama, poker... ce ne sono a decine!".

"Non starai barattando la vita di una persona per uno stupido gioco!" esclamò Monica.

"Stupido gioco? Affatto." sentenziò il killer. "Sono stato io a crearlo. Almeno, esisteva da anni, ma io gli ho donato una grafica migliore, funzioni più interessanti..."

"Taglia corto. Di che gioco si tratta?".

"Tu lo conosci sicuramente con un altro nome. Io lo chiamo... 'C'è poco tempo, Piero!'".

Pochi secondi più tardi, sul PC di Monica comparve una schermata blu, mentre l'immagine della telecamera che riprendeva Piero venne relegata a un angolino remoto. In essa era raffigurato un enorme tavolo dal bordo argentato, modellato ad arte da un abile programmatore, e a alle estremità dei lati più corti del rettangolo c'erano due oggetti rotondi con un manico, mentre al centro c'era un disco viola dipinto da cerchi concentrici. 

"Vedi, lo scopo del gioco è molto semplice." disse il killer. "Sarà una partita uno contro uno e protagonista è quel dischetto che vedi al centro del tavolo. Se guardi attentamente, ai margini dei lati corti c'è un piccolo riquadro giallo. Quella è la porta in cui il dischetto dovrà essere indirizzato e una volta entrato sarà un punto per il realizzatore. Il manubrio per colpire il disco va mosso con le freccette della tastiera, secondo la loro direzione. Non mi sembra troppo difficile, giusto?".

"Dovrei sfidarti a questo gioco?" domandò Monica, spaventata dal fatto di non aver quasi mai utilizzato in vita sua quel genere di applicazioni.

"La sfida durerà dieci minuti e non ti conviene chiamare la Polizia, perché in tal modo perderesti tempo e il tuo amico Piero morirebbe senza che tu abbia tentato di salvarlo."

In quel momento ai margini del tavolo apparve un cronometro che, dopo aver indicato i dieci minuti previsti, cominciò il conto alla rovescia. Monica si fece coraggio. "E va bene. Facciamo questo dannato gioco."

"Perfetto! Cominci la sfida!".



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