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Cercò di resistere con tutte le forze a quella furia che la stava trascinando fuori dal suo nascondiglio imperfetto, ma sul pavimento liscio non c'era appiglio e scivolò sotto i bordi del letto gridando per l'orrore, eppure la sua voce non riuscì a sovrastare il forte volume della musica che aveva coperto l'avanzata del suo predatore, lesto e imprevedibile come era sempre stato.

Quando Lorenzo lasciò la presa sulle sue caviglie, Monica si girò di schiena e lo vide in piedi di fronte a lei, con il volto nascosto nel buio ma dal quale poteva o voleva vederne il ghigno prepotente di sfida. Non aveva più la torcia elettrica, quasi volesse rendere il gioco ancora più difficile ed eccitante, mentre nell'altra mano teneva la pistola, che indirizzò verso il petto della giovane sventurata costretta a terra, armata di solo coltello.

Lorenzo avvicinò il dito al grilletto pronto a spararle, forse desideroso di chiudere in conti una volta per tutte con la sua vittima, per poi occuparsi di Sharon. Monica alzò la gamba destra e rifilò un forte calcio alla mano del suo aguzzino, ma non riuscì a fargli perdere la presa. Riprovò e il secondo tentativo fu il migliore. Il palmo della mano si aprì e la pistola cadde al suolo, producendo un rumore sordo.

Si alzò e corse via da quella trappola infernale, sorprendendosi di trovare la porta aperta. Ciò era dovuto all'eccessiva sicurezza di Lorenzo, il quale pensava di non aver bisogno di qualche precauzione in più contro un'avversaria fisicamente e mentalmente inferiore. Monica non aveva tempo di controllare se la chiave fosse ancora nella toppa, ma provò a socchiudere l'ingresso, mancando incredibilmente la presa, per la troppa fretta e la scarsa visibilità.

Una volta sceso il primo gradino, percepì un forte rumore e un istante dopo sentì l'orecchio destro fischiare. Rabbrividì, temendo per qualche istante che lo sparo l'avesse raggiunta. Accelerò la propria discesa e le parve di vedere sulla parete di fronte a sé un profondo solco, creato dalla pallottola che aveva schivato per pochi millimetri. Superò l'angolo, ma non sarebbe rimasta sicura ancora a lungo.

Tornò nel soggiorno, il quale rimase in silenzio e coprendo la sua fuga, ma se una volta le aveva fornito un fugace nascondiglio, quella volta non sarebbe stato sufficiente. Guardò lo stanzino in cui era chiusa Sharon e in quel momento udì un veloce rumore di passi che scendevano rapidamente la scalinata. Senza alternative, Monica si adagiò dietro la porzione di muro che copriva la parte iniziale della gradinata.

Lorenzo atterrò al piano interrato, scrutando il soggiorno così intensamente da ritenerlo colpevole di essere complice della sua preda. Rimase inchiodato nella sua posizione, limitandosi a muovere il capo alla ricerca di colei che era chinata a una manciata di centimetri dalla sua schiena, ma lui non poteva vederla, in quanto era troppo arrabbiato per rendersi conto di ciò che stava accadendo nell'oscurità che tanto amava

Non avrebbe più avuto un simile vantaggio e dunque Monica ne approfittò, muovendosi sulle ginocchia piegate, cercando di non provocare alcun rumore. Tenne d'occhio Lorenzo, il quale aveva la pistola puntata di fronte a sé, pronto a sparare non appena l'avesse avuta a tiro. Quando gli fu addosso, Monica si alzò e indietreggiò la mano che brandiva la lama, infilandola con veemenza nella schiena del maniaco che le aveva rovinato la vita.

Lorenzo emanò un urlo di dolore che fendette l'aria mentre Monica, lungi dal farsi impietosire, estrasse la lama dalla sua schiena. Il killer, invece di replicare le grida, si voltò e la colpì al volto con il calcio della pistola, mandandola a cozzare contro il muro. Monica percepì il sapore del proprio sangue in bocca ma si rialzò subito, in quanto non aveva il tempo di soffrire.

Il suo persecutore infatti sembrava non aver subito le conseguenze della terribile coltellata ed era pronto a sparare un altro colpo, ma Monica non glielo permise e, facendosi sotto con coraggio, lo sorprese afferrandogli il polso giusto in tempo per deviare la traiettoria della pallottola, che si andò a incastonare nel soffitto.

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