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Se avesse avuto il tempo, Monica avrebbe rimembrato un episodio della sua infanzia, che non sarebbe servita a salvarla, ma le avrebbe fatto capire che erano state le sue scelte a portarla di nuovo in quel luogo, dal quale non sapeva se sarebbe uscita e, cosa peggiore, Sharon rischiava di subire la sua stessa sorte. Questa volta avrebbero lottato in due anche se, ne era certa, il compito più gravoso sarebbe toccato a lei.

Se avesse avuto il tempo, le sarebbe tornato in mente che la mania di abbindolare l'altro sesso risaliva a tanti anni prima quando, nonostante fosse solo una bambina, era già consapevole che sarebbe diventata una bella ragazza desiderata e desiderabile e, nonostante avesse imparato la lezione, era troppo tardi per pentirsi e se voleva una redenzione, doveva superare quella tragica nottata.

Lui si chiamava Alex ed era suo compagno di classe. Aveva nove anni come lei e in tutta la scuola era conosciuto in quanto bersaglio preferito di atti di bullismo vigliacchi e spietati. Monica lo sapeva bene, ma non le importava, in quanto intendeva approfittare di quel giovane così solo e indifeso, servendosi di lui per una serie incalcolabile di favori e come ringraziamento amava deriderlo di fronte agli altri. Ma ad Alex non importava, perché era davvero convinto che lei gli volesse bene.

Un giorno Alex, prima di recarsi in classe, si era sistemato per bene, utilizzando anche il profumo di suo padre, in quanto voleva essere perfetto per Monica. Era entrato nell'aula e, timidamente, si era avvicinato a lei, mostrandole un anello di cartone molto ben realizzato. L'aveva guardata negli occhi e le aveva chiesto di diventare la sua fidanzata. Come risposta, Monica era scoppiata a ridere e aveva spifferato quella confessione d'amore a tutti i compagni, che avevano deriso Alex fino a costringerlo a fuggire dalla scuola.

Il giorno dopo, quel povero ragazzo non si era presentato e così i giorni successivi, fino a scoprire che aveva cambiato scuola. Di lui Monica non aveva saputo più nulla fino a diversi anni dopo, quando aveva letto la notizia di un ragazzo che, a causa dei ripetuti atti di bullismo subiti, si era suicidato con un colpo di pistola alla testa. Quando aveva letto il nome, aveva scoperto che si trattava proprio di Alex.

Se avesse avuto il tempo lo avrebbero ricordato. Ma non ne aveva.

"Parliamo della prima prova." affermò il Killer, imitando il tono di un presentatore televisivo. "Il tema sarà 'La verità'. Che ne dici?".

"Facciamo in fretta." tagliò corto Monica. "Che devo fare."

"Semplice. Dovrai rimediare al danno che hai fatto tempo fa, quando hai raggirato Luca."

"Ossia?".

"Dovrai chiedergli scusa."

Monica guardò Sharon, la quale scrollò le spalle. "E in che modo, scusa?".

"Connettiti su Yellow Chat." spiegò lui. "Da lì scriverai ciò che devi."

"Che razza di prova è questa? Sei pazzo!".

"Questo vuol dire che non accetti? Lo sai quali sono le conseguenze."

"Coraggio, Monica." disse Sharon sottovoce. "Assecondalo. Puoi farcela."

La giovane annuì. "Come vuoi, allora. Facciamo il tuo stupido giochino."

"Benissimo. Mi raccomando, devi convincere Luca che sei davvero pentita."

"Ma tu non sei Luca Quaranta! Rispondere al posto suo non cambierà nulla."

"Allora fingi che io lo sia." concluse il Killer, chiudendo così la chiamata.

Monica si connesse alla piattaforma e, a causa della struttura di cemento in cui si trovavano, la ricezione era molto bassa e impiegò più tempo del previsto. Sharon, di fianco a lei, tremava e non solo per il freddo. Doveva farcela, per lei. Per loro. Quando finalmente riuscì ad accedere a Yellow Chat, cliccò sul profilo di Scoiattolo Invernale e si preparò per quella che considerava una vera e propria farsa. "Forza, facciamolo."

"Ciao, Luca."

"Ciao." si limitò a scrivere Scoiattolo, freddamente.

"Dovrei dirti una cosa."

"Dimmi pure."

"Scusami."

"Scusami?" scrisse lui. "E per cosa?".

"Per averti ingannato." affermò Monica. "Mi sono spacciata per una ragazza che voleva conoscerti e che provava interesse per te, invece volevo solo abbindolarti per i miei interessi."

"E cosa ti aspetti da me?".

"Il tuo perdono ovviamente."

"E credi che basti così poco?".

Monica aggrottò un sopracciglio. "Cosa intendi dire?".

"Ti è stato chiesto di dirmi tutta la verità." spiegò lui.

"Questa è tutta la verità! Cosa ti aspetti che scriva!".

"Molto semplice. Voglio sapere perché lo hai fatto."

Monica rifletté. Finalmente aveva capito lo scopo di quella assurda prova. Scoiattolo voleva che lei si umiliasse, per il suo divertimento. Quella volta doveva lasciare da parte il suo orgoglio e lasciarsi andare. "L'ho fatto perché sono una vigliacca. L'unico modo che ho sempre avuto per emergere è la mia bellezza e l'ho usata per ottenere tutto quello che volevo. Ma questo non giustifica le mie azioni, anzi, mi rende una vigliacca. Perché senza il mio aspetto esteriore avrei dovuto lottare come chiunque, senza avere vita facile. Tu, una vita facile non l'hai mai avuta e io me ne sono approfittata da codarda. Per questo ti chiedo scusa e spero tu possa perdonarmi."

In quel momento il cellulare squillò di nuovo. Monica rispose immediatamente "Complimenti." assicurò Scoiattolo. "Bel discorsetto."

Monica prese un forte respiro e attivò il viva-voce, affinché anche l'amica potesse udire."Sei soddisfatto?".

"Direi di si. Sei stata molto sincera, finalmente. Hai ottenuto il mio perdono."

Sharon mostrò il pollice all'amica, che si limitò a stringere le labbra. "Bene. Passiamo alla seconda prova."

"Hai fretta di andartene, eh? Lo capisco. Sei qui, chiusa in un luogo umido con la tua migliore amica, che è più terrorizzata di te e vorresti fare di tutto per salvarla."

"Sono pronta." lo ignorò Monica. "Spiegami come si svolgerà questa prova."

"Sai, ho cercato un nome evocativo per essa, qualcosa che la rendesse più succulenta, ma alla fine ho ripiegato sulla tradizione. Giocherete alla 'Caccia al tesoro'!".

Monica scosse la testa. "Cosa dobbiamo trovare?".

"Un vero e proprio tesoro." annunciò l'assassino. "Già, io vi metterò in difficoltà e voi dovrete trovare l'oggetto che vi aiuterà a uscirne. Ma vi avverto, non sarà affatto facile, l'ho nascosto molto bene."

"Lo troveremo." disse Sharon, rassicurando l'amica.

"Che oggetto dobbiamo trovare?" domandò Monica.

"Un pupazzetto. Uno Scoiattolo." disse lui. "Se lo troverete, avrete superato la prova."

"Sei poco originale."

"Sono un sentimentale, che ci posso fare?".

"Dicci quando la prova comincerà."

"Ma la prova è già cominciata."

Monica guardò Sharon, confusa. "Come? Davvero?".

"Certo. Vedi, mentre parlavamo ho attivato un meccanismo che introdotto nell'impianto di aerazione del locale in cui vi trovate una sostanza molto tossica, un gas se preferite e ha una qualità molto divertente; uccide una persona in pochi minuti."

La giovane sbiancò. Si guardò attorno, ma nell'oscurità in cui si trovava era impossibile vedere alcunché, tanto meno una sostanza quasi invisibile. "Maledetto animale..."

 Sharon iniziò seriamente a preoccuparsi. "E ora come facciamo?".

"Stai tranquilla." le disse Monica, che poi tornò a rivolgersi a Scoiattolo. "Almeno dacci un minimo di illuminazione! Altrimenti non ce la faremo mai!".

"E' un problema vostro. Intanto sono passati un paio di minuti. Vi conviene sbrigarvi. A dopo, se sarete ancora vive."

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