Authentic? {Zayn Malik}

Capitolo 22

Prima di leggere, volevo fermarmi un secondo per farvi gl'auguri di buon anno perché non riuscirò ad aggiornare prima della fine di questo 2016. Vi auguro tanta gioia e felicità per voi e le vostre famiglie, ma soprattutto spero che il 2017 sia migliore... ognuno di voi merita il meglio♡ Divertitevi, ridete, scherzate, fate nuove esperienze e ogni tanto lasciate spazio anche al pianto, perché come dice Zayn "Sorridere non significa necessariamente che sei felice... a volte significa semplicemente che sei forte". Un abbraccio e un bacio, Ale❤

----

Zayn's pov

Molteplici lacrime rigano il mio volto, costringendomi a fermare la stesura delle mie emozioni su questo foglio di carta.

Butto la penna sul tavolo e nascondo il viso dietro alle mie mani, che scorrono velocemente nel tentativo di massaggiare i miei occhi gonfi e arrossati dal pianto.

Nella stanza riecheggiano i miei singhiozzi seguiti da alcuni sospiri.

Dovrei calmarmi.

<<Zayn, scusa vol- >> la voce di mia sorella Waliyha interrompe ogni mio movimento.

Non voglio farmi vedere così da lei, per questo sposto lo sguardo verso il basso, come se stessi cercando qualcosa di indefinito dentro al cassetto che alloggia sotto alla mia scrivania.

<<Perché stai piangendo?>> balbetta insicura e spaventata.

Sento le sue ciabatte scivolare sul pavimento, segno che si sta avvicinando a me <<No, sto solo cercando il caricabatterie portatile>> dico, provando a camuffare la mia voce roca a causa del pianto, ma un singhiozzo mi tradisce proprio alla fine della frase <<Non dire cavolate, è palese>> esordisce, tirandomi dalla spalla, in modo da farmi girare verso la sua direzione.

Cerco di spostare lo sguardo ovunque tranne che su di lei, ma afferra il mio volto tra le sue mani e lo alza verso l'alto, incrociando i suoi occhi sui miei.

<<Zayn, sono qui per aiutarti... dimmi che succede>> sussurra dolcemente, aumentando lentamente la voglia di piangere che sta per rinascere dentro di me <<Waliyha, va tutto bene. È solo un piccolo sfogo, nulla di più>> spiego convinto.

Noto che si inginocchia sul pavimento, staccando le mani dalla mia faccia, però mantiene il contatto visivo.

<<Non è la prima volta che ti trovo in questo stato. Alcune notti ti ho sentito piangere mentre eri a letto, ma non volevo metterti a disagio ed aggravare la situazione. Devi sapere, però, che come stai male te, così pure Alexa perciò metti da parte questo orgoglio inutile e pacchiano e raggiungila. Hai bisogno di lei per star bene, è arrivato il momento di ammetterlo a te stesso e sopratutto alla diretta interessata.>>