Capitolo 4

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Alexa's pov

Dietro a quel 'mai abbastanza' c'è una storia, ne sono sicura.

Vorrei saperne di più, ma non abbiamo ancora quel rapporto di confidenza che mi permetterebbe di chiederglielo e ricevere una risposta... dunque, scuoto la testa - eliminando i miei pensieri - e continuo a fissarlo in silenzio.

Noto che mantiene la testa bassa e gioca con le sue dita affusolate come per eliminare la tensione che si è creata tra noi due per via della mia domanda.

<<Buongiorno ragazzi, tutti al posto>> ed ecco che la professoressa fa la sua entrata nella classe, sbattendo la borsa sul tavolo, causando un gran rumore - probabilmente per via della quantità di materiale che contiene all'interno - e dà il via alla nostra lezione di scienze <<Attenzione, oggi parleremo della riproduzione... >>

Oh, cavoli. Un'altra volta no.

In terza media già ne abbiamo discusso in classe e diciamo che è andata parecchio male, visto che a quell'età i ragazzi - e pure alcune ragazze - sono parecchio immaturi.

Ricordo i continui doppi sensi scagliati da ognuno di loro e potete benissimo immaginare l'imbarazzo che una persona normale - tipo me - ha provato in quel momento.

Sorrido al solo pensiero e sposto lo sguardo verso i miei compagni: be', che dire, la situazione è sempre la stessa.

Mi accorgo che Dylan manda delle occhiatacce maliziose ad alcune mie compagne - che si mordono il labbro, facendomi del tutto disgustare - ed altri ragazzi neanche fiatano da quanto sono impegnati a prendere appunti.

E poi c'è Zayn, che rimane impassibile davanti a tutto.

Analizzo attentamente ogni particolare del suo volto partendo dagl'occhi scuri fino ad arrivare alla mascella ben definita e non riesco a capire come fa così tanta bellezza ad essere racchiusa in una sola persona.

Sono meravigliata e sollevata dal suo comportamento: non si mostra infantile come gran parte del genere maschile che riempie l'aula, bensì ascolta l'insegnante con attenzione.

<<Siete proprio dei bambini, non dovete ridere ogni volta che tocchiamo determinati argomenti... sono nel programma e dobbiamo farli, che vi piaccia o no! Prendete esempio dal signorino Malik piuttosto che sghignazzare tutto il tempo>> la professoressa Charles riprende tutta la classe con tono rimproverante, elogiando alla fine Zayn per la sua maturità.

Nel momento in cui viene nominato il moro tutti spostano lo sguardo su di lui, che intanto alza la testa dal libro e sorride all'insegnante.

Dopo un paio di minuti tutto torna come prima, ovvero riparte la spiegazione con le relative risatine; io riporto l'attenzione - senza farmi beccare - ai disegni realizzati dal mio compagno di banco, che si ostina a fissare l'orologio nella speranza che il tempo passi in fretta.

<<Ci sarai alla festa?>> domanda all'improvviso Zayn, facendomi ruotare immediatamente lo sguardo verso la sua direzione <<Sì>> aggiungo a bassa voce, in modo da non farmi sentire da nessuno al di fuori di lui <<E tu?>> chiedo di rimando, ricevendo da parte sua solo un cenno positivo con il capo.

...

La campanella ha appena annunciato la fine delle lezioni, così - senza lasciare il tempo al professore di finire il discorso su un argomento che non ricordo - tutti indietreggiamo con la sedia, creando un gran baccano.

<<Ragazzi, siete proprio maleducati!>> strilla furioso. Al suo posto farei a meno di urlare, dal momento che a nessuno interessa - considerato che ora è finita la giornata scolastica - .

Sistemo i libri all'interno del mio zaino, indosso il cappotto ed esco dalla classe.

Il corridoio è stracolmo di gente, che si spintona per andarsene il prima possibile fuori dalla porta.

Cerco di evitare le gomitate da parte degl'altri, ma mi accorgo di non avercela fatta appena vado a finire contro qualcuno <<Oh scusami, non volevo... sai com'è quando si esce da scuola>> dico con tono dispiaciuto, cercando di giustificarmi <<Alexa?>> domanda il ragazzo dalla voce profonda e familiare.

<<Oh, sei tu Zayn>> affermo meravigliata, sistemando una ciocca di capelli dietro al mio orecchio <<Scusami tanto>> commento mentre lui si sistema lo zaino sulle spalle <>Stai tranquilla, non è successo nulla di grave>> mormora prima di mostrarmi un sorriso rassicurante.

<<Be', io vado>> annuncio <<Pure io, si sta facendo tardi>> non sapendo cosa aggiungere, lo saluto con un gesto scattante della mano e poi mi giro verso la porta.

All'improvviso qualcosa blocca il mio polso, facendomi girare nella direzione opposta <<Ti va di fare il tragitto fino a casa con me?>> propone timidamente il moro <<Dove abiti?>>

<<Vicino a te>> risponde subito, senza esitazione <<Come fai a saperlo?>> domando ed intanto lo fisso con sguardo da investigatore <<Ti ho vista uscire stamattina, abiti a due case dopo la mia...>> mi spiega velocemente <<Va bene, andiamo.>>

...

<<Che cosa ti piace fare?>> ulteriore interrogativo da parte sua seguito dalla presa ferrea del suo cellulare, probabilmente per guardare l'ora <<Mi piace stare da sola>> rispondo sincera, sperando di non ricevere un 'Come mai?' da parte sua.

<<Per quale motivo?>> come non detto.

Sbuffo senza far tanto rumore e lo guardo un paio di secondi <<Sono sempre stata abituata a rimanere nella mia solitudine e ormai quando ho della gente attorno mi sento fuori posto>> gli spiego velocemente mentre calcio con i piedi un sassolino.

<<Quindi alla festa come farai?>> chiede curioso <<Bella domanda... ma sai, molto probabilmente finirò a fare il palo>> ridacchia sotto i baffi e seguo a ruota la sua azione.

<<Comunque, sono rimasta molto colpita da quello che mi hai detto poche ore fa riguardo al fatto che stanotte hai lavorato: non voglio essere scortese e né risultare una che non si fa gli affari proprio, ma se ti va io sono qui e puoi parlarmene>> lui a quelle parole si ferma e sposta lo sguardo su di me, ma non con cattiveria. Sembra sorpreso.

<<Ti ringrazio, però sono sicuro che ti annoierei a morte. Per esperienza ho imparato che a nessuno interessa veramente degl'altri... >> a sentire queste parole, mi si stringe il cuore.

Penso di avere molte cose in comune con lui.

<<Quando vorrai parlarne, sai dove trovarmi. Non farti problemi, sono pronta ad ascoltarti>> questo ragazzo mi ispira fiducia, si vede che non è come il resto <<Grazie>> risponde per poi abbracciarmi.

Questo gesto da parte sua mi ha sorpresa, non me lo aspettavo proprio... però, devo dire che è una delle poche volte in cui mi sento bene.

Così, tra le sue braccia.

Anche se controvoglia, mi allontano dal suo corpo <<Ci vediamo domani>> mi volto e cammino lungo il giardino di casa mia <<A domani, Alexa.>>

...

Zayn's pov

Appena varco la porta dell'abitazione non trovo nessuno, perciò - senza pranzare - mi dirigo nella mia stanza.

Butto lo zaino sulla sedia ed appoggio il mio cappotto sulla scrivania; dopo di che, mi tolgo i jeans e la maglia in modo da indossare la mia solita tuta.

Finito di cambiarmi, mi stendo sul letto e navigo con la mente tra i miei pensieri.

O meglio, il mio unico pensiero fisso: Alexa.

Perché lei, diversamente dal resto del mondo, è interessata a me?

Quando ho preso l'iniziativa di abbracciarla mi sono sentito come uno di quei bambini alle prese con la prima cotta infantile: ho stretto le braccia attorno alla sua vita con delicatezza e mi sono sentito felice... tanto felice.

La cosa che mi ha stupito di più è il fatto che è stata una ragazza a rendermi felice... e non era mai successo prima d'ora.

Authentic? {Zayn Malik}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora