18. CENONE

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"CENONE"

Come avevo anticipato, il giorno dopo Samuel era andato con suo fratello dai genitori di Mikayla per pranzo e per me era strano mangiare a tavola senza di lui che mi stuzzicava come sempre aveva fatto da quando condividevamo l'appartamento all'hotel a Sydney. Ed era strano che mamma non lo avesse nominato, anzi, parlava solo di Anthony, di quanto era cresciuto e che cosa avrebbe potuto preparare quella sera per tutti. Continuava a ripetere "e se sono allergici a qualcosa? Io non so nulla! Oddio, forse era meglio che non li invitavo. Ma magari quanto tornano posso chiedere". E mio papà invece continuava a ripeterle "cucina quello che solitamente cucinavamo quando i Sampson abitavano ancora vicino a noi. Su dai tesoro non ti disperare".

Forse era meglio che ci fosse stato Samuel, almeno non mi sarei sentita in un ospedale psichiatrico con mia madre che continuava a farsi pippe mentali. Le suggerii di fare le lasagne e lei all'inizio si era illuminata, poi cominciò a dire che non le avrebbe mai fatte come Caitlin e che non sarebbero piaciute. A Xavier invece stava scoppiando la testa con tutti quei discorsi.

Altra cosa strana era dormire da sola. Era vero che prima di partire per Sydney dormivo nella mia stanza senza ritrovarmi un imprevedibile arrivo piombarmi direttamente dalla California, ma nel mio letto provavo quel non so che di vuoto. Anche se non dormivamo uno incollato all'altro, percepivo la sua presenza, mi sentivo più sicura e mi addormentavo più velocemente. Invece stare da sola in camera mia significava aspettare un'ora intera prima di addormentarmi, rigirandomi nel letto e fare fastidiose e inopportune chiacchierate con la mia vocina. Sì, perché quella non sapeva starsene zitta e in disparte in un angolino del mio cervello e farsi i cavolacci suoi. Quella notte continuava a parlarmi di Sammy.

Che brutto stare a Darwin.
Manno dai, mi sento come essere tornata nel passato con Sam qua.
Appunto per Sammy che non va bene, dovevate continuare a dormire insieme.
E una giustificazione per questo ai miei genitori l'hai pensata?
Non posso pensare sempre tutto io, mettici buona voglia anche tu.

E questo era solo un piccolo assaggio della nostra conversazione notturna.

Nel pomeriggio Samuel ritornò con aria stanca, ma non disse nulla che riguardava il suo pranzo, aveva solo accennato che era andato tutto liscio. Si era anche vestito bene per andare a incontrare i suoceri di suo fratello, facendomi capire che ci teneva a fare una bella impressione nonostante sembrasse indifferente verso questa richiesta da parte di Anthony. Mia madre, che di solito era interessata per la qualsiasi cosa che riguardasse il suo caro Samuel, e giuro che non mi sarei scandalizzata se sapesse anche quante volte respirava al minuto, stranamente non aveva fatto domande di approfondimento, facendo stupire tutti quanti in famiglia. Mio fratello aveva chiesto persino se stava bene e se c'era bisogno di chiamare lo 000, rubandomi la battuta di bocca.

Io invece, mettendomi davanti alla mia scrivania, mi chiusi in camera e iniziai a studiare per un test che avrei avuto non appena tornata dalle vacanze. Ecco, era strano anche non sentire il campanello suonare e non vedere Brooke che si sbracciava per farsi notare dalla finestra, facendomi salire una certa nostalgia di qualche mese prima. Scrissi anche a Suwa se gli andava di venire da me per fare una pausetta, ma si era chiuso in casa sua anche lui per poter finire dei disegni che avrebbe dovuto consegnare appena entrato dalle vacanze. I miei fratelli invece non sapevo se stavano studiando o se stessero davanti alla televisione a giocare alla Playstation come l'ultima volta che varcai quella soglia.

······

Sentii suonare il campanello mentre ero seduta sul divano a fare zapping con il telecomando della TV e dato che nessuno si scomodò ad aprire, andai io. Mi ero preparata psicologicamente a Anthony con la sua nuova famiglia, invece quando aprii l'ingresso vidi una signora con i capelli rossi, suo marito con i capelli biondo cenere e una faccia tra loro che mi era molto familiare.

IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora