12. IL GIGANTE CORAZZATO

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"IL GIGANTE CORAZZATO"

Jensen mi aveva chiamata la sera prima per farmi sapere che era tutto pronto. Fortunatamente avevo il giorno libero, quindi, dopo aver fatto gli auguri a Xavier, mi feci venire a prendere dallo Chef per aiutarlo a sistemare gli ultimi preparativi. Samuel mi avrebbe dato una mano nel far distrarre il suo migliore amico grazie alla promessa di andare insieme a lui alla piscina. Non potevo vedere il mio fratellone più felice di così, ma il bello doveva ancora venire.

Avevamo organizzato la festa al solito posto, ovvero alla villa dove ci riunivamo a fare le grigliate, e avevamo comprato ogni tipo di carne che Xavier adorava. Jensen aveva preso tutta quella di ottima qualità e si permise anche di prendere del pesce da grigliare tanto per cambiare il solito menù. Hugh ci aveva raggiunti un'ora più tardi, su per giù nel momento in cui avevamo intenzione di pranzare.

Xav non avrebbe sicuramente sospettato di nulla, gli avevo detto che avrei passato il tempo dalla mia migliore amica mentre si sarebbe fatto le sue bracciate in acqua, e che ci saremo visti sicuramente più tardi. Hugh, per portare il festeggiato a destinazione "festa", si fece promettere che sarebbero usciti una mezzoretta insieme per bersi una birretta per Sydney, inventando successivamente per strada di essersi dimenticato di una cosa alla Villa, come noi la conoscevamo, e questa era l'idea migliore che gli venne in mente, ma non era male e speravo vivamente che il piano riuscisse come pianificato.

Tutto stava andando secondo i piani. Gli invitati venivano alla spicciolata portando dolci, antipasti, regali e alcolici, tutte cose che non potevano mancare ad una festa a sorpresa preparata da Hugh. Conobbi finalmente i ragazzi di cui quest'ultimo mi aveva parlato il giorno prima e sembravano degli indigeni da come si erano vestiti. Mary aveva i capelli tinti di rosso e li portava lunghi e ricci, mentre il suo ragazzo Scott li aveva neri e lisci, raccolti in una coda di cavallo. Mi raccontarono che erano tornati da un viaggio in Africa proprio come mi aveva accennato Hugh, e una famiglia indigena per amicizia donò a loro quei vestiti che stavano indossando.

Quando Brooke scese dall'auto di Jensen insieme a Matt, Suwa, Sam e Danielle, mi venne subito incontro e mi saltò addosso. Tanto era il suo affetto verso i miei confronti, tanto io potevo cadere col culo a terra. Si scostò da me, si girò per tener d'occhio chissà chi o che cosa e, prendendomi per le spalle, sussurrò talmente piano che potevo solo capire cosa diceva guardando le sue labbra. «Hai fatto il regalo con Samuel?!»

Annuii non vedendoci nulla di scandaloso, ma conoscevo Brooke, ogni scusa era buona per schizzare.

Si portò le mani sul viso e fece finta di essere sconvolta. «E non me lo dici che avevate un appuntamento?!»

La fulminai con lo sguardo. «Non avevamo un appuntamento, avevamo dei dubbi su che regalo fare e abbiamo avuto l'idea di farlo insieme.»

«Raccontami.»

Alzai le sopracciglia non avendo la minima idea di cosa poter raccontare. «Cosa?»

Alzò gli occhi al cielo e potevo ben capire che pensava che la domanda era ovvia e scontata. «Uffa, dove siete stati, come vi siete trovati, se vi siete baciati. Ah, prima che mi dimentichi, com'è dormire con un bel palestrato, eh?» mi chiese continuando a darmi gomitate a fianchi in modo insistente. «Eh? Su dimmi, non ci siamo sentite più di tanto da sole per poterne parlare.»

La allontanai da me guardandomi attorno. Era pieno zeppo di amici di Xavier e Samuel non era di certo dall'altra parte del mondo, stava aiutando a scaricare la roba che Hugh aveva comprato e che aveva messo nel porta carichi dietro. Poi quest'ultimo partì con la sua Jeep verso il centro, sicuramente si stava dirigendo da mio fratello. «Non che sia perfetto questo momento per parlarne.»

IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora