45. SALTAMI ADDOSSO

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"SALTAMI ADDOSSO"

Erano passate all'incirca due settimane dall'uscita alla Shark Valley e dall'arresto del malvivente, e tutto procedeva come se nulla fosse successo. Dormivamo ancora abbracciati, altre figure di merda, di Jake non c'era nemmeno l'ombra, il che rendeva più tranquilli sia Xavier che Samuel e non erano capitate situazioni da bacio. A parte quando per sbaglio ero scivolata all'indietro perché giravo scalza dopo aver fatto la doccia e rimanendo ferma per un po' davanti all'armadio con l'accappatoio addosso, non mi ero accorta della pozza d'acqua che avevo creato. Quindi Sammy, trovandosi dietro di me, con un gesto veloce riuscì a prendermi al volo e rimasi tra le sue braccia per quelli che potevano sembrare minuti, quando era solo una frazione di secondo. Forse. Non lo sapevo, quando c'erano quelle circostanze diventata tutto come nei cartoni animati, cuoricini rosa che partivano alla cavolo, i miei occhi incatenati ai suoi e poi la figura che mi avrebbe fatto sotterrare la testa sotto la sabbia.

«Ti si sta slacciando l'accappatoio, se non vuoi farti vedere nuda ti conviene sistemarlo, ma per me non c'è problema.»

E sorriso sgembo. Quanto lo odiavo.
In realtà lo ami.
Non è vero.
Certo, perché tu ti sei affrettata a chiuderlo.
Finiscila di prendermi in giro.
Lo hai guardato come incantata e hai risposto "ah si? Interessante". Dimmi, come poteva non ridere lui? Eri ridicola.
Sì sì, va bene.

In qualsiasi caso mi aveva rimessa in piedi e mi allacciai meglio l'accappatoio. Dopo questa tutto regolare. Battibecchi come nanetta e watusso e cose così. La cosa che ancora rimase insolita era il fatto che aveva smesso completamente di nominare Jensen e Suwa come miei ipotetici amanti. Da lui non me lo sarei mai aspettata, era il signor "ti trovo un ragazzo io" a momenti, e in quel periodo sembrava più "uccido chiunque dica che è il tuo fidanzato" o almeno, mi era apparso così da quella volta in cui aveva fatto la rissa con Benjamin e Jake.
Che dai racconti ipotetici di Xavier gli desse fastidio Jake? La gelosia la volevo escludere a priori dato che non ricambiava, quindi o avrebbe preso tutti a pugni facendomi rimanere zitella a vita, oppure dovevo trovarmene uno che gli andasse a genio.
Come se fosse facile tra lui e Xavier, a mio parere era più semplice diventare suora.

Uno di quei pomeriggi uscii con Brooke dopo moltissimo tempo, finalmente noi due da sole come ai vecchi tempi. In realtà volevamo invitare anche Suwa, ma lui non aveva risposto alle nostre nove chiamate, quindi ci rassegnammo. Ancora a Sydney c'era quel freddo che ti faceva congelare, e la mia migliore amica mi convinse in un battito di ciglia ad entrare in un bar per prendere una tazza di thè.

«Oh, caldo, finalmente, non potevo essere più felice oggi» esclamò Brooke strofinandosi le mani fasciate dai suoi guanti bianchi in cotone.

Io ancora non avevo il coraggio di togliermi giacca e sciarpa di dosso. «Non vedo l'ora di andare a Darwin.»

«Oh sì tesoro, il tropico è il miglior posto dove poter vivere» affermò sedendosi ad un tavolino libero.

Io mi misi di fronte a lei. «Anche se a me piacerebbe vedere la neve a Natale. Con tutti quei film come "mamma ho perso l'aereo" e cose così mi viene la curiosità.»

«Sììì, e poi il bacio sotto al vischio, quant'è romantico! Dobbiamo fare le vacanze di Natale nell'emisfero boreale, magari andando anche in Italia dai parenti di Samuel, non mi sembra cattiva come idea, ci si potrebbe organizzare» continuò a parlare mentre sfogliava con gli occhi la lista dei vari thè che facevano in quel locale.

Annuii poco convinta. «Sì, non sarebbe male, ma il biglietto costa un sacco, Sammy ha speso molti soldi per venire qui in Australia.»

«E qual è il problema? Andremo tra qualche anno tutti insieme, magari facendo come si usa fare qua, facciamo un Working Holiday Visa e così possiamo girare e lavorare.»

IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora