20. TUTTA QUESTIONE DI SOMIGLIANZA

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"TUTTA QUESTIONE DI SOMIGLIANZA"

«Scar! Sveglia!» sentii tuonare nelle mie orecchie al posto della suoneria del mio cellulare.

Aprii lentamente gli occhi e mi stiracchiai nel letto con tutto il sonno che avevo racimolato durante la notte. Quello che avevo attorno iniziava a diventare poco a poco più nitido ai miei occhi, fino a quando mi scrollarono le spalle con furia, rendendo la vista nuovamente offuscata.

«Scarlett! Dobbiamo andare da Suwa, dai alzati e cambiati!» urlò ancora Brooke.

Brooke?

«Ma tu come cavolo sei entrata?» domandai, per poi sbadigliare come un leone.

«Mi ha fatta entrare il tuo ragazzo mentre usciva per andare all'università.»

Riflettei per qualche secondo sulle sue parole, ancora mezza addormentata, poi i pezzi del puzzle si misero assieme. «Io non ho un ragazzo» sbottai, alzandomi piano piano dal letto e iniziando a levarmi le coperte di dosso.

«Sì, come tu non hai un coinquilino alto uno metro e ottantadue con due occhi azzurri e i capelli corvini. Ah, e un fisico bestiale» ironizzò con un sopracciglio alzato. «O forse è un peletto più alto, sai, mi sa che è cresciuto» riflettè posando due dita sul mento, come per dare enfasi ai suoi pensieri.

Mi bloccai nel fissarla negli occhi non riuscendo però a controbattere, lasciando le parole nel gran magazzino in cui si stavano formando. Sì, perché il mio cervello era ancora in fase di rielaborazione, era come aspettare che si caricasse la pagina di Google. Mi diressi poi in bagno con tutta la voglia che riuscii a tirar fuori e mi preparai con calma per poter uscire. Quando finii, andai in salotto pronta per girare nelle strade di Sydney, ma Brooke era incollata alla televisione concentrata a guardare un programma che lei adorava da impazzire.

«Brooke, possiamo andare» la esortai, sapendo però che avrebbe fatto di tutto per farsi accontentare.

«No, no! Aspetta che finisca Project Runway, è la parte che non ho visto ieri sera perché mi sono addormentata!» esclamò, indicando il televisore come una bambina e con un'espressione supplicante sulla faccia.

Sbuffai, e sedendomi vicino a lei mi misi anche io a guardare quel programma che tanto adorava.

·····

Finalmente eravamo in strada dopo trenta minuti contati di puntata da lei non vista in precedenza. Ci avviammo pian piano verso la nostra destinazione, arrivando con i tempo di Brooke sotto la finestra dell'appartamento di Suwa, chiamandolo al cellulare. Dopo sei squilli si degnò di rispose.

«Ehi Scar!» esclamò contento, e dalla voce che aveva sembrava masticasse qualcosa. Si sentiva persino il suo sgranocchiare.

«Halleluya, siamo qua sotto, scendi?»

«Di già?» domandò sorpreso.

«Sì, ed eravamo anche in ritardo. Allora, scendi?»

«Ehm, sì, finisco di fare colazione e mi preparo.»

Oltre alla sua voce sentivo altro rumore, per nulla tranquillo. «Suwa, c'è qualcun altro lì con te?» domandai dubbiosa.

«No, nessuno» rispose subito e senza pensare. Poi come una lampadina si accese. «Ah, scusa, ho la radio accesa con gli Iron Maiden.»

Mi stupii e Brooke mi guardò stranita non seguendo il discorso. «Gli Iron Maiden? Di mattina? E a mezzogiorno cosa ascolti, Cannibal Corpse?» ironizzai e nell'ascoltarmi la mia amica fece il segno della croce guardando verso l'alto.

IMPREVEDIBILE - oltre l'oceano ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora