2. MODELLA DI VICTORIA'S SECRET E DONATORI DI ALTEZZA

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"MODELLA DI VICTORIA'S SECRET E DONATORI DI ALTEZZA"

Finalmente avevo scelto la mia università e andavo fiera della mia decisione finale. La University Technology of Sydney era la scelta che faceva al caso mio. Oltre a me, anche Brooke e Xavier avevano deciso di frequentare il mio stesso istituto dove c'erano molte altre facoltà. Io avrei seguito i corsi di lingua come ambivo qualche anno prima, Brooke i corsi per diventare una maestra adorando i bambini, ma ancora da decidere se per il nido o la materna, mentre Xavier avrebbe frequentato il corso di architettura, col sogno di realizzare il progetto di una scuola di nuoto a posta per i futuri campioni olimpionici. Sarebbe andato anche la Ian Tohrpe Aquatic Centre, dove lì si allenavano persino coloro che partecipavano alle Olimpiadi. Era uno dei suoi sogni conoscere il famoso nuotatore Ian Tohrpe, e diceva che andando in quella struttura avrebbe avuto più possibilità di incontrarlo e conoscerlo, ma una cosa sul mio fratellone era certa: avrebbe realizzato a qualsiasi costo il suo sogno, sapevo perfettamente che ogni volta che ambiva a qualcosa, usava ogni mezzo necessario per poterla realizzare, il che mi rendeva molto fiera di lui.

Alla nostra partenza salutammo i nostri genitori con valigie in mano e zaini in spalla. Matthew si era proposto ad accompagnarci all'aeroporto di Darwin, così da poter passare qualche minuto in più con la sua cara Brooke. Erano davvero una bella accoppiata nonostante i capelli biondi e ribelli di Matt, i suoi occhi castani e la sua pelle chiara, fossero in contrasto con i colori che caratterizzavano Brooke; si distinguevano dalla massa ed era questo ciò che più piaceva alla mia migliore amica. Lui ci avrebbe raggiunti in un secondo momento, e a quanto mi aveva detto Xavier, anche la sua fidanzata, Danielle Lambert. Se non fosse per le occhiatacce che mi rifilava Brooke, ammetterei anche davanti a lei che il mio fratellone si era trovato la ragazza adatta per lui. Era una bionda tutto pepe originaria di Sydney, con due grandi occhi verdi decorati con qualche pagliuzzetta marroncina che incantavano chiunque, accompagnati sempre da un sorriso caldo e accogliente. In questi anni avevo costruito un bellissimo rapporto con lei, era diventata quella sorella maggiore che sempre avevo desiderato avere, ed era semplicemente meraviglioso.
Ad ogni modo, Dani doveva concludere il contratto aperto alla Darwin Convention Centre, un Centro che ospita conferenze nazionali e internazionali, grandi mostre, cene di gala, cerimonie di premiazione, incontri e seminari, ricevimenti cocktail, concerti, eventi sportivi, matrimoni, lanci di prodotti e eventi pubblici. Il Centro aveva acquisito un'ottima reputazione per la fornitura di eventi eccezionali e innovativi, cibo di prima classe e servizio clienti eccellente, quindi far parte dello staff di quel posto era davvero una cosa non da poco.

Arrivati a Sydney tutto appariva più affascinante. Sembrava diversa da Darwin, ma forse era l'eccitazione del momento che me lo faceva credere dato che le città australiane si assomigliavano un po' tutte essendo moderne e quindi non dovevo aspettarmi chissà quali differenze, non era di certo come Roma con reperti storici tra le infrastrutture moderne; mio fratello me ne aveva parlato dato che con la sua scuola ci era stato in viaggio di istruzione. Come lo invidiavo per quello, era uno dei miei sogni poter andare in Europa, invece anche con la scuola il posto più lontano che avevo visitato era stato Singapore. Ad ogni modo sentivo che Sydney mi dava una percezione diversa rispetto a quella della mia città natale, e per di più non c'era quell'aria umida che avevo sempre respirato; chiusi gli occhi e ne assaporai una buona manciata, lasciandomi riempire i polmoni e cercando di abituarmici. Finalmente la sensazione di libertà la sentivo nelle ossa ed era semplicemente elettrizzante. Solo al pensiero di essere in quella città e di sapere che ci avrei vissuto per molto tempo, faceva sembrare tutto molto più bello e frizzante.

La mano di mio fratello mi prese il polso e mi trascinò con sé mentre Brooke ci seguiva correndo con la sua enorme valigia rosa in cui aveva messo di tutto e di più. A momenti metteva anche i miei vestiti lì dentro, ma si giustificava diceva che doveva essere pronta per ogni occasione e non si era fatta sfuggire proprio nulla, mi spaventava.

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