capitolo 7

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Mi alzai dal letto , come tutte le mattine mi diressi in bagno, mi legai i capelli e mi bagnai il volto con dell'acqua fredda.
Come ogni mattina mi misi i vestiti che avevo distrattamente acciuffato dal cassetto delle cose pulite , come ogni mattina mi truccai quel poco per riaffermare il mio sesso femminile al popolo, come ogni mattina scesi al piano di sotto per fare colazione.
Stavo facendo esattamente le stesse ,monotone azioni, nello stesso ordine e nello stesso modo , di ogni stramaledetta mattina, ma sentivo che qualcosa era diverso.
La sera prima non avevo praticamente dormito, mi faceva male la testa , e la casa era immersa nel silenzio.
Matt, il fidanzato di mia madre , era già uscito da molto , l'ospedale dove lavorava era lontano e non si poteva permettere di arrivare in ritardo.
La mamma stava ancora dormendo , ormai era da tanto che aveva lasciato il lavoro .
E Cam...
Non ne avevo la minima idea .
Dopo la discussione a pranzo non lo avevo più visto , si era chiuso in camera per tutto il pomeriggio , e verso le nove l'avevo sentito uscire.
Non sapevo assolutamente dove si trovasse, o con chi...
Presi una tazza di caffè e una fetta di pane, cercai di ingoiare il tutto senza vomitare e uscii per andare a scuola.
L'aria era fresca , il cielo lievemente scuro ,il sole ancora pallido stava facendo capolino tra le nuvole compatte , e una brezza piacevole accompagnava i miei pensieri .
Non riuscivo a pensare ad altro se non a Cam , e avevo una paura matta che i nostri si fossero insospettiti per la reazione così evidente del mio 'fratellastro'.
Era ancora presto quando raggiunsi i grandi cancelli chiusi , e cosi mentre aspettavo che quella ventina di minuti passasse, mi sedetti per terra su uno scalino.
La strada era deserta ,solo poche macchine parcheggiate, cosi quando ne vidi una a tutta velocità sgommare peggio di un film d'azione,per poi fermarsi proprio davanti a me, a soli pochi metri di distanza , saltai in piedi spaventava.
Quell' automobile la conoscevo bene , era un Impala del '60 , e la sagoma barcollante che ne uscí mi era ancora più familiare.
Cam aveva gli abiti logori , qualche macchia bagnata gli sporcava la maglietta , i capelli scompigliati ,peggio del solito , erano sudati e attaccati alla fronte aggrottata, gli occhi cerchiati da due scure occhiaie mi fissavano in una maniera strana.
Fece qualche passo incerto, e quando fui sicura che fosse completamente ubriaco mi precipitai verso di lui per aiutarlo a non cadere.
<<o mio dio>> dissi stringendo un braccio sotto la sua spalla per reggerlo 
<<ma quanto hai bevuto?!>>chiesi sentendo l'odore di vodka trasparire dalla maglia .
<<un po. Ma non sono affari tuoi>> mi rispose secco mentre lo risistemavo seduto nella macchina , ma stavolta non nel posto guidatori.
<<va bene ...>> dissi quasi più a me stessa che a lui.
Feci per allontanarmi quando lui mi afferrò con le braccia tremanti ma pur sempre forti, i fianchi, e mi spinse a se.
<<vuoi abbandonarmi? Di già ?>>
Risi un po imbarazzata perché eravamo in una posizione un po esplicita proprio di fronte alla mia scuola
<< ora ti accompagno a casa>> dissi con una voce stranamente risoluta , nonostante i baci che aveva iniziato a lasciarmi su tutta la porzione di pelle scoperta.
<<ma poi mi abbandonerai . Andrai da tuo padre. E io non ti vedrò più.>>
Cosa?
Mi scostai un attimo per guardarlo negli occhi con aria interrogativa
<<é per questo che hai bevuto? Hai paura che una volta andata da mio padre, noi due non ci vedremo mai più?>>
Lui mosse in modo frenetico la testa, dopodoché la abbandonò pesante sul mio petto.
<< già>>
Tutta quella scenata, la preoccupazione , la bevuta.
Aveva avuto solo paura di perdermi?
Gli presi il volto tra le mani, e gli diedi un lieve bacio sulla fronte.
Volevo avere la sua attenzione, quello che stavo per dire era davvero molto importamte.
<<stammi a sentire .Lo so che sei ubriaco e che molto probabilmente non te lo ricorderai , chissà quanto hai bevuto , ma voglio che tu sappia , e non mi stancherò mai a dirlo.
Tu non mi perderai .Mai.>>
<<e nemmeno tu me Ally>> disse biascicando.
Gli diedi un bacio sulla guancia , e quando finalmente riuscii a sgusciare via dalla sua presa mi misi al posto guidatori .
Non lo portai a casa subito, ma feci una breve sosta in farmacia.
Dovevamo fare qualcosa , non poteva tornare cosi.
Accantonai l'idea di andare a scuola quel giorno, pazienza , me ne sarei fatta una ragione.
Lo lasciai pochi secondi in macchina, tanto stava dormendo , e comprai con il suo portafoglio delle pasticche per il mal di testa, e già che c'ero,uno spray per l'alito .
Pagai il più in fretta possibile, e mi incamminai impaziente verso l'auto.
Solo quando raggiunsi l' impala di Cam con Cam ancora al suo interno potei fare un lungo respiro di sollievo.
Riacquistai il mio posto guidatori , e prima di partire mi fermai un poco ad osservarlo.
Ieri mi era sembrato così arrabbiato , avrei potuto dire furioso, e per tutta la serata non avevo fatto altro che immaginarmi terribili scenari dove decideva di lasciarmi.
E invece non avevo capito proprio nulla.
Allungai una mano per accarezzargli lo zigomo leggermente ispido , e il contatto caldo e familiare parve tranquillizzarlo nel sonno.
Mentre dormiva era ancora più bello, per quanto fosse cosa possibile.
Il volto rilassato mostrava un ragazzo molto più giovane , la testa penzolante leggermente piegata verso destra era poggiata sullo schienale del sedile, e i capelli in disordine gli ricadevano sparsi senza peso.
I suoi capelli ... Cosi morbidi...
Spostai le dita sulle sue ciocche color rame... Si proprio morbide...
La sua visione era un incanto, e in quel momento ero certa che non mi sarei mai stancata della sua immagine.
Ero stata totalmente stregata , e più tempo passavo con lui, più mi rendevo conto della gravita del mio sentimento .
Mossi la testa ,come se avessi avuto il potere di far scivolare via tutte le mie paure.
Ritornai sul mio sedile e mettendo in moto l'auto iniziai a guidare verso casa.
<<Ally...>>
Al mio lato una flebile voce chiamó il mio nome, e io mi voltai per un secondo verso Cam. Come sospettavo. Stava parlando del sonno.
<<non lasciarmi>> fu quel che mi parve di sentire.
Gli accarezzai, con la mano libera, la gamba , per rassicurarlo.
<<mai>>

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora