capitolo 27

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Erano passati sei giorni. Sei schifossissimi giorni da quando non lo vedevo.
La domenica , dopo il nostro incontro mattutimo, era scomparso, andato non so dove mentre io mi raggomitolavo tra le coperte.
Avevo letto da qualche parte che dopo una rottura , o un evento traumatico in generale , la gente tende ad attraversare una serie di fasi, che variano dalla tristezza , autocommiserazione, rabbia, fino alla rassegnazione. Io avevo l'impressione di essere sempre allo stesso punto , la disperazione.
Non riuscivo a non pensare a Cam, ai suoi occhi bellissimi e alle sue labbra così morbide , alle sue battute maliziose e ai suoi piccoli gesti. Mi mancava ogni cosa di lui, e più il tempo passava e più mi sentivo sprofondare nel baratro.
Sei giorni che ripercorrevo, sommersa dalle lacrime, tutti i momenti vissuti insieme, da quando ci eravamo conosciuti , fino a quel dannato pasto. Mi chiedevo se le cose sarebbero potute andare diversamente , ricordavo il modo in cui mi guardava, come mi baciava inaspettatamente , e quando mi accarezzava il collo procurandomi brividi su tutto il corpo.
Volevo il suo tocco sulla mia pelle, volevo le sue braccia intorno alla mia vita, e volevo lui accanto a me.
Non mi ero mai legata così tanto a una persona , e al pensiero di vivere senza di lui mi mancava il respiro. Sarebbe sempre stato così ?
La sera non dormivo bene , e lo stomaco rifiutava ad accettare qualsiasi cibo gli procurassi. Praticamente ero diventata uno zombie. Senza sonno e senza cibo , con un cuore gonfio di tristezza , arrancavo a fatica.
Sara mi stava accanto e le ero grata per il conforto che mi dava, ma erano i momenti in cui stavo da sola , la sera nella mia camera, quando la mente ricominciava a pensare , che erano i peggiori.
'Allora smettila di provarci'
Cosa voleva dire ? Dovevo smettere di provare a far funzionare la nostra relazione così come aveva fatto lui?
Mi assillavano quelle 4 parole , rimbalzavano in ogni cosa facessi o guardassi e non riuscivo a farle uscire dai miei pensieri.
Erano sei giorni che di Cam non sapevo nulla. Le mattine a seguire ,quando mi svegliavo per andare a scuola , era sempre stato barricato in camera, e quando tornavo , nel pomeriggio , era già uscito. Non stava a casa nemmeno per cena, avvertiva una mezz'oretta prima che sarebbe rimasto in giro. Lo avevo sentito rientrare nelle ore più disparate , e l'idea di averlo tanto vicino eppure così irraggiungibile mi lacerava da dentro.
Ora capivo tutti quei film adolescenziali che amavo così tanto vedere con la ma migliore amica: come ignorante in materia prendevo sempre in giro le protagoniste dal cuore spezzato per le loro eccessive reazioni , ora invece mi immedesimavo in loro perfettamente.

Al settimo giorno mi sentivo un po' meglio.
Sotto quella sensazione di pesantezza al petto, era come se mi si fosse aperta una piccola fessura.
Non potevo dire di sentirmi 'bene', ma forse ero sulla strada giusta.
Superai la camera di Cam chiusa a chiave e cercai di sopprimere un sospiro. In salone c'erano, che facevano colazione, mamma e Matt, erano allegri quella mattina e sorrisi a entrambi nel modo più convincente possibile.
Che io stessi male mamma lo sapeva , e quando mi aveva chiesto cosa avessi avuto che mi tormentava, le avevo raccontato una mezza verità.
<<tesoro cosa succede ? Vedo come ti comporti ultimamente>> Aveva detto entrando in camera mia e sedendosi vicino a me sul letto. Era il quarto giorno mi pare.
<<problemi di cuore>> le avevo risposto con la voce strozzata.
Lei mi aveva accarezzato la nuca e baciata sulla fronte con fare amorevole. <<tu e Shawn avete litigato?>>
Sentire quel nome mi aveva colta di sopresa lì per lì, ma poi avevo collegato , annuendo tristemente.
<<ci siamo lasciati perché non voleva impegnarsi>>
La mamma mi aveva stretta ancora più forte a lei ed eravamo rimaste cosi per un po'. Il suo conforto mi aveva fatto bene , e ripensai a quando non le volevo più parlare , arrabbiata con lei per via di ciò che mi aveva nascosto.
Saltai la colazione anche quella mattina e uscii di casa diretta verso la fermata dell'autobus.
Ricordavo di come , i primi giorni, Cam si ostinasse a volermi portare a tutti i costi con la sua macchina.
Sbuffai frustrata perché stavo pensando a lui di nuovo.
L'aria fredda mi pizzicava il naso, ci avvicinavamo a natale ma io non mi sentivo per nulla in vena di festeggiare.
Sarei stata male anche per allora? Mi sarei messa a piangere ogni volta che avessi visto un vischio?
Non ci volevo pensare , quel giorno mi sentivo meno da schifo ed ero fiduciosa per il futuro.

In prima ora avevo letteratura , la mia materia preferita. La professoressa ci spiegò l'Orlando Furioso di Ariosto. Che lezione azzeccata pensai...
La storia che vede come protagonista il più serio e nobile dei cavalieri che cade preda della follia per amore...
Mi persi nella discussione che si era accesa in classe: due fuochi opposti dibattevano su quanto fosse paradossale o meno l'opera.
Che fosse assurda la storia ne erano tutti d'accordo, ma era plausibile impazzire per amore ? Perdere a tal punto il senno a causa di un'altra persona da dimenticare ogni dovere e ogni onere?
<< non la conosceva nemmeno questa Angelica andiamo!>> disse Giovanni sbuffando
Arianna alzò la mano e la professoressa le diede la parola <<non conta niente! Qui parliamo di amore a prima vista! E lei non è una ragazza come tutte le altre, è magica!>>
<<reagisce così solo perché c'è di mezzo la fantasia. Una persona normale berrebbe qualche shottino e andrebbe avanti>>
<<si vede che sei un maschio!>> rispose Giulia con fare disgustato.
Io mi lasciai scivolare lungo i miei pensieri. Perdere la testa per amore , era davvero possibile ?
<<Allison tu cosa ne pensi a proposito?>>
La classe era caduta nel silenzio più totale e tutti gli occhi erano puntati su di me, la professoressa attendeva che rispondessi.
<< cosa ne penso io?>> ripetei come una stupida l'interrogativo.
Mi voltai verso Sara che mi guardò con fare rassicurante , e parlai:
<<io non penso che l'amore possa rendere pazzi. Ma la disperazione sì. Credo che di fronte alla consapevolezza di non poter stare con l'unica donna che abbia mai amato, la disperazione di Orlando fosse tale da fargli preferire l'oblio, l'assenza di ogni emozione , l'annullamento di sé stesso. E quando ci si perde nell'amore per qualcun altro, quando non ci possiamo riconoscere se non come desolate metà destinate a non essere mai complete , rimane solo la pazzia come unica via di salvezza. Questo sì che lo trovo credibile. In questo io mi ritroverei. Voi no?>>
Quando avevo finito sentivo le guance bollenti per l'imbarazzo, la gola era incredibilmente secca.
La professoressa aveva in volto una strana espressione , i miei compagni mi guardavano senza parole. Avevo detto qualcosa di sbagliato?
<< hai detto una cosa molto ragionata Allison>> concluse l'insegnante, poi la campanella suonò, segnando la fine di quella lezione.
Al cambio dell'ora Sara venne al mio banco con un volto accigliato
<<venerdì usciamo ,io te Robert e Drake, punto. Niente storie. Mi stai diventando Leopardi>>
Risi per l'uscita inaspettata della mia amica. Ero messa tanto male?
<<non pensi sia strano invitare Drake?>>
Sara si toccò il mento pensierosa
<<dici perche ti ha baciata ? Che ti frega, ora sei single e lui è carino. Il karma te la serve su un piatto d'argento>>
Aggrottai le sopracciglia <<Sara non mi piace Drake in quel senso. E non voglio si faccia strani film...>>
Sara sospirò frustrata <<vuoi che chieda a Robert di chiamare un suo amico? >>
Ci riflettei su per qualche secondo, forse era meglio. Già la situazone con Drake non era delle migliori , non volevo assolutamente farlo stare male.
Ci accordammo prima dell'arrivo della professoressa di inglese , venerdì saremmo andate a mangiare fuori io, Sara , Robert -che non vedevo l'ora di conoscere- e il suo amico.
Speravo sinceramente mi avrebbe aiutata a svagarmi un po' e a non pensare ancora a Cam.
Purtroppo era ancora lunedì...

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora