capitolo 12

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<<Ora posso aprire gli occhi?>>
Non sentii nulla come risposta, ma le mani di Cam si levarono dai miei occhi, facendomi riacquistare la vista.
Eravamo in un vecchio parco giochi, di quelli con lo scivolo e le altalene mezze arrugginite.
Probabilmente non si vedeva un bambino qui intorno da un pò di tempo, i cespugli erano stati lasciati in balia della natura, grandi alberi oscuravano il cielo che già di per sè iniziava ad essere sempre più nero, e l'erba alta era sporcata qua e là da ciuffi irregolari di color giallo.

<<Ti ricordi quando ti ho chiesto di ritornare al luna park? Poco prima che tuo padre... ti chiedesse di andare a vivere a casa sua..>>
Mi ritornò come un flash il ricordo di noi nella sua macchina, e quando Cam mi aveva dato il porta chiavi della ruota panoramica. Senza volerlo iniziai a sorridere come una deficiente.
Fortunatamente era buio, e Cam non poteva compiacersi più di tanto.
In quel momento stava levando alcune foglie da una piccola panchina , e una volta finito il suo lavoro si sedette invitandomi con la mano a fare lo stesso.
<<So che non è come l'ultima volta, ma ci si può divertire anche qui, credimi>> disse accennando un sorriso ammiccante verso di me.
Ecco che il rosso ritornava. Cavolo Ally basta essere così pudica!
Volevo sciogliermi.
Stavamo da soli dopo non si sa quanto, e considerando che un tempo l'essere solo io e lui era una normalità, questo significava ancora di più.
Per questo quando mi avvicinai a lui, anziché scegliere la porzione di posto accanto,decisi di sedermi sulle sue gambe, cosa che sorprese visibilmente Cam.
Ero con le braccia legate dietro il suo collo, le nostre labbra erano vicinissime, ma non avevo intenzione di fare altro. Mi piaceva respirare la sua aria e osservare le sue labbra.
<<Qualcuno qui ha in mente cose brutte>>
<<Cosa sono per te le cose brutte?>> chiesi aggrottando le sopracciglia con aria da finta ingenua.
Cam si chinò sul mio collo, e iniziò a lasciarmi teneri baci partendo dalle clavicole salendo fino alla linea della mascella.
Un gemito mi uscì dalla bocca prima che mi potessi contenere, e sentii le labbra di Cam sorridermi sulla pelle.
Ero una bambola tra le sue mani, ma per una volta volevo fosse il contrario, volevo essere io a condurre i giochi. E forse era perchè avevamo appena litigato, oppure perchè era così buio da darmi l'impressione di essere l'unica donna nell'universo ,ma al momento non mi importava di nient'altro se non di Cam.
Così feci qualcosa che nella luce del giorno non avrei mai fatto.
Mi scostai di poco da lui, e cercando di sembrare il più sicura possibile, iniziai ad accarezzargli l'orlo del colletto, poi il collo, i trapezi, e le spalle. Le mie dita indugiavano sulla sua pelle calda, il respiro di Cam era lievemente affannato, e questo mi diede la sicurezza necessaria per continuare.
Strusciai i palmi lungo i pettorali e gli addominali, che si sentivano anche da sopra la stoffa, e arrivata all'orlo della maglia le mie mani ritornarono a contatto con la sua pelle. La mia lentezza era incredibilmente ammirevole, stavo cercando di fare come avevo visto in qualche film.
Ad un certo punto decisi di fare la mossa finale , quella dalla quale non sarei potuta più tornare indietro.
Sentivo il cuore che mi sbatteva nel petto quando trovai il bottone dei suoi jeans , e  glieli slacciai.
Cam aveva gli occhi ipnotizzati, forse voleva vedere fino a dove mi sarei spinta. Sentivo il suo sguardo su tutto il mio corpo , e la cosa mi faceva stare bene.
Ero ancora seduta su di lui, le mie gambe erano ai lati delle sue , in una posizione tutt'altro che poco ambigua.
<<cosa vuoi fare Ally?>> Mi chiese con un filo di voce.
Io continuavo ad armeggiare con la sua zip , non risposi ma alzai lo sguardo verso di lui mostrando il più ampio dei sorrisi.
Cam chinò la testa senza emettere una parola. Vedevo in lui  curiosità mista a qualcosa che non riuscivo a decifrare ,  era dolce ma allo stesso tempo forte.
Sempre con estrema lentezza , e senza staccare il mio sguardo dal suo , mi alzai da lui, e mi inginocchiai proprio ai suoi piedi.
Era il mio re e io volevo renderlo felice. Volevo che sapesse quanto contasse per me , e volevo farglielo capire adesso.
Mi leccai le labbra e sentii Cam farsi sempre più teso, grande!

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora