capitolo 39

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Cam's pov

Continuavo a camminare intorno alla mia camera scervellandomi su cosa avessi dovuto fare. Il pacchetto regalo stava appoggiato sulla scrivania e mi fissava con sguardo di sfida. E se le fossi sembrato uno scemo e basta ? Se una volta aperta la scatola si fosse messa a ridere di me?
No, Ally non era il tipo, era troppo buona per ferire i sentimenti di qualcuno in questo modo.
Ma io l'avevo ferita ... una vocina dentro di me continuava a insinuarsi nella mia mente ricordandomi che io per lei non ero stato ed ero abbastanza , che non ero degno di stare con lei dopo quello che le avevo fatto.
Diedi un pugno al muro tanto forte da provocarmi un dolore lancinante lungo tutto il braccio.
Ally mi aveva chiamato già 10 minuti fa , mi sarei dovuto dare una mossa, ma c'era quella cazzo di ansia che non mi permetteva di pensare lucidamente.
Al diavolo, io lo faccio!
Presi lo zaino, ci misi il regalo e corsi giù per le scale col cuore in gola.
Prima di conoscere Ally non mi ero mai sentito in quel modo, mani sudate, una tensione da morire e compagnia bella.
Era tutto così stressante , stare accanto ad Ally era stressante.  Pensavo a lei continuamente. Come era possibile ? Come poteva un altro essere umano legarsi alla mia vita in un modo così profondo e irrimediabile?
Ogni tanto, quando ancora stavamo insieme , nei momenti in cui la tenevo tra le braccia , o quando mi rivolgeva quei suoi sorrisi da mozzare il fiato, potevo sentire il cuore farmi male per quanto era forte quello che mi faceva sentire.
Mary e papà stavano in cucina , attraversai il salone in silenzio , tenevo le dita incrociate affinché non mi intercettassero. Ero convinto che non sarei riuscito a nascondere l'entusiasmo che mi bolliva dentro.
Saremmo stati solo io e lei, per un giorno intero!
Era arrivato il momento,  dovevo parlarle , dovevo spiegarmi una volta per tutte e se fosse stato necessario mi sarei anche inchinato ai suoi piedi.
Vivere così,  senza di lei, era lancinante.
A volte mi chiedevo se in realtà non si fosse trattata di una strega , la mia Ally, e se non mi avesse fatto una sorta di sortilegio o maledizione, perché non riuscivo davvero a trovare una spiegazione a quegli ultimi mesi passati con lei, i più belli della mia vita.
Fuori faceva un freddo cane , mi strinsi nella giacca di pelle mentre cercavo di aprire lo sportello della mia auto.
I sedili erano gelati e accesi l'aria calda per rendere la temperatura adeguata ad un essere vivente.
Mi passai una mano tra i capelli e lanciai uno sguardo verso lo specchietto retrovisore , lo zaino giaceva indisturbato sui sedili anteriori, e a me pareva tanto che mi stessi portando appresso il vaso di pandora.
Dovevo darmi una calmata , non si trattava mica di un appuntamento.
O si?
Sospirai frustrato. Lo stavo facendo di nuovo. Stavo pensando troppo.
Quando mi resi conto che l' avrei  veramente vista nel giro di qualche minuto, sentii il cuore ricominciare a battere più veloce. Ormai era una cosa a cui mi ero abituato.
Mi strinsi la fronte nella mano, solo uno stronzo come me poteva anche solo pretendere di chiederle scusa dopo tutto quello che le avevo fatto.
Certo lei aveva baciato un altro, ma non era solo quello il motivo per cui avevo detto ciò che avevo detto.
Diedi una botta al volante per scaricare la tensione e senza volerlo feci suonare il clacson.
Il rumore assordante mi aiutò a darmi una regolata , e decisi di avviarmi per la strada.
Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato al nostro bar... cazzo detto da lei aveva tutto un altro suono. Parcheggiai la macchina nel primo spazio vuoto che trovai lì vicino, e con un peso grosso come un macigno, sul petto, attraversai la strada con lo zaino su una spalla.
Una strana sensazione mi invase non appena svoltai l'angolo , avvicinandomi al punto dove ci saremmo dovuti vedere.  Era come se , tutt'a d'un tratto , i miei sensi si fossero messi in allerta , come se mi fossi dovuto aspettare qualcosa di brutto da un momento all'altro.
Capii a cosa fosse dovuto quello che provavo solo quando li vidi, a una decina di metri da me.
Strinsi i pugni tanto da farmi male alle mani, e corsi senza nemmeno riflettere su cosa avrei fatto per dividere Ally da quell'uomo.
Potei notare chiaramente il sollievo attraversarle gli occhi quando mi frapposi tra loro due.
Il padre di Ally la stava trascinando in modo pericolosamente poco gentile verso la sua macchina , e mi chiesi come nessuno , tra le persone che attraversavano il marciapiede davanti a noi, non avesse potuto notare la scena.
<<mi dispiace interrompere questo momento padre e figlia ma io e Ally abbiamo delle spese da fare>> dissi incrociando le braccia sopra il petto con fare sicuro. Cercavo di essere tranquillo perché c'era Ally e non volevo rischiare che accadesse quello che era successo all'ospedale, ma dentro stavo fremendo.
Il padre di Ally doveva ricordare ancora le botte che gli avevo dato , - non che ne andassi fiero, ma aveva toccato Ally - perché non appena incrociò i suoi occhi con i miei rimase per un secondo immobile, stringendo la mascella.
<<sapete una cosa ? Fanculo! Si, chissene frega di te e di quella stronza di tua madre!>> urlò rivolto verso a sua figlia. Quelle parole fecero accapponare la pelle a me, non potevo nemmeno immaginare come si potesse sentire Ally.
L'idea che le potesse fare così tanto male , di proposito , mi faceva crescere una rabbia furente sotto la pelle.
<<sei solo un alcolizzato violento. Non meriti di passare nemmeno un secondo con tua figlia. Non ti meriti nulla e basta>> dissi a denti stretti, contenendomi a malapena.
<<basta così, andiamo Cam>> la sentii tirarmi la giacca da dietro.
<<si infatti andatevene.  Non voglio più avere un cazzo a che fare con voi! Non ti reputo mia figlia e non lo sarai mai!>>
Non poteva averlo detto davvero, dove poteva trovare il coraggio di parlarle in quel modo davanti a me?
Feci un passo verso di lui ma la mano di Ally, che si era messa accanto a me e faccia a faccia con l'uomo merdoso, mi trattenne. Feci un respiro profondo.
<<a te non è mai fregato niente di me! Volevi solo qualche modo per ferire mia madre.>> disse con voce ferma. Aveva il corpo rigido e temevo che da un momento a l'altro si sarebbe messa a picchiarlo.  Sarebbe stata una bella scena.
<< pensavi davvero che avessi intenzione di fare da padre a una come te? Sei uguale a tua madre. Siete due stronze >> disse sputando le parole come se fossero state amare.
Ally ebbe un fremito, ma lo notai solo io. Stava cercando di fare la dura davanti a lui, non voleva dargli la soddisfazione di vederla crollare. Cazzo ogni volta mi dimenticavo di quanto potesse essere forte.
<<sei un viscido! E capisco perché mamma non ha più voluto avere niente a che fare con te! Non sei nemmeno un uomo! >> disse con la voce strozzata.
Lui la guardò con un guizzo negli occhi raccapricciante , era come se le cose che gli stava dicendo non lo toccassero minimamente.
Che malato pezzo di merda.
<< a mai più>> disse e in un secondo era entrato nell'auto e se la stava svignando.
Non avevo mai conosciuto un essere tanto ripugnante, pensai a cosa sarebbe successo se non ci fosse stata Ally ad assistere alla scena,  a cosa gli avrei fatto alla faccia.
Dello stronzo senza palle me ne scordai completamente quando i miei occhi caddero sul  volto di Ally.
Ed eccolo di nuovo. Il panico.
Ally sembrava ancora più piccola del solito, le spalle erano ricurve e leggermente tremanti,  le guance rosse e gli occhi lucidi.
Volevo abbracciarla, tenerla stretta al mio petto , allontanare il mondo e tutte le sue schifezze da lei, proteggerla e farla sentire al sicuro, ma non sapevo come avrebbe potuto reagire.
La portai sul marciapiede per paura che qualche macchina ci venisse addosso, lei rimaneva in silenzio e l'ansia mi cresceva dentro.
<<quello è uno stronzo, non devi pensarci Ally.>> dissi per cercare di farla sentire meglio. Ally teneva lo sguardo chino sul terreno e con le mani si tirava le maniche del cappotto.
Poi esplose, e mi fece male quanto un pugno nello stomaco.
Ally iniziò a piangere e a singhiozzare,  e il suo corpo, che mi parve più indifeso e fragile che mai, era scosso da fremiti irregolari.
<<scusa io... non dovrei piangere... non qui per strada ...>> cercò di parlare balbettando. Si passava le mani sugli occhi , il mascara colato si sparse su tutto lo zigomo <<Ora... ora mi calmo...>> disse con voce strozzata.
Feci un passo verso di lei , lei non si ritrasse , e senza rifletterci più la strinsi tra le mie braccia , tenendola premuta al petto.
Dopo un secondo di incetezza si aggrappò alla mia giacca , cedendo sempre di più ai singhiozzi e liberandosi finalmente.
Sapevo che non c'era nulla che potessi dire per alleviare ciò che stava provando in quel momento , adesso come adesso potevo solo starle vicina, volevo che capisse che davanti a me non doveva fingere , non doveva trattenersi. Io potevo essere la sua valvola, lo volevo essere.
<<va bene piangi Ally , va tutto bene>> le sussurravo all'orecchio accarezzandole la testa.
Dopo un periodo che a me parve un eternità si scostò leggermente da me, tenendo le mani strette ai bordi della mia giacca.
<<scusa ti sto riempiendo di muco la giacca>> disse tirando sul col naso in un modo che io trovai adorabile.
Le misi un pollice sotto il mento, raccogliendo una lacrima che le stava scivolando dalla guancia paonazza <<tanto non mi è mai piaciuta>> mentii per farla sorridere.
Si morse il labbro e io dovetti concentrarmi per non iniziare a fissarle le labbra.
<<non voglio sembrarti una bambina>> disse tutt'a d'un tratto allontanandosi da me.
Mi morsi la guancia interna. Ally aveva sempre avuto paura che la nostra differenza d'età , seppur assolutamente indifferente per me, potesse dividerci. Pensai a quando l'avevo definita bambina con mio padre. Era stato uno slancio di rabbia a parlare , ma sapevo che l'aveva ferita lo stesso.
<<Ally , non lo potrei pensare mai>> dissi agrottando le sopracciglia.
Ally rimase in silenzio , i suoi occhi indiguavano su di me ma sapevo che stava con la mente altrove .
<<non mi ha mai voluto bene. Mi ha mentito sin dall'inizio. E tu... tu e la mamma avevate ragione. Sono stata una stupida >> disse con le labbra che le tremavano,  e altre lacrime tornarono a cadere copiose dagli occhi.
<<Non è colpa tua. Guarda mio padre. Lui ti ama quasi più di quanto ami me>> dissi prendendole le mani. Erano gelide.
<< solo perché ama mia madre. Nessuno potrebbe voler stare con me per...per me.>> concluse staccandosi da me e dandomi le spalle.
E mi resi conto che non si stava riferendo solo a suo padre. Anche io l'avevo fatto. L'avevo ferita e me ne ero andato. Lo stomaco iniziò a bruciarmi.
<<Ally>> la chiamai per farla girare, ma lei rimase immobile, così mi misi davanti a lei.
<<sai che non è vero. Io voglio stare con te. Perché io ti amo>>

~Spazio autice~
Me lo stavate chiedendo da non so quanto,  e finalmente ho deciso di accontentarvi. Devo ammettere che è stato davvero divertente e interessante scrivere dal punto di vista di Cam, perciò grazie.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se questa 'cosa' è andata bene.
Io vi saluto che devo tornare a  studiare e buona vita a tutti 😘❤
Cercherò di pubblicare il capitolo 40 il più in fretta possibile ❣

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora