capitolo 37

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Mi ero resa conto di essermi addormentata, lungo il tragitto in macchina dall'ospedale a casa, solo quando sentii qualcosa di caldo accarezzarmi la guancia, facendomi svegliare. Quel contatto , delicato e morbido, mi trasmetteva una sensazione bellissima nel corpo e mi faceva stare bene. Due dita disegnavano cerchi irregolari sulla mia pelle , io mi sentivo ipnotizzata da quel massaggio rilassante. In bilico tra il mondo dei sogni e l'essere coscente , mi rendevo conto che se avessi aperto gli occhi avrebbe smesso, quella bellissima sensazione sarebbe finita.
Così mi crogiolai in quella culla di emozioni, mentre lasciavo che Cam si prendesse cura di me ancora per qualche secondo.
Quando si bloccò ero vicinissima dall'esprimere tutto il mio sconforto, ma rimasi immobile , fingendo di dormire ancora.
<<scusami>>
Scusami?
Continuò come se avesse sentito anche lui l'esigenza di spiegarsi meglio. <<scusami per tutto quello che è successo. È solo colpa mia. Sono stato così egoista e stupido >>
Nella sua voce sembrava veramente pentito, e il mio cuore ricominciò a trotterellare nel petto. Si riferiva per caso alla botta che avevo preso in faccia? Alla lite con mio padre ? Oppure parlava ... del fatto che mi avesse lasciato? Perché mi diceva quelle cose adesso che mi credeva non coscente ? Proprio mentre mille e più dubbi infestavano le mie viscere , sentii le sue labbra posarsi sul mio zigomo, provocandomi la pelle d'oca su tutto il corpo.

Stavo ancora pensando a quello che era successo in macchina di Cam, una settimana prima, quando entrai nella camera di mia madre.
L'infermiera scomparve dietro una tendina, lasciandoci un po' di privacy. Aveva indosso un pigiama rosa che le aveva regalato Matt qualche mese prima , non aveva trucco addosso ma le guance rosa le davano un aspetto sano. I capelli erano raccolti in una coda bassa e la frangetta era leggermente disordinata. Mi guardai intorno ,nella stanza bianca e asettica era tutto come sempre, i fiori che le avevo portato qualche giorno prima non erano ancora appassiti. Sul piccolo comodino posto accanto al suo letto c'erano libri e riviste che le avevamo portato da casa per passare un po' il tempo. La tv grande quanto uno zerbino era sempre stata spenta , appesa al muro di fronte. Era passata una settimana da quando era stata ricoverata , qualche altro controllo e l'avrebbero rilasciata, finalmente. I medici erano stati molto rassiciranti,ma ciò nonostante l'ansia non mi aveva ancora abbandonata del tutto. Probabilmente sarei stata tranquilla solo quando l'avrei rivista a casa , e non in un letto d'ospedale. Ogni giorno dopo scuola la andavo a salutare ,l'orario di visite andava dalle 3 alle 5, ma io in un modo o nell'altro riuscivo sempre a strappare una mezz'oretta in più (secondo me stavo simpatica agli infermieri). Matt era riuscito a far avere a mamma una camera singola, così da avere la sicurezza che mamma riposasse al 100 per cento.
<<ciao mamma >> la salutai dandole un abbraccio. Mi sedetti sul bordo del suo letto, anche se in teoria non era permesso, e mamma mi fece spazio affinché mi potessi sdraiare al suo fianco.
<<come è andata la giornata?>> mi chiese come ogni volta.
<<normale. Sempre la solita noia direi>> risposi automaticamente.
Chiacchierammo per un po' , mamma , origliando le conversazioni delle infermiere , aveva racimolato un po' di gossip tra dottori, e io ascoltavo incuriosita le novità tra il medico Giorgi, sposato , e la sua amante, la dottoressa Silvani, che aveva ben 13 anni in più di lui.
<<altro che grey's anatomy>>
<<almeno mi tengo impegnata in qualche modo>> disse mamma sbuffando. Stare rinchiusa là dentro, anche se sapeva bene che era necessario , le pesava, e io la potevo capire benissimo.
<<come va a casa ?>>
Ingoiai a vuoto, quello era assolutamente un tasto dolente.
Da quando mamma era stata male io e Cam non avevamo più avuto modo di continuare quella conversazione avuta sulle scale. Era passata una settimana , questo voleva dire che sarebbe rimasto solo per altri 14 giorni a casa , poi si sarebbe trasferito nel dormitorio del college. Se ripensavo agli ultimi giorni mi chiedevo cosa fosse successo, perché non ne avessimo più parlato. E dire che i momenti ci sarebbero anche stati. Matt andava a trovare mamma tutti i giorni alle visite serali, dalle 7 alle 9, e a casa rimanevano solo noi due. Non ci eravamo evitati come nelle settimane prima , anzi parlavamo, ma non di quello.
Qualche volta mi era venuto a prendere da scuola ,e spesso avevamo pranzato insieme a casa , ma l'atmosfera che aleggiava quando eravamo a meno di 5 metri di distanza era ... strana. Non riuscivamo a smettere di bisticciare per le cose più stupide. Cosa vedere alla tv o chi dovesse pulire i piatti. Ci punzecchiavamo e scherzavamo come prima che ci mettessimo insieme , e nonostante fossero ritornate tutte le piccole cose che mi erano mancate dello stare con lui, continuavo a pensare a quello che aveva detto alla me 'dormiente' quella sera in macchina, quando mi aveva riaccompagnata a casa dall'ospedale , e più ci riflettevo , meno ci trovavo il senso.
Col passare del tempo iniziavo a credere che , il suo evitare il discorso, e fare finta di niente fosse il suo modo di rispondermi.
Mi morsi il labbro frustrata <<anche lì normale. Ieri sera Molly ha cenato da noi , e nessuno si è ammazzato >> dissi ripensando all'incontro della sera prima. Pareva che dall'ultima volta in cui l'avevo vista si fosse leggermente a-acidizzata.
<<menomale guarda. Ho paura a chiederlo, ma cosa state mangiando senza di me?>>
<<meglio che tu non lo sappia>> scoppiai a ridere ricordando il tentativo pessimo di Cam di preparare un piatto di pasta al pomodoro.
Menomale che Just eat non deludeva mai.
<<oggi non hai compiti? >> chiese mamma mettendosi più comoda tra le lenzuola. Annuii sconsolata , dovevo studiare inglese per la verifica del giorno dopo.
Mi alzai dal letto per prendere lo zaino dal tavolino , e quando mi voltai a momenti mi cadeva il libro dalle mani.
Cam entrò nella camera con volto sereno, salutò mia madre con un bacio e mi lanciò un cenno con il mento.
Aveva indosso dei jeans neri , un maglione a collo alto marroncino e un cappotto non troppo lungo sempre nero. Non mi ricordavo se gli avessi mai menzionato il fatto che avessi un debole per i ragazzi con i maglioni a collo alto, sperai con tutto il cuore di no.
Quando mi resi conto che lo stavo fissando come un'ebete ,il mio cuore prese a correre come se avessi appena fatto una maratona, e gli sorrisi a mia volta imbarazzata .
<<non pensavo passassi anche tu >> dissi stringendo troppo forte il libro al petto. Il problema era che quando cercavo di fare la 'normale' finivo per essere ancora più stramba. E Cam se ne accorgeva sempre.
<<in effetti l'ho deciso all'ultimo. Mary ho parlato con il dottore prima di venire qui>>
<<ci sono novità ?>> chiesi avvicinandomi al letto.
<<il dottore stava venendo appunto qui per parlare con te ma l'ho intercettato prima io . In ogni caso dovrebbe essere qui a breve. Ha detto che hanno controllato tutto nei minimi particolari e il bambino non corre nessun rischio. Entro due giorni starai a casa>> disse con un sorriso sincero sulle labbra.
La mamma sarebbe tornata. Era una cosa stupenda!
Esplosi per la gioia e iniziai a saltellare come una bambina per quanto mi sentivo sollevata dalla notizia . Abbracciai mamma e le diedi un bacio su entrambe le guance.
Quando mi rialzai notai che Cam mi stava osservando, aveva un'espressione strana al volto che mi fece arrossire , ma cercai di non darlo a vedere.
<<l'unica cosa che mi mancherà sarà la telenovela Giorgi e Silvana...>> scherzò mamma, e ci mettemmo a ridere insieme di fronte allo sguardo confuso di Cameron.
<<mi sono perso qualcosa ?>>
<<è una storia lunga>> risposi con un gesto vago della mano.
<<devi studiare?>> chiese Cam all'improvviso cambiando discorso. Puntò gli occhi sul libro che avevo in mano, mi ero quasi dimenticata del compito di domani.
<<ha inglese >> rispose mamma al mio posto.
Cam aggrottò le sopracciglia <<ti serve una mano?>>
Ogni volta che faceva il gentile con me davanti alla mamma non riuscivo a capire se era perchè voleva fare il bravo fratello davanti a lei o se le sue erano vere intenzioni.
<<sei molto gentile Cameron>> disse la mamma sorridendogli. Io le feci il verso e Cam si mise a ridere mentre mamma mi rivolse uno sguardo di rimprovero.
<<non fare la saputella. >> mi stuzzicò lui.
<<non ho bisogno del tuo aiuto. >> e aggiunsi perché avevo paura che mamma me l'avrebbe fatta pagare una volta uscita dall'ospedale <<ma grazie. >>
Cam mi sorrise , e mi diede l'impressione di essere un po' impacciato.<<di nulla >>
Cam in imbarazzo non era una cosa che questo mondo aveva mai visto prima. Non era contemplabile nel suo DNA , non c'era nemmeno una combinazione tra nucleotidi che permettesse una cosa del genere.
Forse stavo esagerando di nuovo.
Il dottore entrò pochi secondi dopo con una certellina in mano.
<<suo figlio le ha già dato la buona notizia?>>
<<figliastro>> lo corressi senza volerlo. Si girarono tutti all'istante a fissarmi,Cam trattenne una risata mentre la mamma e il dottore sembravano confusi. Finsi di schiarirmi la voce per alleggerire la tensione.
<<figliastro >> si corresse poi il medico << lei sta benissimo. Può tornare a casa>>
La mamma parlò ancora per un pò col dottore ,informandosi meglio sugli esami cui era stata sottoposta e ascoltando quali fossero state le effettive cause dei dolori della settimana prima.
<<sei venuta a piedi vero?>> mi chiese Cam a bassa voce.
<<considerando che non ho la patente>> risposi sottolineando l'ovvio, forse con un tono fin troppo acido.
<<si infatti... vuoi un passaggio a casa?>>
Tutta quella gentilezza mi stava davvero mandando su di giri <<Grazie. Aspettiamo che mamma finisca di parlare col medico e la salutiamo va bene?>>
<<certo.>> e ritornammo in silenzio a osservare i due adulti discorrere.

L'inverno , anche se quell'anno era arrivato in ritardo , adesso si faceva davvero sentire. L'aria fredda mi pungeva alla pelle della faccia, non mi sentivo piu il naso e le mani congelavano nonostante fossero nelle tasche del giubbotto.
<<dove hai parcheggiato? >> gli chiesi mentre percorrevamo il parcheggio dietro l'edificio.
<<non c'era posto vicino all'entrata perciò mi sono dovuto allontanare un po'.>> rispose , una nuvoletta bianca gli usciva dalle labbra.
<<cavolo tra pochi giorni è natale e non ho ancora fatto un solo regalo>>
<<hai in mente qualcosa?>> mi chiese strofinandosi le mani.
<<per Sara e mamma sì. Per caso devo fare un regalo a Molly? Pensi che se le facessi un gattino diventerebbe più buona col mondo?>> scherzai ,ma Cam non rise.
<<lei è un po'... difficile. E so che non avete avuto un inizio tra i migliori,ma ci sta provando. Le manca molto la mamma, e questa cosa di vedere papà con un'altra donna fa fatica a digerirla>> la difese.
Grande. Ero proprio una stupida. Una stupida e stronza. Quale persona sana di mente parlava male della sorella della sua crush con la sua crush?!
Come avrei dovuto rispondere? Dovevo chiedere scusa ,ma non mi uscivano le parole giuste dalla bocca.
<<io qualche regalo l'ho già fatto, sai? >> continuò Cam interrompendo i miei pensieri.
<<ah si? Mi dai qualche idea allora ?>> chiesi cercando di allontanare in fretta l'argomento Molly.
<< non so se mi va>> mi rivolse un sorriso sghembo e io persi un battito. Aveva le guance leggermente più rosee e sembrava ancora più bello.
<<Beh non mi pare consono allo spirito natalizio >> dissi fingendomi offesa.
<<mi pareva che tu avessi detto che non avevi bisogno del mio aiuto>> mi prese in giro con le mie stesse parole.
<<vedo che te la sei legata al dito>> allungai il gomito per colpirlo.
<<sappi che non dimentico niente>>
La sua voce si era fatta più seria di prima , e mi afferrò per il braccio che lo stava per attaccare.
Si fermò ponendosi di fronte a me, i suoi nei miei.
Era per caso un'altra delle sue frasi enigmatiche e dal significato ambiguo? Chissà se esisteva un qualche dizionario per poterlo tradurre.
<<perché ti sei fermato>> chiesi con l'intento di fare la tranquilla , ma la mia gola era palesemente secca.
Cam mi rivolse uno di quei sorrisi che mi facevano sempre sciogliere , guardò prima la sua mano stretta intorno al mio braccio, poi me. Sapeva l'effetto che mi stava provocando , e si gongolava più che mai compiaciuto.
<<Siamo arrivati alla macchina.>

Scusate davvero tantissimo se ci sto mettendo parecchio ad aggiornare di recente. Sto preparando due esami e sono in crisi, perciò chiedo venia.
Spero che questo capitolo vi piaccia, e anche se magari a voi non sembra (lol) mi sto impegnando a farli un po' più lunghi per scusarmi del fatto che sono lenta ahahhaha
Fatemi sapere cosa ne pensate ♡♡

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora