capitolo 26

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<<mamma te l'ho detto sto tornando adesso a casa>> ripetei per l'ennesima volta alla cornetta del telefono.
Attaccai la chiamata e rimisi il cellulare nella tasca dei jeans.
In verità era da quasi mezz'ora che stavo davanti il cancello , ma i miei piedi esitavano ad andare avanti.
Il cuore mi batteva a mille , e all'idea che avrei potuto rivedere Cam dopo ciò che era successo mi risaliva la colazione. Sapevo che ci saremmo dovuti confrontare di nuovo, ma sotto sotto io speravo che si fosse pentito di ciò che mi aveva detto, e non volevo vedere infrante le mie aspettative.
Feci un lungo respiro,  e decisi che avrei contato fino a 40, poi sarei entrata.
Uno.
Due.
Tre.
<<Eih che ci fai impalata davanti al cancello? >>
Una voce terribilmente familiare mi richiamò alle spalle , e quando mi girai mi saltò un battito.
Cam stava scendendo dalla moto, i capelli spettinati dal vento gli cadevano disordinatamente sulla fronte , aveva addosso i vestiti della sera prima.
Aveva dormito fuori?
<<fatti gli affari tuoi>>  risposi cercando di usare il tono di voce più normale possibile. Mi sentivo sciogliere sotto il suo sguardo e avevo il bisogno di correre in camera e mettermi a piangere sotto le coperte.
Wow che donna forte e indipendente...
Cam si avvicinò a me <<per caso non hai le chiavi?>> chiese cercando qualcosa in tasca. Tirò fuori il mazzo e iniziò ad armeggiare con la serratura.
Non risposi , sapevo che Cam riconosceva quando mentivo.
Cam fece scoccare la serratura e mi tenne la porta aperta facendomi entrare per prima.
Tenni lo sguardo fisso sui miei piedi per non incrociare i suoi occhi.
<<hai dormito fuori?>> mi chiese incuriosito mentre mi veniva dietro.
Come era possibile tutto questo ? Come poteva comportarsi in maniera così normale?!
Il suo modo di fare mi lasciava spiazzata. Cosa avrei dovuto fare io? Era questo che intendeva fare da adesso in poi? Fingere che non fossimo mai stati fidanzati? Giocare a fare il fratello maggiore con me ?
<<non sono più affari tuoi, no?>> risposi col tono più acido che potessi trovare.
All'improvviso mi si accese una rabbia dentro che non avevo mai provato prima. Pensavo a quanto fossi triste e stessi male, e il mio corpo voleva far sentire a Cam la stessa disperazione che il mio cuore pompava ad ogni battito. Volevo che si pentisse per ciò che aveva fatto e volevo che capisse cosa significava avermi perso. Anche se non sarebbe ma accaduto...
La mia risposta ebbe successo, notai che per un attimo il suo volto fu attraversato da una strana espressione.
Aprì la bocca per rispondermi , ma non disse nulla, come se le parole  fossero morte prima di uscire.
Sospirai e entrai in casa.
<<finalmente sei arrivata!>> esclamò la mamma quando mi vide.
Mi faceva ancora male la testa per tutto quello che avevo bevuto alla festa , e la sua voce squillante non aiutava l'emicrania.
<<io vado in camera. Chiamami quando è pronto>> le chiesi massaggiandomi la fronte.
<<non ti senti bene tesoro ?  >> si rivolse preoccupato Matt.
Feci un gesto veloce con la mano per tranquillizzarlo,  dopodiché mi fiondai in camera.
Dovevo levarmi i vestiti che avevo addosso: quando ero andata via da casa di Drake mi ero rimessa ciò  con cui ero uscita la sera prima, e riuscivo ancora a sentire la puzza di alcol e fumo della festa.
Mi sfilai il top con la lentezza di un bradipo , poi slacciai i jeans e li feci cadere pigramente dalle gambe. Finalmente mi sentivo libera , e davanti allo specchio, in mutande e regiseno, mi chiesi se fosse meglio rimettermi a dormire o farmi prima una doccia.
<<Ally sicura che stai bene?>>
La porta si aprì velocemente e non feci in tempo a rivestirmi quando Cam entrò nella mia stanza e si richiuse la porta dietro di sé.
<<ah>> fu l'unico suono che uscì dalle sue labbra quando alzò finalmente gli occhi su di me.
Io ero immobile , sentivo il rossore salirmi  fino alle orecchie , le braccia strette davanti al seno.
Mi aveva gia visto nuda -avevamo persino fatto il bagno insieme- ma adesso pareva come la prima volta.
I suoi occhi continuavano a danzarmi su ogni centimetro di pelle, era come se avesse voluto imprimere nella sua memoria ogni minimo dettaglio dell'immagine che aveva di fronte.
Forse fu solo una mia impressione...
<<Cam. Puoi uscire ?>> Finalmente ebbi la forza di dire quelle tre parole , anche se, mi costava ammetterlo,  speravo non mi avesse voluto dare ascolto.
<<si... io...>> un Cam senza parole era una cosa più unica che rara.
I suoi occhi si fermarono sui miei , e per un secondo mi sembrò di vederlo ... triste?
Mi stavo immaginando tutto ?
Poi mi venne in mente un'altra cosa.
<<eri venuto a controllare che stessi bene ?>> Feci un passo verso di lui senza accorgermene.
Cam si fece ancora più teso, potevo paragonarlo a un tocco di legno. Le labbra erano strette in una sottile linea e le narici erano un po' più dilatate , come se avesse dovuto fare dei respiri  profondi.
L'aria intorno a noi era elettrica , era come se il tempo si fosse fermato.
Il modo in cui mi osservava mi rendeva così confusa.
<<si>> disse soltanto. Si morse il labbro inferiore, poi distolse lo sguardo dal mio,  girando la testa e mostrandomi la mascella contratta. Si passò una mano tra i capelli , come lo avevo già visto fare ogni volta che si trovava in difficoltà , e con il palmo si massaggiò la fronte.
<<scusami>> se ne stava andando , ma io non potevo rimanere con quell'interrogativo.  Non avrei saputo dire dove trovai il coraggio,ma prima che potesse raggiungere la porta lo fermai allacciando le mie dita intorno al suo polso ,una cosa che lui aveva spesso fatto con me, e Cam si voltò di scatto.
I suoi occhi spalancati volavano dalla mia mano stretta sulla sua pelle , ai miei occhi.
<<perché ?>>
Aggrottò le sopracciglia,  la sua espressione si faceva sempre più accigliata.
Mi ripetei <<Perché ? Perché ti interessa come sto ? >>
Lasciai la presa e Cam mi guardò di nuovo in quel modo triste << non me lo stai chiedendo davvero>> emise una risata amara.
<<invece te lo chiedo. Perché?>> mi stupiva la risolutezza che stavo mostrando in quel momento.  Il contatto con Cam mi aveva trasmesso un brivido lungo tutto il corpo, sentivo che mi mancava , e anche la mia pelle lo sentiva.
Volevo così tanto abbracciarlo, accarezzargli i capelli, baciarlo, ma adesso la cosa più intima che ci potevamo permettere era una semplice stretta. E faceva così male.
Rorrise, ma  i suoi occhi erano cupi  <<mi pensi senza cuore eh?>>
Abbassai lo sguardo, sentivo che a breve sarei di nuovo scoppiata in lacrime <<no Cam.  Io non ti capisco e basta >> dissi guardando i miei piedi nudi.
Lo sentii sospirare <<allora smettila di provarci>>
Non riuscii a rispondergli che era già uscito  dalla stanza.
Cosa era appena successo ? E cosa significava quello che mi aveva detto?
Pensavo che ci avrebbe fatto bene parlare , che avremmo chiarito come dopo tutte le nostre discussioni, e invece adesso mi sentivo così vuota.
Era finita? L'avevo perso ?
Cosa voleva dire con quel smettila di provarci?
Sapevo che qualsiasi forza vitale che avessi mai avuto in corpo mi aveva abbandonata, mi lasciai scivolare per terra , e altre lacrime ricominciarono a bagnarmi il volto.

Il Mio Baby-sitter 2: un amore non fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora