XX
(parte I)
Come se non gli fosse stata sufficiente la giornata appena trascorsa, piena di eventi che avevano sconvolto quella che credeva essere la sua vita, la telefonata di Cora gli aveva dato l'ennesimo colpo. Rimase lì, seduto sul bordo del letto, impietrito e col respiro trattenuto, mentre fissava con occhi vacui il cellulare che stringeva in mano. La sua testa era completamente svuotata. Lo stomaco gli mandava una fitta di dolore e una strana sensazione di angoscia gli premeva sul cuore, facendosi sempre più insistente ogni momento che passava. Sentiva il sangue gelarsi nelle vene, quasi smettere di scorrere; e le mani diventare insensibili e fredde come il marmo.
Chiuse gli occhi, sbuffando fuori il fiato tutto d'un colpo; la situazione era cambiata poco. Quel nodo allo stomaco persisteva. Con mano tremante e la testa ancora non troppo lucida, riprovò a chiamare la ragazza. A ogni tentativo sentiva dall'altra parte il messaggio automatico che avvertiva che l'utente non era raggiungibile. E ogni volta, la preoccupazione si faceva più pesante.
Completamente in trance, si diresse in bagno per sciacquarsi il viso. Forse, lo stress di quella giornata gli aveva fatto immaginare tutto. Forse aveva sognato. Eppure, la sensazione che gli appesantiva lo stomaco era reale, l'angoscia che provava era reale. Ancora una volta, selezionò il numero di Cora. Era cosciente che fosse tardi e in circostanze diverse non avrebbe chiamato, ma in quel momento non gli sarebbe importato di svegliarla, voleva sentire la sua voce, accertarsi che stesse bene. Così com'era successo le volte precedenti, si inserì il messaggio automatico e il suo cuore perse un battito.
Spalancò la porta della camera del gemello e si precipitò a fianco del letto, dove Kenneth dormiva un sonno scomposto e pesante. La stanza era immersa nel buio più totale e solo la luce lasciata accesa nel bagno permise a Steven di vedere il corpo del proprio gemello, ancora vestito, sdraiato sulle coperte tutte arruffate.
«Ken! Ken!» Col cellulare stretto in mano provò a scuoterlo, ottenendo solo dei grugniti e qualche parola sconnessa. «Ken!»
«Sì, sì... ti voglio bene anch'io... fratellino.»
Il ragazzo si girò lentamente su un fianco, gemendo, dando poi le spalle all'altro.
«Ken!»
Tutti i tentativi di Steven di svegliarlo fallivano miseramente, ma anche se ci fosse riuscito, dubitava gli sarebbe servito a qualcosa, nelle condizioni in cui era il gemello. Sospirò sconsolato. La stanchezza si stava facendo sentire di nuovo, così come gli effetti, seppur blandi, dell'alcol ingerito quella sera. Uscì sul corridoio, scoraggiato più che mai, e si guardò attorno, senza sapere cosa fare, né a chi rivolgersi. Su Kenneth, la sua àncora, non poteva fare affidamento, al padre non poteva certamente chiedere, non dopo quanto accaduto poco prima in biblioteca; Shura non l'aveva visto per tutta la sera, sospettava fosse andato da qualche parte a divertirsi e chissà in quali condizioni lo avrebbe trovato.
I suoi occhi si fissarono sulla porta di fronte a sé, quella della camera da letto di Adam. Anche se quel pomeriggio stesso avevano parlato e in qualche modo sembrava si fossero riavvicinati, come avrebbe preso ora l'amico una sveglia inopportuna come quella che gli stava per fare? Sarebbe stato disposto ad aiutarlo?
Se solo si sentisse più sicuro a guidare l'auto, se solo non fosse così stanco e se non avesse bevuto quella sera...
La sua mano era già alzata e pronta a bussare, ma esitava, in preda a troppi scrupoli. Poi, il pensiero di Cora prese il sopravvento su tutto il resto e diede due, tre colpi con le nocche sul legno della porta. Dall'altra parte non proveniva alcun rumore.
Riprovò, questa volta con colpetti, più ravvicinati e impazienti. Ancora lunghi attimi di silenzio.
Steven non poteva permettersi di irrompere nella camera di Adam così come aveva fatto prima in quella di Kenneth. Di nuovo, alzò la mano per ritentare.
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Legacy (#Wattys2017) [completo]
RomanceLa vita solitaria di Sean Hayes, giovane uomo d'affari di successo a capo della Corporation di famiglia, viene rivoluzionata da un messaggio che non può ignorare e al quale non può sottrarsi; viene così attirato a un appuntamento in un luogo fuori m...