Capitolo 21 - parte 4

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XXI

(parte IV)

Cora aprì la porta con cautela. Ancora accaldata e con il cuore che batteva forte per l'emozione, diede una sbirciatina fuori: tutto sembrava calmo. Poi, si girò verso il letto, soffermandosi a guardare Steven, il suo ragazzo, sdraiato di traverso e sul fianco, che stuzzicava la gattina semi sepolta dalle pieghe delle coperte, tutta intenta ad arruffarle ancora di più.

«Prima ti ho mentito. Non è vero che non mi piacciono le uova; e cucinate strapazzate sono le mie preferite. Però, in qualunque modo tu le abbia preparate andranno benissimo», le disse. Il suo viso aveva ritrovato la serenità che gli era mancata quella notte.

«Ormai saranno davvero immangiabili; e poi, credo di aver fatto un mezzo disastro», rispose lei, con un pizzico di vergogna che le imporporava le gote. Non che fosse una cuoca da stelle Michelin, era a un livello dignitoso, considerato che aveva iniziato presto ad arrangiarsi da sola perché la madre era troppo impegnata Mickey, ma almeno le uova le aveva sempre sapute cuocere alla perfezione, soprattutto perché lei ne era ghiotta e non le dispiaceva sperimentare.

«Faccio una corsa a comprare qualcosa, altrimenti davvero sarai costretto a mangiare cereali e non saranno quelli al cioccolato, perché non ci sono; e anche senza latte, perché anche quello è quasi finito», gli disse, sorridendo come una bimba dopo una marachella. «Quindi hai tutto il tempo di farti una doccia e rilassarti ancora un po', se vuoi.»

«Se Adam è ancora qui, chiedigli di accompagnarti.»

«Ma il minimarket è a due passi. Non ho bisogno della balia per attraversare la strada!» protestò Cora.

«Lo so. Però mi faresti stare più tranquillo», disse Steven, alzando lo sguardo su di lei.

Cora sospirò. Non per la visione del suo ragazzo, sul letto e coperto a mala pena da un lembo del plaid; né per quella che le sembrava una mancanza di fiducia nei suoi confronti, anche se mascherata da tenera preoccupazione, ma era l'idea di doversi portare appresso Adam a disturbarla.

Appoggiò la testa alla porta e si sofferò ancora qualche secondo a guardare Steven che giocava con Kitty. Il suo sorriso era così accattivante, quando era rilassato come in quel momento. Aprì piano la porta e uscì. Il chiarore che in quel momento entrò nella stanza svelò l'aura di sopore di cui era impregnata.

L'anticamera era sgombra. Dalla cucina veniva un invitante profumino di pancetta croccante e di carne rosolata nel burro. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Le sembrava persino di sentire il leggero sfrigolio che faceva il burro nella padella. Poi, una strana idea le balenò in testa, come se si fosse ricordata di aver dimenticato qualcosa sul fuoco, ma lei era sicura di aver spento tutto. Si diresse in cucina a grandi passi, fermandosi sulla soglia e stupendosi di ciò che i suoi occhi stavano vedendo.

«Alla buon'ora!» disse Adam, voltandosi appena verso di lei e accennando un sorrisetto malizioso, tornando poi a prestare attenzione alla padella sfrigolante. «Il bell'addormentato ha intenzione di dormire ancora, per riprendersi dalla fatica della "sveglia", oppure si unirà a noi per il pranzo?»

«Pranzo?» chiese Cora, confusa.

Quando si era rifugiata in camera da letto non era poi così tardi. Il suo viso diventò rosso nel cogliere in ritardo l'allusione che fatta dall'altro. Ciò che aveva temuto di più, ovvero che li avesse sentiti fare l'amore, era avvenuto. Di solito lei non era tipo da urlare o gemere forte, ma questa volta... forse anche un po' per colpa di Steven che era stato molto appassionato, senza rendersene conto si era lasciata andare un po' troppo.

«Non sentirti troppo in imbarazzo», la rassicurò lui, nonostante la sua voce e il suo atteggiamento esprimessero ben altro. «Dopo i primi cinque minuti di concerto sono andato a farmi un giro. Ne ho approfittato anche per comprare il bacon, così non rimarrai senza la prossima volta», le disse, rigirando con la pinza gli involtini, per farli rosolare anche dall'altro lato. «Spero che ti piacciano. Sono involtini di vitello, avvolti nella pancetta e ripieni con spinaci e formaggio. È una ricetta di mia nonna che ci faceva quando eravamo piccoli.»

Legacy (#Wattys2017) [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora