Capitolo 6 - parte 2

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VI

(parte II)

Cora era decisamente nervosa, mentre camminava a passo veloce per le strade semideserte del quartiere residenziale, allontanandosi dalla casa di sua madre. Non si era voltata indietro nemmeno una volta per dare un ultimo sguardo alle finestre illuminate di quella casa che l'aveva vista trascorrere la sua turbolenta adolescenza. Aveva proceduto spedita verso la fermata dell'autobus che l'avrebbe riportata a casa sua e del fidanzato Chris. Quell'articolo aveva fatto riaffiorare un passato scomodo e doloroso per lei, per tanti motivi; e la discussione avuta con lo zio Phil, nella quale si era accalorata troppo, l'aveva lasciata più scossa di quel che avrebbe pensato. Le fitte allo stomaco non erano cessate con il passare del tempo, costringendola a fermarsi almeno un paio di volte e ad appoggiarsi a qualcosa per riprendersi. La nausea era diventata tanto forte da farle sentire la necessità di rimettere, ma si era fatta forza e l'aveva ricacciata giù. Era stato così per tutto il tragitto e anche per il tempo che aveva poi atteso alla fermata.

Da ormai dieci minuti era passato l'orario dell'autobus e lei se ne stava ancora lì seduta su quella scomoda panca di cemento, con lo scatolone appoggiato sulle gambe, aggrappandocisi come una specie di ancora di salvezza. Continuava a rimuginare, giocherellando con l'anello sotto il guanto, in quella lunga attesa che diventava sempre più vana. Solo dopo altri cinque minuti si ricordò che quello stesso pomeriggio era iniziata l'agitazione del sindacato degli autisti dei mezzi di superficie e il servizio era stato sospeso. Si alzò lentamente, con poca voglia e, con un grosso sbuffo, si incamminò verso la stazione della metropolitana più vicina, che distava un paio di isolati. Forse non avrebbe fatto in tempo a prendere neanche l'ultimo treno, ma non le andava di ritornare sui suoi passi e chiedere allo zio Phil di accompagnarla a casa in macchina. A rifletterci, la soluzione migliore sarebbe stata quella di chiamare Chris e poi attenderlo da qualche parte, magari in un bar. Poco più in là di dove si trovava in quel momento, ce n'era uno che conosceva bene, frequentato spesso da poliziotti.

Accelerò il passo, ma all'improvviso sentì uno strano timore crescerle dentro.

*****

«Era Caroline, quella che è appena uscita, vero?» disse con apprensione Teresa, guardando il compagno fermo sulla soglia della cucina.

La donna aveva terminato di rassettare diversi minuti prima e, sentendo la discussione, aveva preferito rimanere in disparte, seduta al tavolo da pranzo. Si era rattristata molto per la reazione della figlia, sapeva come la giovane si sentisse in quel momento e ne era turbata e preoccupata. Quegli ultimi anni non erano stati difficili solo per Caroline, tutta la famiglia aveva sofferto.

«Sì, cara. Se n'è andata come una furia senza lasciarmi il tempo di dire o fare nulla», rispose Phillip, in tono mortificato.

Sospirò.

Conosceva il carattere della figlioccia e voleva darle qualche minuto per calmarsi un poco, perché sapeva che in quello stato niente sarebbe riuscito a farla ragionare.

«Provo a parlarle e a riportarla qui. Sicuramente non sarà nelle condizioni per tornare a casa da sola.»

«Avrei dovuto far sparire quel giornale giorni fa. È colpa mia se ora vivrà di nuovo nella paura», ammise la donna, portandosi le mani al volto e iniziando a singhiozzare. «Dimmi, Phil», disse poi, alzando nuovamente lo sguardo sull'uomo che si era accovacciato di fronte a lei per confortarla. «C'è davvero pericolo che quel mostro possa farle del male? Pensi che attuerà le sue minacce su Caroline?»

«Non ti dare la colpa di quanto è accaduto stasera. Sono io che avrei dovuto informarla. Ma stai tranquilla, non credo che quello sia così stupido da provare nemmeno ad avvicinarsi a lei. Non gli conviene torcerle neanche un capello, non dopo che tanti testimoni hanno udito le minacce che ha urlato in tribunale. E comunque, subito dopo la notizia della sua scarcerazione, ho ottenuto un ordine restrittivo dal giudice. Quel bastardo non può avvicinarsi a Caroline a meno di cento metri; a lei e a nessun altro membro della nostra famiglia!» le spiegò Phillip, stringendole le mani per rassicurarla.

Legacy (#Wattys2017) [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora