XIX
(parte I)
Quella sera il traffico che si era riversato sulle strade era stranamente intenso. Più di una volta si erano formati degli ingorghi, neanche fossero transitati per le strade di New York all'ora di punta. Sembrava come se tutti i bostoniani si fossero mossi per scappare dalla città in un immenso esodo per raggiungere le zone di villeggiatura. Quella piccola odissea, vissuta dai due ragazzi, stava mettendo a dura prova la loro pazienza, di Adam soprattutto, che mal sopportava quel tipo di inattività e l'atmosfera nell'auto non aiutava certo a far passare prima il tempo.
In uno di quei momenti di pausa forzata, Steven tirò fuori il cellulare: il display segnava due chiamate perse. Nel controllarle si lasciò sfuggire uno sbuffo, massaggiandosi sovrappensiero la tempia. Nuovamente aveva mancato di rispondere a Kenneth e non aveva certo voglia di una replica del bentornato che il gemello gli aveva servito, perché probabilmente non sarebbe stato così fortunato come la prima volta e il naso glielo avrebbe rotto. Al solo ricordo, già gli faceva male. L'altra invece, era di Cora. Avrebbe voluto richiamarla subito, ma dopo un sospiro – che sembrava più uno sbuffo rassegnato – preferì mandarle un sms. Con Kenneth avrebbe parlato di persona una volta arrivato a casa.
«Dovresti pensare di inserire una suoneria, è evidente che la sola vibrazione non basta», disse Adam, interrompendo i suoi pensieri.
«L'ho tolta apposta perché mi dava fastidio», rispose Steven, terminando di comporre il messaggio per la sua ragazza. «Normalmente non ho problemi ad accorgermi quando arrivano le chiamate.»
Si rigirò lo smartphone fra le mani per qualche altro minuto, poi lo ritirò nella tasca interna del cappotto, prendendo al suo posto il portafoglio. Lo fissò per diverso tempo, mentre ne accarezzava la superficie di pelle nera, morbida ed elegante, ma senza trovare il coraggio di aprirlo e prendere il documento d'identità sul quale vi erano riportati i suoi dati anagrafici. Ma erano davvero i suoi?
In quel momento si sentiva estraneo al mondo.
«Forse allora non te ne sei accorto perché avevi la testa altrove», riprese l'altro, spezzando quel mesto silenzio, continuando a osservarlo con discrezione con la coda dell'occhio, prima di rimettersi in marcia e imboccare finalmente la strada per uscire dalla città, in direzione del lago.
Il tragitto fino alla vasta proprietà degli Hayes continuò di nuovo nel silenzio e senza ulteriori intoppi, anche se non si poteva dire che trascorse in modo piacevole.
«Se fosse vero», intervenne ancora una volta Adam, mentre svoltava per la strada privata che portava alla villa, «se quel vecchio, nelle sue farneticazioni, avesse detto la verità, tu e...»
Lasciò in sospeso la frase, fermando l'auto a pochi centimetri dal cancello automatico. Rilassò le braccia, appoggiando le mani sulla parte bassa del volante. In quel momento avrebbe voluto voltarsi verso l'altro e vedere come stava, ma stranamente non trovava il coraggio necessario per farlo, rimandendo a fissare il cancello davanti a sé. Si passò una mano fra i capelli, grattandosi la nuca per nascondere l'imbarazzo crescente.
«Essere adottati non è un dramma come si possa pensare», rispose Steven, facendo una pausa prima di pronunciare la parola "adottati".
Nella sua testa erano però ben altri i termini che avrebbe voluto usare e che risuonavano insistenti e dolorosi: abbandonato, scambiato, venduto, non voluto...
Continuava a mantenere lo sguardo fisso, perso nel vuoto, e un'espressione assente che contraddiceva l'affermazione appena fatta. Perché non ci credeva neppure lui a quello che aveva detto.
«Allora cos'è che ti turba tanto? È perché Sean Hayes ha tenuto il segreto, o perché sei venuto a scoprirlo in questo modo? O forse, perché hai paura che le cose possano cambiare e tu perdere quello che hai?» insistette Adam, dopo un momento di titubanza, mentre osservava l'altro dimostrare ora una calma stonata per quella situazione. Se ci fosse stato lui al posto dell'amico, sarebbe stato furioso. Steven invece, sembrava tutto sommato aver incassato bene la notizia.
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Legacy (#Wattys2017) [completo]
RomansaLa vita solitaria di Sean Hayes, giovane uomo d'affari di successo a capo della Corporation di famiglia, viene rivoluzionata da un messaggio che non può ignorare e al quale non può sottrarsi; viene così attirato a un appuntamento in un luogo fuori m...