Capitolo 21 - parte 3

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XXI

(parte III)

«Ora sei disposta a dirmi qual è il vero motivo per il quale hai preferito venire qui, anziché rimanere al Club con i tuoi familiari?» chiese Kenneth; passeggiavano a braccetto sul prato ancora umido di rugiada di quella mattina di primavera.

Avvertì la mano di Sakura stringersi per un attimo attorno al suo braccio, prima di rilassarsi nuovamente e tornare a essere il lieve ed elegante tocco che era stato fino a quel momento.

Dopo quella che poteva essere considerata una "fuga" frettolosa dalla cucina, sperando di trovare un po' di tranquillità, constatò a malincuore che la compagnia della sua ospite non stava affatto mutato la sensazione che aveva provato durante la colazione con Shura. E ora, ecco che accanto a lui c'era un'altra persona che pareva nascondere qualcosa. Infatti, lo strano comportamento della ragazza non era sfuggito ai suoi occhi. Per tutto il tempo della passeggiata, Sakura gli diede l'impressione di essere nervosa e indecisa, più di quello che mostrava di solito quando era in sua compagnia.

Ciò che distoglieva l'attenzione della giovane dalle parole di Kenneth – e non le faceva godere quella bella giornata e il parco lussureggiante che per molti aspetti le ricordava quello che circondava la villa che la sua famiglia possedeva a Nagano – era il pensiero di riuscire a sfuggire a una persona.

Kenneth si fermò, lasciando che lei proseguisse di qualche passo. Sorrise malizioso nell'osservarla continuare a camminare, ma dentro di sé era seccato perché lei neanche se n'era accorta. Si mise le mani in tasca e fece vagare lo sguardo sull'immenso parco della villa, che arrivava addirittura sulle sponde del lago Mystic, perdendosi qualche secondo nei suoi pensieri. Anche lui, come tutti, aveva i suoi problemi e le sue preoccupazioni.

Piegò la bocca in un mezzo sorriso nell'avvertire d'un tratto su di sé gli occhi della giovane, ma forse chi lei stava guardando veramente era qualcun altro. Aveva notato già da tempo un'ombra che si nascondeva dietro agli alberi del boschetto lì vicino.

«Beh, è evidente che la mia compagnia non ti interessa, quindi io tolgo il disturbo. Se vuoi tornare al Country Club, senza essere vista da occhi indiscreti puoi prendere quel sentiero», disse, indicandoglielo con un cenno della testa. Poi, riprese a camminare, dirigendosi verso il pontile.

Sakura sapeva dov'era il passaggio di cui parlava Kenneth, era lo stesso che aveva usato quella mattina per arrivare alla villa, ciò che invece fissava era lo sguardo insistente di Seiji, che l'aveva tenuta d'occhio per tutto il tempo. Era sicura che fosse lì per riportarla indietro, proprio come faceva ogni volta che lei si allontanava troppo dal controllo della famiglia, nonostante i sentimenti che provava per lei.

Strinse la borsetta fra le mani, indecisa su cosa fare. Poi, si girò verso Kenneth, osservando la sua schiena mentre si allontanava e lo seguì di corsa. «Ti prego, aspetta! Mi dispiace, non volevo essere così maleducata. Per favore...»

Sakura inciampò su una piccola zolla leggermente sollevata, cadendo a terra in modo goffo, complici anche i sandali che calzava, con tacchi con la punta sottile – anche se non troppo alti – che non erano molto adatti su una superficie soffice come quel prato.

«Ti sei fatta male?» chiese Kenneth, accorrendo e chinandosi su di lei.

Sakura scrollò la testa, ma teneva lo sguardo basso, mentre si metteva a sedere, stringendo i pugni sulla gonna chiara che si era sporcata di erba. La sua borsetta era caduta poco più avanti.

«Non ti credo, altrimenti non avresti gli occhi pieni di lacrime», le disse, alzandole il mento.

Si raddrizzò e guardò nella direzione del giovane nipponico che in quel momento era uscito allo scoperto, pur rimanendo vicino al tronco. Lo fissò per diversi secondi, prima di fargli segno di avvicinarsi, ma quando vide che l'altro non era intenzionato a muoversi, fece spallucce.

Legacy (#Wattys2017) [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora